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L’alta velocità inglese si inceppa

 

di Simone Gallotti da Il Secolo XIX (shippingonline) del 20-08-2013
http://shippingonline.ilsecoloxix.it/p/economia_e_finanza/2013/08/20/AQYLyx-velocita_inglese_inceppa.shtml

 

Londra - Lo dicono anche i luoghi comuni: l’Inghilterra è diversa dal resto del continente europeo. E ora oltre alla guida a sinistra e al rifiuto del sistema metrico decimale, si aggiunge l’identikit del No-Tav britannico. Più che i blocchi dei cantieri e gli scontri con la polizia, come avviene in Italia, in Inghilterra a schierarsi contro le grandi opere sono i conservatori che scrivono report in punta di penna e aiutati da precisi calcoli, stanno affossando il più grande progetto di collegamento ferroviario britannico dopo il tunnel sotto la Manica.

 

Nel 2009 il governo laburista diede vita al progetto Hs2 (High speed 2) per collegare con l’alta velocità Londra al cuore dell’isola, primo step per poi arrivare sino in Scozia. Un sogno. La realtà, anni dopo, ha costretto il nuovo governo Cameron ad accontentarsi di raggiungere Manchester e Leeds. Due tratte che in corrispondenza di Birmingham si dividono e di fatto collegano a 360 km/h metà del regno, unendo comunque 8 delle principali città d’Inghilterra. Il progetto però viaggia velocemente solo sul binario dei problemi. Intanto quelli politici: le West Midlands sono territorio laburista e la continuazione del progetto da parte dei conservatori-liberali, è vista come un’operazione acchiappa voti in territorio ostile. Tanto che ora i labours da sponsor del progetto sono diventati i principali detrattori dell’opera. Ma l’offensiva adesso è sul fronte economico e lo studio dell’Institute of Economic Affairs, lancia l’allarme: i costi per la costruzione della Hs2 sono il doppio di quanto il dipartimento dei Trasporti del governo inglese ha dichiarato. Secondo il report, per concludere i lavori serviranno 80 miliardi di sterline (circa 90 miliardi di euro) e non 40 come preventivato. Eppure il governo aveva già recentemente rivisto le stime, alzando l’asticella di una decina di miliardi di pound, ma le 58 pagine firmate dall’istituto (di parte sì, ma tenuto seriamente in considerazione a White Hall) smontano ogni calcolo fatto dell’esecutivo. Non solo, secondo lo studio se quegli 80 miliardi fossero spesi nell’attuale infrastruttura su gomma e per riammodernare i binari ora in funzione, il valore economico generato sarebbe enorme (320 miliardi) superiore a quello portato dal progetto Hs2.

 

I lavori dovrebbero partire nel 2017, almeno per la prima tratta, quella da Londra a Birmingham e significherebbero un il collegamento ad alta velocità ininterrotto tra il continente e il cuore del Regno Unito, grazie al tunnel sotto la Manica. Proprio i precedenti progetti vengono ora presi ad esempio per dimostrare tutti gli errori storici dei governi nella valutazioni dei costi. La Hs1 (il tratto di alta velocità dalla fine del tunnel sotto la Manica sino a Londra) aveva un preventivo di un miliardo: il costo finale è stato di 11 miliardi di sterline. Il prolungamento della linea Jubilee della metropolitana della capitale, era superiore di 4 volte rispetto alle previsioni. Non solo la storia, anche la cronaca sembra essere contro la nuova linea: nonostante l’operatività totale dell’Hs2 non sia prevista prima del 2032, i costi delle case nelle zone attorno ai cantieri, sono già crollati, dimezzandosi. Il governo fa quadrato: «E’ un’opera vitale per il futuro dell’Inghilterra - tuona il dipartimento dei Trasporti - e garantirà una spinta economica anche per le generazioni future». «Non è vero - ribatte il gruppo “StopHs2”, i No-Tav locali - è solo una cattedrale nel deserto». In fondo tutto il mondo è paese.