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La telefonata che incastra il ministro: “Ercole, ora ti mando uno per delle consulenze. È mio figlio”

Spuntano nuove intercettazioni: i soldi delle alluvioni dirottati verso il Terzo Valico, le cene di partito e il monsignor sensibile ai cantieri

 

di Guido Ruotolo da La Stampa del 20-03-2015
http://www.lastampa.it/2015/03/20/italia/politica/ercole-ora-ti-mando-uno-per-le-consulenze-mio-figlio-Q5M4epG9DSenhpzge1GFGL/
pagina.html

 

E che diamine. Il sarto. Signori, il sarto deve fare la prova. L’abito deve essere perfetto. Il ragazzo non può aspettare. Sì lui, il raccomandato, il figlio di... Dalle carte dell’inchiesta fiorentina emerge un’intercettazione nuova. Il collaboratore di Maurizio Lupi chiama Frank Cavallo: «Senti, noi abbiamo il ministro junior qua che deve misurare un vestito... (il sarto,ndr) deve venire al partito, il partito nostro Ncd, può venire qua il sarto piuttosto che far venire lui là, questo mi ha chiesto Maurizio di dirti... Via Arancione». 

 

Maurizio Lupi non è indagato, lo sappiamo. È stato crocefisso (politicamente) - e per questo oggi salirà al Quirinale per dimettersi - per i vestiti regalati, per i Rolex, i biglietti aerei, i posti di lavoro per il figlio, i ricatti a Renzi («Se si sposta a palazzo Chigi la cabina di regia delle Grandi Opere faccio cadere il governo»). E anche per una difesa fa acqua e una gestione del ministero che è sembrata politicamente debole rispetto allo strapotere dell’accoppiata Incalza-Perotti. 

 

Nuovi interrogatori  
Mentre Lupi a Roma stava decidendo di dimettersi, a Firenze la Procura ascoltava Giuseppe Cozza, ex Dg della Metropolitana di Milano, che al telefono con Giulio Burchi, indagato (e sentito per 11 ore l’altro giorno in Procura) raccontava delle pressioni del ministro. «Con noi ci ha provato...io gli ho tenuto botta pesantemente ma in quel caso lì era Lupi che insisteva... capisci?». Insisteva perché Cozza dispensasse incarichi e consulenze a Stefano Perotti. «C’era il suo segretario - prosegue Cozza - che mi ha portato dall’assessore al bilancio che è un altro di Cl che c’era questo Perotti per vedere se potevamo dargli l’incarico per la M5 e per la M4». 

 

La telefonata per il figlio  
E poi c’è l’interessamento per il figlio. L’8 gennaio del 2014 il ministro chiama Incalza e lo mette in riga: «Tra un quarto d’ora ti mando questo che è venuto da Milano a Roma a fare due chiacchiere?». Dimmi chi è? «Nel senso di avere consulenze e suggerimenti eccetera... Viene mio figlio Luca». 
È un mettersi sull’attenti generalizzato. Incalza, Perotti, Cavallo: tutti a disposizione del «ministro junior», ingegnere neolaureato, per la sua prima esperienza di cantiere.  

 

Alluvione, niente soldi  
«Ercole Incalza, il 17 novembre 2014, parlando al telefono con il ministro Lupi, manifesta la sua preoccupazione per la proposta di alcuni parlamentari di togliere i soldi per il Terzo Valico e destinarli al ripristino urgente delle opere danneggiate dalle alluvioni in Liguria. Il ministro lo rassicura dicendogli che anche lui è contrario a tale proposta». Nulla di penalmente rilevante, naturalmente.  

 

Le cene per l’Ncd  
Come le cene organizzate per finanziare l’Ncd o certe Fondazioni, o per la campagna elettorale. Sono sempre loro, i Cavallo e Perotti che organizzano tutto. La cena a Bari? Con l’incontro ristretto che la precede, con Salvatore Menolascina, «La Cascina», Cavallo, Renato Schifani e una quinta persona. Poi c’è la cena allargata. Dice Lupi: «Facciamo Schifani, Quagliariello, Angelino (Alfano, ndr) e Cassano. Invita i due rettori. Non una cosa da 50 persone». Ma la chiamata alle armi arriva per la cena-evento del 19 febbraio del 2014 a Roma organizzata dalla Fondazione Inwork al Sofitel di viale Lombardia: 70 persone al massimo, 5000 euro a coppia. Vengono invitate tutte le grandi imprese. Stefano Perotti è in prima fila per la riuscita dell’evento: «Vianini ha detto che non veniva, mi ha chiamato l’ingegner Oliva per dirmi che si scusava ma “il Consiglio non mi ha dato il via libera”». Perotti al telefono con Oliva: «Mi dice il ministro Lupi che stava organizzando la cena per la raccolta fondi... che la vostra impresa non è interessata... Volevo consigliarle vivamente la partecipazione». A Pasquale La Zazzera della Saipem spiega che il ministro Lupi in questa cena «per una raccolta fondi», «parlerà delle infrastrutture italiane e all’estero. Ci sta lui e ci sta anche la Serracchiani». 

 

«Monsignor mattone»  
Uomini di fede e uomini di Chiesa, accomunati da un certo modo di intendere la politica e gli affari. Monsignor Francesco Gioia, già indagato a Padova per dei miniappartamenti, e che sentitamente ringrazia per l’assunzione del nipote, non solo vuole impegnarsi per la campagna elettorale di Lupi ma cerca di aiutare gli amici. A Stefano Perotti gli garantisce di risolvere il problema del figlio Philippe che si è laureato a Londra in un’università non riconosciuta. «(Stefano) manda il curriculum all’Istituto Marconi che conosco... io c’ho una buona amicizia». E al gruppo suggerisce anche imprese per i lavori all’Expo.