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Tav, l’Antitrust boccia Virano

L’Autorità garante della concorrenza rileva un conflitto di interessi nella nomina dell’ex presidente dell’Osservatorio alla direzione di Telt, la società incaricata di costruire la Torino-Lione. Giallo sugli atti finora sottoscritti, a rischio di nullità

 

Da Lo Spiffero del 16-12-2015

http://www.lospiffero.com/buco-della-serratura/tav-lantitrust-boccia-virano-24858.html

 

L’Antitrust ha accertato il conflitto di interessi nella nomina dell’architetto Mario Virano, ex presidente dell’Osservatorio sulla Tav e commissario del governo, a direttore generale di Telt, la società incaricata di costruire e gestire il tunnel della futura Torino-Lione ad alta velocità. Il garante della concorrenza e del mercato si è mosso dopo la segnalazione di Francesca Frediani, consigliere regionale M5s del Piemonte, rilevando una situazione di incompatibilità. Virano è stato designato a capo di Telt lo scorso 23 febbraio, lo stesso giorno in cui ha abbandonato la carica di commissario del governo. A quanto pare secondo l’Antitrust  è stata violata la legge 215 del 2004 nominandolo prima che fossero passati 12 mesi dalle sue dimissioni da commissario straordinario di governo per la Tav e numero uno dell’Osservatorio sulla Torino-Lione. “Il titolare di cariche di governo – è ricordato nel provvedimento del Garante – non può ricoprire cariche o uffici o svolgere altre funzioni ovvero esercitare compiti di gestione in società aventi fine di lucro o in attività di rilievo imprenditoriale”.

 

Al momento dell’avvio del procedimento Virano – difeso da Antonio Catricalà - aveva commentato dicendo: “Da buon soldato ho obbedito agli ordini ricevuti: fino al 23 febbraio il governo mi ha detto che dovevo fare il commissario e quel giorno che dovevo assumere l’incarico di direttore generale di Telt. Presumo che il governo abbia fatto ogni cosa nel rispetto delle normative vigenti. Ed ora i miei avvocati stanno preparando tutta la documentazione da consegnare all’Autorità Garante”. Documentazione, evidentemente, non convincente. Se sul piano formale il pronunciamento del garante non è vincolante, non sfugge il peso politico dell'atto e le sue ripercussioni. Per questa ragione è probabile che anche Palazzo Cighi affianchi Virano nel ricorso al Tar. Ora si apre la questione della validità degli atti sottoscritti in questo lasso di tempo da Virano, a partire dagli accordi europei e transnazionali: a rigore di diritto potrebbero essere dichiarati nulli. Una bella grana per il governo.