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Expo, l'assalto ai cantieri della mafia imprenditrice:
"Scoperte infiltrazioni in una azienda su otto"

Dalle targhe clonate per mascherare i subappalti illegali ai legami familiari con i boss:

i documenti riservati della prefettura di Milano mostrano come i clan abbiano preso il controllo anche di ditte apparentemente "pulite"

 

Di Piero Colaprico da Repubblica del 05-01-2015-01-05
http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/01/05/news/expo_l_assalto_ai_cantieri_della_mafia_imprenditrice_scoperte_infiltrazioni_in_una_azienda_su_otto-104289554/?ref=HREC1-6

 

MILANO - Te lo confidano a mezza voce i penalisti: "Ci sono aziende che ormai non possono più lavorare perché uno dei soci è pregiudicato, e ci chiamano per un consiglio, ma che possiamo fare?".

Lo sussurrano informalmente i poliziotti: "I mafiosi qui hanno finito di scherzare e sentirsi impuniti, li possiamo toccare sui soldi, come insegnava Giovanni Falcone". Chi ufficialmente potrebbe parlare, tace in pubblico. Ma il dato di fatto è certo. È cominciata nei territori del Nord una guerra dura e silenziosa alla mafia imprenditrice, alla "zona grigia". E l'Expo di Milano è la trincea più avanzata.

Repubblica ha potuto osservare alcuni documenti riservati. Ne ha tratto cinque episodi, sufficienti a raccontare un "sistema". Un'impresa di costruzioni era entrata nella White List delle aziende affidabili per i cantieri Expo e poteva stare tranquilla. Invece è finita "out": mandava sul cantiere della Tangenziale est esterna auto, camion e ruspe con le targhe clonate. Cioè affidava ad altri imprenditori, molto meno "puliti", gli importanti lavori che aveva ottenuto. E per evitare i controlli, aveva ideato la "furbata": mettere le proprie targhe, autorizzate, su mezzi non autorizzati, e guidati da dipendenti d'aziende che erano state in qualche caso già cacciate dai cantieri. Via tutti, dunque, senza possibilità di rientrare.

Un'altra impresa gode - è facile "apparecchiare" le carte - della liberatoria antimafia. Ma s'indaga lo stesso: una delle titolari è sposata con un detenuto, esperto nel traffico internazionale di stupefacenti. Il capitale sociale serve, viene accertato, "alle spese legali e al sostentamento dei familiari", e questo motivo basta e avanza per sbattere fuori dai cantieri quest'azienda. E anche la terza azienda appare a prima vista specchiata, ma ha assunto - attenzione: i detective solitamente sono scettici riguardo alle coincidenze - esclusivamente operai che arrivano da un piccolo paese del crotonese.