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Comunicato dei comitati No Tav di Vaie e Sant’Antonino

 

In questi ultimi giorni notiamo con preoccupazione come un disegno politico-giudiziario ben orchestrato stia prendendo sempre più forma. Azioni intimidatorie, militarizzazione del territorio, arresti e denunce continue.

Come comitato di S.Antonino-Vaie siamo indignati per il trattamento che hanno ricevuto due nostri paesani di ritorno dalla marcia di sabato 10 agosto a Giaglione: l’aggressione da parte di due uomini della digos (con fuoristrada Hundai targato DA632DW) ai danni di Marco e Stefano. Azione degna dei peggiori film americani: taglio della strada per fermare l’auto, fatti uscire con la forza e afferrati violentemente mettendogli le braccia dietro la schiena, perquisiti e insultati nel modo più greve e apostrofata in malo modo anche la mamma di Marco, rea di avere allevato figli no tav
Solo l’arrivo provvidenziale di altri attivisti no tav fa cambiare registro ai due “sceriffi".

Ora, come se non bastasse già questo ignobile episodio, il solito Numa sulla Stampa di ieri e in quella di oggi riporta i nomi e i cognomi dei nostri amici scrivendo che sono stati denunciati per danneggiamento alle reti. Naturalmente nessuna notifica è giunta loro, Numa viene utilizzato dalla questura per falsificare la realtà e intimidire. Oltre il danno la beffa.
Marco e Stefano sono due giovani valsusini abitanti a S.Antonino. Cresciuti in famiglie fieramente no tav da generazioni. La nonna di Marco in molti la ricorderanno quando fece perdere la pazienza alla Bresso (e di conseguenza le elezioni regionali!) durante una contestazione ad Avigliana in chiusura di campagna elettorale. Marco aveva poco più di sedici anni. Oggi è parte attiva del movimento insieme a tutta la sua famiglia. A loro va la nostra solidarietà mista a rabbia per le continue ingiustizie che stiamo vivendo tutti.

Così come vogliamo esprimere solidarietà a Giobbe, ragazzo che tutti conosciamo e apprezziamo per l’impegno e la passione che spende al nostro fianco. Vogliamo ricordare che l’episodio contestatogli riguarda fatti avvenuti a novembre 2012 dove era stato coinvolto anche Andrea di Vaie, che dal 16 aprile è obbligato tutti i giorni ad andare a firmare in caserma. Quel giorno sappiamo tutti che nulla degli assurdi reati che vengono contestati sono successi.

E’ quantomeno inquietante quello che sta avvenendo in Valle di Susa: ogni giorno le statali sono pattugliate da carabinieri e polizia spesso con armi in mano, ci piombano nelle nostre case la mattina presto, ci perquisiscono come i peggiori mafiosi e ci accusano di terrorismo. Prepotenze e intimidazioni non si contano più, così come gli arresti, i fermi e i fogli di via.
Dicevamo che c’è un disegno ben preciso nel quale la procura sta giocando il ruolo chiave, quello di zittire un’intera valle che non vuole arrendersi, una piccola Valle diventata un grande problema per il potere, perché decisa a non piegarsi alle prepotenze di uno Stato padrone
Ma noi a tutto questo non ci abitueremo mai e continueremo a denunciare indignati ogni sopruso così come continueremo a lottare per difendere la nostra Valle.

comitati no tav S.Antonio-Vaie