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Se questo è un terrorista

 

di Ezio Bertok - www.ilmanifesto.it 28/02/2012


Finisce in tragedia la protesta pacifica di uno dei leader del movimento NoTav, salito su un traliccio e inseguito dalle forze dell'ordine. Con la certezza di sbagliare per difetto, registriamo che in 61 città italiane ieri si è manifestato in solidarietà con i valsusini. La 62esima manifestazione a Barcellona. In val di Susa l'autostrada e le statali rimangono bloccate dalla protesta NoTav. SARA DURA! (fabionews)


«In ogni caso manteniamo la calma, ma facciamo crescere la nostra fierezza e determinazione, anche questa volta saremo al centro dell'attenzione e nei cuori di molta gente in tutta Italia». Dopo aver concluso con queste parole il suo email spedito nella notte tra domenica e lunedì, Luca Abbà era tornato alla baita-simbolo della resistenza No Tav in val Clarea, a pochi metri dalle reti innalzate la scorsa estate. Poche ore di sonno e all'alba la baita sarebbe stata sgomberata. Nell'affollata assemblea del giorno prima, Luca aveva cercato di sollevare il morale di qualcuno che esprimeva preoccupazione per ciò che avrebbe potuto accadere nei prossimi giorni.


Alle 8:30 un susseguirsi di sms e email annunciavano che Luca era gravissimo dopo essere precipitato da un traliccio su cui era salito per attuare fino in fondo ciò che l'assemblea aveva approvato: la resistenza passiva, pacifica e determinata per difendere una valle da quell'aggressione militare che sola può spianare la strada alla grande truffa ai danni di tutti gli italiani e della stessa Europa.


In realtà si pensava che il blitz sarebbe avvenuto martedì, e numerosi anziani, tutti della valle, avevano deciso di farsi trovare sul posto per incatenarsi ciascuno ad un albero. Ora Luca è ricoverato al Cto, tenuto in coma farmacologico e con diverse fratture e lesioni interne. I medici stanno monitorando i danni provocati dalla folgorazione: si era avvicinato troppo ai fili dell'alta tensione mentre un poliziotto o un carabiniere o un militare di chissà quale arma stava salendo minaccioso sotto di lui per acciuffarlo. Il gesto di Luca ricorda quello di Turi Vaccaro che la scorsa estate era rimasto per giorni appollaiato per protesta in cima ad un albero nell'area sgomberata della Maddalena: chissà come catalogherà questo gesto il procuratore Caselli, chissà se il capo della polizia, il funzionario più pagato d'Italia, pensava a questo quando ha detto che «cercano il morto».


Mentre Luca veniva trasportato in elicottero all'ospedale la valle reagiva.
Già alle 9 a Giaglione si radunava gente: da lì era partita la marcia «a mani nude e a volto scoperto» che lo scorso 23 ottobre intendeva dare un taglio alle reti abusive. Giaglione da oggi è ai limiti di una zona rossa ben più larga di quella precedente: lo ha stabilito un'ordinanza prefettizia che non era neppure stata notificata prima del blitz. Con il pretesto dell'area di interesse strategico ogni parvenza di rispetto delle regole viene seppellita con disinvoltura, le ordinanze del prefetto non fanno eccezione. Solo a qualche amministratore locale e qualche consigliere regionale verrà consentito di accedere alla zona "dell'incidente": perché c'è da scommettere che la polizia tenterà di derubricare il grave fatto a spiacevole incidente, magari esibirà pure un ferito tra qualche poliziotto dicendo che tentava di convincere Luca a scendere.


Dalle 9 in avanti i cellulari non smettono di squillare, le caselle di posta si intasano, i siti No Tav non riescono a dare aggiornamenti in tempo reale; prezioso è il contributo di Radioblackout che raccoglie testimonianze e aggiornamenti. Mentre in tutto il paese partono iniziative di protesta e solidarietà la valle si mobilita: assemblee improvvisate nelle scuole, i sindacati di base dichiarano lo sciopero, l'autostrada e due statali vicino a Bussoleno vengono bloccate da migliaia di cittadini indignati.


Intanto il presidente della Comunità Montana chiede la sospensione dei lavori di allargamento del cantiere che non c'è: l'appello cade nel vuoto, le ruspe iniziano a spianare il terreno laddove non erano arrivate la scorsa estate. Anche Torino risponde: davanti il Cto si radunano decine di compagni di Luca per informarsi sulle sue condizioni e per scacciare chi è pronto a speculare su una tragedia annunciata e a gettare nuovo fango sul movimento No Tav.


Alle 13 è convocato un presidio davanti alla prefettura, per poi spostarsi davanti al municipio: nel pomeriggio è in programma un consiglio comunale in cui dovrebbero essere presentati due ordini del giorno: il primo, del Pd, esprime solidarietà a Caselli e chiederà che si dia inizio senza indugi alla grande opera, il secondo di Sel che nell'esprimere solidarietà al procuratore nega il rapporto tra aggressioni e resistenza No Tav e invita a riprendere il dialogo con le popolazioni. Chissà se gli eventi suggeriranno di soprassedere alla votazione.


Alle 17:30 a Bussoleno è in programma una grande assemblea popolare: vista l'affluenza prevista, è indetta nella grande piazza del mercato. L'appuntamento era già stato previsto al termine dell'assemblea del giorno prima, quella in cui Luca aveva invitato tutti ad avere più fiducia e a vincere la stanchezza. Quella in cui una signora settantenne aveva già deciso a quale albero si sarebbe incatenata all'indomani, e un docente universitario in pensione, anche lui ultrasettantenne, aveva dato la stessa disponibilità. In genere da queste parti le promesse vengono mantenute, e quel motto - «sarà dura» - racchiude il senso di una resistenza che dura da oltre vent'anni.


Ma in poche ore molte cose sono cambiate, Luca è in pericolo di vita e le ruspe continuano a spianare. L'assemblea si sposta allo svincolo dell'autostrada sempre bloccata come la statale 25. Si va avanti ad oltranza, l'obiettivo è rendere impossibile i cambi di turni dell'esercito «invasore». La manifestazione di sabato scorso aveva mostrato soprattutto due cose: che in questi vent'anni la determinazione della valle è più forte ogni giorno che passa e che l'equazione «notav = bene comune» è patrimonio di tanti nel nostro Paese. Come diceva Luca nel suo messaggio «anche questa volta saremo al centro dell'attenzione e nei cuori di molta gente in tutta Italia». Forza Luca, sarai presto di nuovo con noi a impedire la grande truffa.