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Strage a Viareggio. “Fs investiva solo sull’Alta velocità”

La requisitoria dei pm al processo per il deragliamento che uccise 31 persone, tra gli imputati c’è Moretti

 

di Ferruccio Sansa da Il Fatto Quotidiano del 20-09-2016

http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/strage-a-viareggio-fs-investiva-solo-sullalta-velocita/

 

In questa tabella possiamo osservare il bollettino prezzi della macelleria Era”. Ha detto proprio così il pm Salvatore Giannino durante la requisitoria del processo per il disastro ferroviario di Viareggio (oggi è attesa la richiesta delle pene) che provocò 32 vittime. “Era” sta per Agenzia europea per la sicurezza ferroviaria. Il pm parlava dell’antisvio, quel sistema che, applicato a ogni vagone merci, segnala immediatamente il deragliamento, fermando il convoglio. Uno strumento che forse avrebbe evitato la tragedia, ma non era presente sul treno deragliato il 29 giugno 2009. E non è obbligatorio neanche oggi. Il motivo? Si terrebbe conto dei bilanci, dei soldi, più che delle vite umane. Come ha spiegato il pm Giuseppe Amodeo: “Ogni carro allestito con un sistema molto più evoluto anche dell’antisvio sarebbe costato tra i seimila e gli ottomila euro”. Per l’Era sembrano pesare più di quelle “tre vite umane l’anno” che secondo le statistiche sarebbero provocate dal trasporto ferroviario di merci pericolose. Ma i pm, come ha riportato Il Tirreno, non hanno risparmiato nemmeno le Ferrovie: c’era chi all’interno di Trenitalia si era occupato di valutare se l’antisvio potesse essere applicato ai treni merci da acquistare. Non se ne fece nulla. Ed ecco l’affondo dei magistrati: “Il settore merci pericolose per Trenitalia non faceva vetrina, non era strategico. Era l’Alta Velocità che consentiva di fare apparizioni brillanti”. Perché, a detta dei pm, Trenitalia conosceva il sistema “dal 1998. Da allora ad oggi ci sarebbe stato un bel po’ di tempo per sperimentarlo, per confrontarsi con la Svizzera”.

 

E pensare che, hanno ricostruito i magistrati, “vista la criticità connessa al trasporto di merci pericolose, l’Organizzazione sovrannazionale per i trasporti internazionali ferroviari aveva previsto di dotare – a partire dal 2011 – i carri con merce pericolosa del rilevatore di deragliamento”. Ma passano gli anni e non se ne fa niente. E il pm Giannino ha mostrato un documento: “Ecco una mail del ministero dei Trasporti con la quale l’Italia dichiara la ferma convinzione di introdurre l’obbligo del dispositivo antisvio per i carri trasportanti merci pericolose a partire da quelli più vetusti. Come quello di Viareggio”. Era il 2013 e ancora nulla. Il ministero nella mail ricordava che “le conseguenze dell’incidente di Viareggio sarebbero state molto più limitate se il carro deragliato fosse stato attrezzato con il dispositivo che ne avrebbe impedito la corsa al primo accenno di deragliamento”. Sarebbe bastato adottare quel sistema “semplice ed economico”. Ma non è cambiato nulla.

 

Una requisitoria durissima. Oggi le richieste di pena: imputate 9 società e 33 persone. Tra loro Mauro Moretti, all’epoca numero uno di Ferrovie adesso alla guida di Finmeccanica. Poi Michele Mario Elia che durante il processo divenne ad di Ferrovie. Altri imputati ora ricoprono posti chiave nell’Agenzia per la sicurezza ferroviaria.