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L'ombra della corruzione sugli appalti per le strade

Turbativa d'asta e abuso d'ufficio, nel mirino anche la nuova "bretella" di Venaria

 

di Alberto Gaino da La Stampa del 14/04/2012 – cronaca di Torino http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/450097/

 

Quattro provvedimenti interdittivi, decisi dal gip Alessandra Bassi, sono stati notificati ieri mattina all’ex vicepresidente del Collegio costruttori di Torino, Massimo Fantini, titolare di Cogefa; al direttore tecnico di Scr Piemonte, l’ingegner Mauro Fegatelli; al capo compartimento Anas della Calabria, l’ingegner Domenico Petruzzelli. Riguardano il divieto di esercitare «attività professionali e imprenditoriali» per due mesi. Fegatelli è stato sospeso dall’incarico, altrettanto Petruzzelli. Fantini, poi, ha ricevuto il divieto di «contrattare con la pubblica amministrazione» per un analogo periodo. Il medesimo provvedimento vale per la sua impresa. Significa non poter partecipare, a termine, ad appalti pubblici.

Il filo d’Arianna
Costruire strade è il mestiere di Fantini e della sua Cogefa e questo provvedimento interdittivo in realtà svela un retroscena più interessante - accuse di corruzione e turbativa d’asta - nelle 120 pagine che lo illustrano: il pm Cesare Parodi e gli investigatori della Guardia di Finanza arrivano a lui ascoltando i telefoni intercettati per un‘altra inchiesta, gonfiatasi via via di nuove notizie di reato riguardanti tutt’altro: la gestione nel dopo-Olimpiadi 2006 dei vari siti, l’accusa di turbativa d’asta per l’allestimento delle tre grandi mostre nelle ex Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie; il caso dell’Opera Pia Lotteri (casa di riposo in una posizione precollinare di grande interesse immobiliare) finito di fronte al Tar Piemonte. Siamo fra il 2010 e l’anno scorso.
Nel fascicolo madre si transita per le indagini sull’ex presidente del Tar Piemonte, Franco Bianchi, e sul concorso per designare nuovi dirigenti del Comune, finché il filo d’Arianna delle intercettazioni porta, non necessariamente in quest’ordine, ai due appalti che interessano i maneggi contestati a Fantini.

«Torino è piccola»
E’ dura addentrarsi nel labirinto di relazioni trasversali. «Diciamo che Torino è piccola», liquida l’argomento un investigatore. Certo è che l’accusa di turbativa d’asta, in concorso con Fantini, al massimo dirigente tecnico di Scr, la cassaforte degli appalti della Regione Piemonte, è destinata a far rumore. La contestazione a Fegatelli è pesante: «Al fine di favorire l’aggiudicazione a Fantini dell’appalto da 29 milioni di euro per la realizzazione della variante di Tortona, l’ingegnere è intervenuto sui commissari da lui stessi individuati disponendo la revisione delle valutazioni sull’offerta tecnica già effettuate dalla commissione». Per questo profilo Cogefa aveva ottenuto il quarto punteggio fra i vari concorrenti.
Ricostruisce il pm: «Fegatelli suggerisce le modifiche in modo tale da fare aumentare il punteggio dell’offerta tecnica di Cogefa». Conclusione: vince l’impresa di Fantini. Uno dei suoi avvocati, Alessandro Mazza, valorizza un altro aspetto: «Vincemmo perché la nostra offerta economica compensativa del punteggio tecnico si tradusse in un ribassone, di oltre il 27%». Sarà il processo a chiarire.

Varianti e aumenti
Il ribasso del 27,22% ricorre anche nell’aggiudicazione dell’appalto per le circonvallazioni di Venaria e Borgaro, messe in gara con una base d’asta di 34 milioni. Pure qui vince Fantini, insieme con Codelfa del gruppo Gavio. A questo punto entra in scena l’ingegner Petruzzelli, indagato di corruzione, abuso d’ufficio e falso in concorso con l’imprenditore. La Calabria dove opera il dirigente Anas non c’entra: Fantini chiede alla Provincia il riconoscimento di un extra di 24 milioni «per le varianti e i maggiori costi».

Le intercettazioni
Sulla base di intercettazioni, il pm ha concluso che Petruzzelli e Patrizio Torta, il primo presidente della commissione nominata ad hoc, l’altro componente, avrebbero fatto riconoscere a Fantini «oltre 7 milioni di euro, quando avrebbe dovuto avere solo un milione e mezzo». In cambio, l’imprenditore si sarebbe prodigato per far nominare Petruzzelli in Scr appoggiandosi a Stefano Bonino, fratello dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Barbara Bonino.
Domenico Arcidiacono, presidente di Scr, sentito dal pm come teste, ha dichiarato di aver visto Petruzzelli a Roma ma di non averlo ritenuto idoneo per un incarico di prestigio. L’assessore Bonino: «Il ruolo di mio fratello non è mai stato accertato».