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Cociv decapitato da scandali. E botte ai No Tav

Terzo Valico. «Cemento come colla», appalti truccati ed escort. Manette a presidente e al vice del consorzio guidato da Impregilo-Salini. Cariche e feriti a Alessandria

 

di Marco Vittone da Il Manifesto del 30-10-2015

 

Sommerso dagli scandali giudiziari, il Terzo Valico fa acqua da tutte le parti. D’altronde, quanto può essere solida un’opera dove «il cemento sembra colla», come dice un intercettato nell’ultima inchiesta che ha portato all’arresto del presidente e del vice del Cociv, consorzio guidato dalla potentissima Impregilo-Salini, che realizza l’infrastruttura.
Il governo Renzi, come i precedenti, non ha mai messo in discussione l’opera, malgrado le proteste delle popolazioni (ieri terminate in scontri) e l’assenza di serie analisi costi-benefici. «S’ha da fare», diceva la berlusconiana Legge obiettivo, contestata a parole ma mai cancellata, e lo ribadisce ora il ministro Graziano Delrio.

 

Ieri, ad Alessandria, quasi come se niente fosse, si è svolto l’Alessandria l’Open Space Technology, l’evento promosso dal commissario di governo del Terzo Valico, Iolanda Romano, per discutere delle «opportunità» per il territorio date dai 60 milioni di finanziamenti messi sul piatto dal ministro delle infrastrutture e da Rfi. «Non ci sottraiamo al confronto», aveva detto il commissario, mettendo a tacere le perplessità di alcuni sindaci sull’opportunità dell’evento dopo le ultime vicende.

 

I No Tav avevano annunciato che sarebbero andati a contestarlo, scrivendo sul sito «Roviniamogli la festa». E così è stato. Diverse centinaia di persone si sono radunate fuori dal centro sportivo Centogrigio, sorvegliato da un imponente schieramento delle forze dell’ordine che, quando i manifestanti si sono mossi per bloccare l’accesso ai delegati iscritti, sono intervenuti con una dura carica. Alcuni No Tav sono rimasti feriti. Contestati sonoramente i senatori del Pd Stefano Esposito e Daniele Borioli, sostenitori del Terzo Valico.

 

«I 60 milioni di compensazioni dovrebbero darli ai terremotati», ha replicato Claudio Sanita, uno dei leder del movimento contro la grande opera. «Non bisogna commissariare il Cociv ma fermare i cantieri. Le inchieste dimostrano – ha aggiunto Sanita – quello che dicevamo da anni. Noi non ci fermiamo, sabato prossimo bloccheremo il cantiere di Cravasco. E il 27 novembre saremo a Roma contro Renzi e una riforma costituzionale che toglie poteri alle comunità. Oggi la battaglia contro il Terzo valico passa dalla caduta di Renzi, sostenitore delle grandi opere. Contestiamo anche le compensazioni, istituzionalizzazione del meccanismo della tangente: si svende il territorio in cambio di soldi».

 

Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ha chiesto il commissariamento del consorzio che ha la titolarità dei lavori «in modo da evitare che un’opera così essenziale per lo sviluppo di questa parte dell’Italia si incagli a tempo indefinito».

 

L’inchiesta che ha decapitato il Cociv pone sotto la lente appalti truccati per 324 milioni. Gli imprenditori non pagavano solo tangenti, ma offrivano anche escort ai dirigenti del general contractor.