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Lombardia, arrestato assessore. Chiese alla ‘ndrangheta i voti per Formigoni


da Narcomafie del 10/10/2012
http://www.narcomafie.it/2012/10/10/lombardia-arrestato-assessore-chiese-alla-ndrangheta-i-voti-per-formigoni/


Voto di scambio con la ’ndrangheta. Il responsabile dell’assessorato alla Casa della Regione Lombardia, Domenico Zambetti, 60 anni, è stato arrestato questa mattina a Milano dai carabinieri con l’accusa di aver comprato un pacchetto di 4.000 preferenze, decisivo per la sua elezione con 11.217 voti nelle regionali 2010, pagando 200.000 euro a due colletti bianchi della ’ndrangheta. Si tratterebbe di Giuseppe D’Agostino, gestore di locali notturni già condannato anni fa per traffico di droga nell’inchiesta sull’Ortomercato, esponente della cosca calabrese «Morabito-Bruzzaniti» di Africo; e Costantino Eugenio, referente invece del clan «Mancuso» di Palmi, gestore di negozi. I due avrebbero attinto voti nell’hinterland milanese appoggiandosi alla famiglia «Barbaro-Papalia» di Platì e ad Ambrogio Crespi, fratello di Luigi, ex sondaggista di Berlusconi condannato nel dicembre 2011 in primo grado a 7 anni per bancarotta fraudolenta.


Che la ‘ndrangheta avesse allungato i suoi tentacoli fin dentro al Pirellone era cosa che si poteva fin qui solo sospettare. Ora l’arresto di Zambetti marca un confine che è stato superato. Da questo momento in poi sarà lecito parlare, domandare, interrogarsi sull’infiltrazione della ‘ndrangheta nella politica meneghina. Zambetti, in passato responsabile dell’Ambiente e poi dell’Artigianato, è il quinto assessore delle varie giunte di Formigoni a essere arrestato, dopo Guido Bombarda (Formazione professionale), Piergianni Prosperini (Turismo), Franco Nicoli Cristiani (Ambiente, Commercio) e Massimo Ponzoni (Protezione civile, Ambiente). E in questo momento è anche il tredicesimo consigliere regionale dell’attuale assemblea (su 80) a finire sotto inchiesta. La differenza è che quanto gli viene contestato non è una generica corruzione, a l’abituale peculato, ma di aver pagato la ‘ndrangheta in cambio di voti. Voti per Formigoni.


Un’intercettazione ambientale, disposta dal pm Giuseppe D’Amico, documenta infatti il pagament0, da parte del politico ai boss, di una delle ultime rate (30.000 euro) della somma concordata al momento dell’accordo sui voti nel 2010.L’assessore avrebbe poi fatto assumere la figlia di uno dei due ’ndranghetisti all’Aler, l’ente case popolari, e promesso di attivarsi per far avere lavori a cooperative e ditte degli ’ndranghetisti: il gip milanese Alessandro Santangelo gli contesta i tre reati di «scambio elettorale politico-mafioso», «concorso esterno in associazione mafiosa» e «corruzione» con l’aggravante di aver agevolato la ’ndrangheta. Intanto il cerchio attorno a Formigoni si stringe.