vai alla home page

Bookmark and Share

 

Ndrangheta, processo Minotauro: dieci anni all’ex sindaco di Leinì


da Narcomafie del 25-11-2013

http://www.narcomafie.it/2013/11/25/ndrangheta-processo-minotauro-dieci-anni-allex-sindaco-di-leini/


Si è chiuso con 36 condanne, 37 assoluzioni e un non luogo a procedere il primo grado del processo Minotauro, sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel torinese. Lo ha deciso il collegio presieduto dal giudice Paola Trovati. Ad ascoltare la sentenza in aula vicino ai pm torinesi anche il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli e il presidente di Libera don Luigi Ciotti. La Procura di Torino aveva chiesto 73 condanne per un totale di oltre 730 anni.


La condanna più alta, a 21 anni e mezzo di carcere e quattromila euro di multa, è per Vincenzo Argirò, considerato esponente del ‘Crimine’ di Torino, il braccio armato della malavita sul territorio.


Non mancano gli esponenti politici: condannato a 10 anni Nevio Coral, ex sindaco di Leinì accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, mentre l’ex segretario comunale di Rivarolo, Antonino Battaglia, accusato di contatti con la rete dei calabresi per la campagna elettorale alle europee del 2009 dell’ex sindaco Fabrizio Bertot (non indagato ndr), è stato condannato a 2 anni di reclusione e interdetto dai pubblici uffici per un anno. I giudici hanno assolto completamente dal reato di associazione di stampo mafioso quelli che secondo l’accusa erano esponenti della ‘bastarda’ torinese, articolazione territoriale distaccata della ”società” di Solano.


Tutta la storia del processo Minotauro: dalla prima udienza alla sentenza (da Narcomafie del 26-11-2013)


La ‘ndrangheta in provincia di Torino è una realtà. Lo ha stabilito oggi il verdetto pronunciato dalla corte presieduta da Paola Trovati condannando 36 soggetti – 23 per 416/bis – e assolvendone 38. Questo il bilancio del primo grado, per il rito ordinario, del processo Minotauro.


Pene severe per tutti i soggetti nel ruolo di comando del gruppo criminale. Spiccano le pene inflitte a Vincenzo Argirò, membro del crimine, condannato a 21 anni di reclusione o come quella comminata a Salvatore De Masi a 14 anni.


La ‘ndrangheta all’ombra della Mole è diventata così potente grazie ai rapporti con la politica. E gli esponenti politici che hanno stretto patti con i clan sono stati puniti severamente: Nevio Coral, ex sindaco di Leinì la Corte dovrà scontare la pena di 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, mentre Bruno Trunfio, ex assessore nel Comune di Chivasso 7 anni. Più mite la pena inflitta ad Antonino Battaglia, ex segretario comunale di Rivarolo Canavese condannato a due anni per voto di scambio senza che gli sia stato riconosciuto il 416/ter.


La Corte ha assolto tutti gli appartenenti alla “bastarda”, la cellula non riconosciuta dalla casa madre calabrese.


Alle condanne di primo grado si aggiungono le oltre 60 condanne arrivate in altre procedimenti. La ‘ndrangheta Torino, strutturata in diverse locali in tutta la provincia, era una realtà: le condanne di oggi ne hanno dato la conferma.