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“ARRIVANO QUELLI DELLA VALLE DI SUSA, ROMPETEGLI IL C……”

 

…….Alla fine del dialogo sommesso il sottoufficiale si avvicina alla truppa, fa alzare le visiere a tutti quanti e con fare molto simile al sergente maggiore Hartman di Full Metal Jacket" urla: «Fate attenzione, mi raccomando, stanno arrivando quelli della Val di Susa. Oggi dobbiamo rompergli il culo».
Dopodiché si volta, guarda l'ufficiale quasi volesse un cenno di assenso, riguarda i suoi uomini uno a uno, scorre con il dito i loro volti e poi continua: «Avete capito? Sono quelli della Valsusa, oggi la pagano per tutto».


Le frasi sono state pronunciate da un sottufficiale delle Forze di Polizia a Torino durante uno sciopero degli studenti, in  via Pietro Micca angolo via Roma, il 15 febbraio alle ore 10, e riportate in un “articolo denuncia” del giornalista Andrea Doi sul giornale Nuova Società.


Gli studenti erano colpevoli, probabilmente, di avere in mano qualche bandiera NO TAV.


I Valsusini invece sono colpevoli di continuare ad opporsi, con costanza e determinazione, ad un progetto, il TAV Torino Lyon, utile solo alle lobbies economiche e partitiche che lo  vogliono costruire per poter continuare ad  usare la finanza pubblica come un bancomat cui attingere, come già fatto per le tratte  Roma-Napoli o Milano-Torino, per i propri interessi privati  a danno di quelli della collettività nazionale.


E’  un episodio grave che non va sottovalutato e, di fatto, rappresenta la cartina al  tornasole dell’atteggiamento, fatto di aggressività verbale e fisica, delle forze dell’ordine   nei confronti della comunità valsusina.


Aggressività, verbale e fisica, per lo più impunità per la mancanza, in questo Paese, di una norma civile che permetta l’identificazione, con un numero in codice, degli agenti utilizzati in azioni di ordine pubblico.


Ma, in questo caso, non dovrebbero davvero esserci problemi nell’identificare il sottufficiale in questione.


Non potevamo lasciar passare sotto silenzio questo ennesimo grave episodio, ed abbiamo quindi presentato un esposto alla Procura della Repubblica per denunciare questa istigazione alla violenza dei reparti mobili, che contrasta con le leggi.


E se anche questo esposto verrà archiviato  sarà un’ulteriore conferma del fatto che la Magistratura torinese, a dispetto delle dichiarazioni del Procuratore Capo Giancarlo Caselli, non opera affatto a 360 gradi ma sempre a 45 gradi  nei confronti dei cittadini NO TAV.


Giovanni Vighetti, Emanuela Favale, Renata Olivero, Walter Neirotti

Bussoleno 8 marzo 2013