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ALCHEMIA: Quaranta arresti fra i clan della Piana

Coinvolti politici e funzionari della Commissione Tributaria e dell'Agenzia delle Entrate. Sotto la lente di Sco e Dia gli appalti del terzo valico. Nuove accuse per Caridi. Chiesta misura anche per Galati, bocciata dal gip

 

dal Corriere della Calabria del 19-07-2016
http://www.corrieredellacalabria.it/index.php/cronaca/item/48130-maxioperazione-alchemia,-40-arresti-fra-i-clan-della-piana

 

REGGIO CALABRIA Quaranta persone sono finite in manette nell'ambito della maxioperazione "Alchemia" contro i clan Raso-Gullace-Albanese e Parrello Gagliostro, eseguita questa mattina dagli uomini dello Sco e della Mobile , insieme ai reparti della Dia. Fin dalle prime luci dell'alba, perquisizioni e arresti sono scattati in Calabria, Liguria, Lazio, Lombardia, Piemonte e in tutto il Nord Italia.


Stando alle prime indiscrezioni, nell'indagine sarebbero coinvolti anche diversi politici reggini, incluso il senatore Antonio Caridi, per il quale qualche giorno fa la Dda di Reggio Calabria ha già avanzato richiesta d'arresto alla Camera di appartenenza, nell'ambito dell'inchiesta Mammasantissima, che ha svelato la cupola massonico-mafiosa che governa la 'ndrangheta. Ma Caridi non sarebbe l'unico. Con i clan della Piana sarebbe stato in contatto anche il deputato Giuseppe Galati. Per lui, la Dda aveva sollecitato un provvedimento cautelare, ma la richiesta è stata bocciata dal gip che non ha ritenuto sufficiente il quadro indiziario a suo carico.


«Siamo di fronte a una nuova operazione che dimostra come la ‘ndrangheta abbia ormai ramificazioni stabili sul territorio nazionale e come non sia solo criminalità spiccia – dichiara il procuratore capo della Dda, Federico Cafiero de Raho -. Dall’indagine sono emersi gli interessi dei clan in decine di imprese, attive non solo nel classico settore del movimento terra, ma anche in quelli ad alta tecnologia e specializzazione, come quello della produzione delle lampade a led». Ma i clan avevano messo le mani anche sui sub-appalti per la realizzazione dell'infrastruttura ferroviaria del cosiddetto "Terzo Valico".   «Su questo fronte abbiamo importanti riscontri riguardo gli appalti che dimostra come i clan fossero attivi sul fronte del “Sì Tav”»


Ma dall'indagine sono emersi anche contatti degli affiliati con politici locali, regionali e nazionali di Reggio Calabria, nonché con funzionari dell'Agenzia delle entrate e della Commissione tributaria della medesima provincia, volti a condizionare il loro operato con reciproco vantaggio.


Le indagini, dirette dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, con il coordinamento del Servizio centrale operativo, sono state condotte dalla Squadra Mobile di Genova e Reggio Calabria nonché di Savona. Altro segmento di indagine è stato svolto dal Centro Operativo Dia di Genova, insieme a quelli di di Reggio Calabria e Roma. Sotto sequestro, beni mobili, immobili, depositi bancari di numerose società riconducibili alle consorterie mafiose per un valore complessivo stimabile in circa 40 milioni di euro.