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Scr* e la trappola della riserva Le opere costano il 40% in più
La società di appalti regionale al centro dello scandalo con i suoi appalti per un miliardo e trecento milioni di euro affidati tra il 2007 e il 2011. Le gare che di frequente si chiudono con l’autorizzazione a pagare importi "gonfiati".

 

di Ottavia Giustetti da Repubblica del 15/04/2011 – cronaca di Torino
http://torino.repubblica.it/cronaca/2012/04/15/news/scr_e_la_trappola_della_riserva_le_opere_costano_il_40_in_pi-33329774/

 

È Scr al centro dello scandalo con i suoi appalti per un miliardo e trecento milioni di euro affidati tra il 2007 e il 2011. Gare che di frequente si chiudono con l’autorizzazione a pagare riserve per importi "gonfiati".
Costi complessivi per le opere realizzate che sarebbero lievitati del 40 per cento a chiusura lavori. Accordi bonari sempre con la stessa manciata di imprese. Autorizzazioni a pagare firmate all'ultimo secondo, immediatamente prima della destituzione. Consulenze affidate sempre agli stessi professionisti.
È sui vertici della Società di committenza regionale e su come hanno gestito gli appalti pubblici, in particolare a partire dal 2009, che potrebbe ancora concentrarsi l'attività degli inquirenti coordinati dal pubblico ministero Cesare Parodi che ha iscritto al registro degli indagati Domenico Petruzzelli, Mauro Fegatelli, Massimo Fantini e Patrizio Torta. Nelle migliaia di pagine di documentazione sequestrate un paio di settimane fa dagli uomini della Guardia di Finanza del Gruppo Torino nella sede di Scr si possono trovare tutte queste informazioni. Una smisurata mole di dati su cui da mesi sta lavorando anche la Commissione d'indagine regionale presieduta da Alberto Goffi e insediata dopo lo scandalo tangenti in Sanità, l'inchiesta che ha portato all'arresto di Piero Gambarino e Caterina Ferrero.

 

Uno dei primi elementi trapelati dagli atti della commissione che però ha secretato tutte le informazioni raccolte, è che numerose consulenze risulterebbero affidate per anni sempre alle stesse persone. E che i nomi di alcuni dirigenti sarebbero ricorrenti nelle commissioni per la valutazione delle offerte. Un paio di indizi, ma non i soli. Un altro dettaglio importante potrebbe rivelarsi il "travaso" di dirigenti e collaboratori della Provincia che avvenne alla nomina alla presidenza di Scr di Luciano Ponzetti che prima era assessore provinciale alla Viabilità.

 

Questi collaboratori di fiducia, secondo le carte, avrebbero ricoperto sempre tutti gli incarichi di responsabilità nelle diverse commissioni, sia quelle istituite per la valutazione delle offerte nelle gare pubbliche, sia quelle per il raggiungimento degli accordi bonari con le imprese, nei casi di riserve superiori a 10 milioni di euro.

 

Il meccanismo ricorrente sarebbe questo: le imprese partecipano alle gare bandite da Scr con il metodo del massimo ribasso. Vincitrici dei grossi appalti sarebbero quasi sempre le solito quattro, tra queste Cogefa di Massimo Fantini. A lavori iniziati, la richiesta delle riserve, che per le imprese "amiche" sono liquidate con accordo bonario mentre per le altre vengono portate sempre davanti al giudice. E questi accordi bonari sono parecchio onerosi. Anche molto di più di quello approvato per la variante di Venaria. Ci sarebbe persino una gara affidata per 80 milioni e chiusa "bonariamente" a 106 milioni. Bisogna tener conto che nella dinamica tra ente e azienda, nel caso di appalti pubblici, avanzare la richiesta di riserve è diventata ormai una prassi, ma è anche prassi che le ditte chiedano 100 accontentandosi di ottenere dieci. Nei casi di Scr, invece, le commissioni per l'accordo bonario avrebbero riconosciuto alle imprese cifre che raggiungono il 60-70 per cento della richiesta. Molti di questi pagamenti sono ancora sospesi, bloccati quando la Società di committenza regionale è rimasta travolta dallo scandalo di Sanitopoli.

 

* SCR Piemonte S.p.A., società di capitali interamente partecipata dalla Regione Piemonte, è stata istituita con Legge regionale n. 19 del 6 agosto 2007 con l’obiettivo di razionalizzare la spesa pubblica e di ottimizzare le procedure di scelta degli appaltatori pubblici nelle materie di interesse regionale, in particolare nei settori delle infrastrutture, trasporti, telecomunicazioni e sanità.