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Notte da tregenda in Clarea


Pioggia fitta dal cielo e acqua gonfia nel torrente rombante.
Fango infiltrante tra le ruspe e le trivelle. Ma anche tra i piedi dei solerti soldatini blu!

 

Notte di spioni in Clarea. Occhi elettronici o sensori ultratecnologici hanno annusato i Folletti in avvicinamento e nemmeno il manto scuro della notte priva di stelle è riuscito a tenerli al riparo dai guardiafilospinatoisraeliano...
"Venta cerché e venta truveje!" ha urlato Giacu , piombato direttamente dal bosco e gocciolante di pioggia, per poi guidare i Folletti su fino al Campo della Memoria, mentre nel pollaio era tutto un razzolare infangato.
"A sun sì , i nostri mort. A sun sì i partigian. Mi ii sentu !" Un brivido percorreva i Folletti. Era il freddo, la pioggia o uno spirito ancestrale che soffiava a gonfiare il cielo, come se tutta la montagna ferita urlasse di dolore?

 

Rapido Giacu è scivolato verso il presidio in lamiera e, seguito da tutti i Folletti, ha preso a far suonare, cupi, i campanacci.


"Sveglia , sveglia!" urlavano in coro alla truppa imbestialita perchè privata del sonno ristoratore.
"Anduma!" ha urlato uno dei Folletti ma Giacu, aggrappato alle reti, ha gridato a sua volta "Mi stagu sì!".

 

I Folletti hanno ripreso il cammino tra la pioggia, verso valle.
Giacu, sibilando incomprensibili imprecazioni, è scomparso tra larici e betulle......
Alla prossima!