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Retromarcia delle Ferrovie “Tav, i costi sono stabili”

La Bei è indisponibile alla certificazione delle spese

Una lettera del ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, al collega francese chiede
di convocare l’assemblea istitutiva della società che realizzerà e gestirà il tunnel di base

 

di Maurizio Tropeano da La Stampa del 27-11-2014 – Cronaca di Torino
http://www.lastampa.it/2014/11/27/cronaca/retromarcia-delle-ferrovie-tav-i-costi-sono-stabili-GU3TA4h1pG4HIXK81X1laJ/pagina.html

 

Questa volta il presidente delle Ferrovie, Marcello Messori, è rimasto a casa. Era stato lui, due settimane fa, ad affermare davanti alla commissione Trasporti del Senato che era difficile indicare con certezza i reali costi della Torino-Lione e dunque anche i ricavi. Ieri, invece, l’amministratore delegato, Michele Elia, ha spiegato che il «costo non è cambiato rispetto al 2012, cioè è di 8,329 miliardi». È stato lui a spiegare che il tasso di rivalutazione del 3,5% che aveva portato alla lievitazione della spesa a 12 miliardi è «vecchio di tre anni» e dunque non è più attuale. Se si prendono per buone le stime francesi oggi sarebbe all’1,7% ma si tratta di un valore di riferimento per ora teorico visto che «il bando di gara sarà fatto con la legge francese ad un costo di 8,329 milioni che dovrà essere certificato». In Francia è prevista una rivalutazione dei costi su base annuale e così sarà anche per la Tav anche se non è detto che porterà ad un incremento visto che quest’anno l’aggiornamento è al ribasso, meno 0,7%.  

 

Se la doppia audizione dei vertici di Ferrovie dovrebbe aver dissipato i dubbi sui costi effettivi della Torino-Lione, i governi italiano e francese sono alla ricerca - affannosa - del certificatore. Il bando di gara promosso da Ltf, infatti, è andato deserto, e la Bei, Banca Europea degli investimenti, interpellata da Palazzo Chigi, si è «dichiarata indisponibile». Il soggetto sarà scelto nell’ambito di una «procedura per inviti» di qualificati soggetti internazionali. 

 

Il promotore  
Italia e Francia, invece, dovrebbero dar vita al «promotore», cioè la società che dovrà realizzare e poi gestire il tunnel di base di 57 chilometri il 16 dicembre. Almeno questa è la data che il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha proposto nella lettera indirizzata al segretario di stato francese ai Trasporti, Alain Vidalies. Il promotore eredita le attività di Ltf ma cambia i soci. 
Il governo francese entra direttamente con il ministero dell’Economia, quello italiano sostituisce Rfi con la holding Fs, di proprietà al 100% del Mef anche se il governo indicherà i componenti del Cda e il direttore generale.  
Una soluzione «in famiglia» che, almeno secondo Elia, dovrebbe permettere di risolvere anche il diverso valore attribuito alle quote di Ltf che per Rfi valgono 95 milioni mentre per i cugini d’oltralpe 500 mila euro.  

 

A Torino la sede operativa  
Se l’attività del promotore sarà regolata dal diritto francese la sede operativa sarà invece localizzata a Torino e l’Italia nominerà anche il direttore finanziario. Anche la regione Piemonte, come la Rhone Alpes, avrà diritto di nominare un proprio rappresentante nel Cda ma come semplice uditore e senza diritto di voto. 

 

Un’opera free-crime  
Nella lettera del ministro Lupi al suo collega francese vengono anche indicati i tempi e gli strumenti necessari a completare l’iter per ottenere i contribuiti dell’Ue. Ieri Elia ha ribadito che da Bruxelles arrivano conferme che il co-finanziamento dell’opera sarà pari al 40% e questo vorrebbe dire per l’Italia un sostegno di 1,9 miliardi. E, soprattutto, il ministro ribadisce che i «due governi sono impegnati ad adottare misure omogenee di contrasto della criminalità organizzata in Italia ed in Francia rendendo la Torino-Lione un’opera free-crime» definendo gli ambiti di applicazione della normativa antimafia italiana che per Lupi è «inderogabile».