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To-Bardonecchia, gallerie fuorilegge: sono troppo strette
I marciapiedi alti e pericolosi hanno già ucciso

di Alberto Gaino da La stampa del 16/10/11 – Cronaca di Torino
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/425022/

 

Erano troppo basse, sono diventate strette oltre i limiti previsti dagli standard internazionali: sembra un destinaccio, quello della gallerie dell’autostrada Torino-Bardonecchia, ma la realtà è che se i lavori si fanno bene non e poi si collaudano a dovere non ci possono essere sorprese spiacevoli come si è trovato di fronte, ancora una volta, un consulente tecnico di Guariniello, incaricato di valutare le condizioni del tunnel Prapontin (4,4 km di lunghezza).
Il 24 maggio scorso vi si verificò un grave incidente mortale: un furgone Mercedes prese fuoco e il suo conducente morì dopo l’urto contro il marciapiede della galleria.

Il consulente, un professore del Politecnico, prende le misure, scopre che il marciapiede è alto 32 centimetri, ne fotografa gli spigoli, aggiunge nella sua relazione che «vi sono i segni di numerosi sfregamenti di auto contro la sua superficie» e che in prossimità dei varchi di sicurezza sono state create vere trappole per le auto che vi si infilino con una ruota, «data l’altezza del marciapiede ai due lati». Il furgone Mercedes andò a sbattere proprio in uno di quei «varchi-trappola». Conclusione del docente: «C’è correlazione fra la dinamica dell’incidente e la conformazione del marciapiede».

Il professore va oltre e consegna a Guariniello un dossier impressionante. Una nuova puntata di come si sono costruite e poi ristrutturate quelle gallerie. Scrive il consulente: «Per alzare le volte dei tunnel si è abbassato il livello del sedime stradale, così i marciapiedi sono diventati automaticamente più alti». Fosse stato solo questo. Il professore aggiunge: «Così facendo si è ridotta la larghezza di ogni corsia a 3,5 metri mentre avrebbe dovuto essere osservata quella prevista di 3,75». Essendo due le corsie di marcia per entrambe le «canne» della Prapontin, il tunnel si è ristretto di un buon metro. E in alcuni punti di più ancora: i 3,5 metri per corsia non sono rispettati ovunque.

Il collaudo non rilevò l’anomalia nel 2004 quando le gallerie, opportunamente alzate dopo i rilievi di Guariniello nel 1998, furono restituite all’onor dei «lavori fatti bene»? No. La ragione è la più banale: il collaudo non ci fu. Un verbale Sitaf (concessionaria dell’autostrada) diede atto di cosa e come fare: «L’opera è da ritenersi collaudabile a condizione che si abbassi il manto stradale di 10 centimetri». Il mancato collaudo fu una svista? Il consulente ha constatato che la medesima «dimenticanza» accompagnò la riapertura di altre tre galleria dell’autostrada: Cels, la più lunga con i suoi 5245 metri di estensione, Ramat e Giaglione. Quattro su sette.

L’autostrada fu seguita in corso di realizzazione dall’attenzione di ambientalisti e giornali che ne segnalavano l’implosione dei costi per i suoi 73 km di lunghezza, di cui 18 in galleria e 36 sopraelevati. Opera imponente ma si fossero almeno rispettati gli standard. Quando, 13 anni fa, si scoprì che i cassoni dei Tir più alti sfregavano contro le volte delle gallerie, si stentava a crederci. La Sitaf dovette chiedere un finanziamento pubblico per provvedervi. E adesso sappiamo come. Lo sappiamo in seguito ad un altro incidente mortale e alla pignoleria di un professore.

Guariniello aveva già indagato l’intero cda Sitaf per omissioni dolose di norme di sicurezza a causa dei sistemi antincendio carenti delle gallerie. Ora è al bis. E ha inviato il dossier del suo consulente al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, che con la sua apposita commissione di vigilanza deve certificare l’assenza di pericoli strutturali nel «corridoio autostradale europeo» sul versante italiano.