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II Pm accusa i fratelli Martina

da Luna Nuova del 5/06/2012 – pag. 3

 

Avrebbero trasformato l'azienda intestandola a una persona della famiglia, ottenendo così insieme all'ex Italcoge (anche questa fallita) l'affidamento da Ltf dei primi lavori Tav alla Maddalena. Ieri II pm Roberto Furlan ha chiesto una pena di tre anni e nove mesi, per concorso in bancarotta fraudolenta, peri gemelli Claudio e Roberto Martina. I Martina si sono sempre presentati come vittime di una frode che ha portato al dissesto della loro azienda. Ma ora il Pm li considera responsabili di essersi accordati con quello che finora era stato conside­rato un truffatore che aveva tradito la loro fiducia. Oltre ai gemelli Martina, a cui la Procura di Torino contesta la distrazione di 1,2 milioni, nell'inchiesta sono imputati tre intermediar!. Si tratta di Fulvio Visioli, Antonio Andreis e Pasquale Crescenzo, che però verranno giudicati in altro procedimento.

 

L'indagine era nata dopo la stessa denuncia dei Mar­tina, che, secondo la ricostruzione dell'accusa, si erano rivolti all'imprenditore Carmine Crescenzo, fratello di Pasquale, per raddrizzare le sorti dell'azienda. Quest'ul­timo, già condannato con altre tre persone in un altro procedimento per associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, alla truffa e a reati fiscali, aveva sottratto all'azienda alcuni macchinari e aveva creato un giro di fatturazioni false per diversi milioni di euro. Secondo la ricostruzione del pm, appunto, i Martina sarebbero stati non parti lese, ma d'accordo con Crescen­zo nell'affossare l'azienda.