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305.000 ff/l di amianto in falda a Clara e Buona. La salute è a rischio ma la Rossa tace

da notavterzovalico.info del 10-03-2017
http://www.notavterzovalico.info/2017/03/350-000-ffl-di-amianto-in-falda-a-clara-e-buona-la-salute-e-a-rischio-ma-la-rossa-tace/

 

Questo articolo è per stomaci forti, perché tanta è la rabbia che proviamo nel momento in cui scriviamo. Rabbia nei confronti di Cociv, di chi come il Partito Democratico e il centrodestra hanno voluto e continuano a sostenere un’opera assurda come il Terzo Valico, rabbia, tantissima rabbia nei confronti di Rita Rossa, un Sindaco che gioca spregiudicatamente con la pelle dei suoi cittadini. Ma proviamo ad andare con ordine e a non farci annebbiare il cervello dalla rabbia.

 

Ieri, in una conferenza stampa, i pentastellati alessandrini hanno reso nota la documentazione delle analisi svolte da Arpa nel sito di Clara e Buona a seguito dell’evento alluvionale dello scorso novembre che portò all’esondazione della Barmida e all’invasione del sito utilizzato dal consorzio Cociv come deposito di smarino proveniente dagli scavi del Terzo Valico. Secondo le analisi piezometriche di Arpa nelle acque sotterranee (leggasi falda acquifera) del sito della cava Clara e Buona vi sarebbe una concentrazione di amianto variabile fra un minimo di 60.795 fibre/litro ed un massimo di 305.144 fibre/litro. Un dato sconvolgente che non sembra aver preoccupato più di tanto Arpa che nella sua relazione ha ricordato come non vi sia un valore limite stabilito dalla legge per il parametro amianto nelle acque. Nel nostro bel paese questo valore non esiste ma ci è bastata una veloce ricerca in rete per trovare un rapporto della International Agency for Research on Cancer, agenzia intergovernativa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui esistono prove sufficienti per dimostrare la cancerogenicità di tutte le forme di amianto per l’uomo. Fra queste anche l’ingestione di fibre di amianto presenti nell’acqua. Suvvia, perfino chi è in malafede dovrebbe capire senza troppe difficoltà che mai come in questo caso dovrebbe valere il principio di precauzione. Se per la comunità scientifica all’unisono una sola fibra di amianto respirata può provocare l’asbestosi, il mesotelioma o il carcinoma polmonare può sembrare normale e salutare bere un litro d’acqua contenente la bellezza di trecentomila fibre di amianto? Voi lo dareste un bicchiere d’acqua con queste caratteristiche a vostro figlio?

 

Domande retoriche per molti ma non per tutti, considerato che il Sindaco Rita Rossa, nonostante avesse queste analisi fra le sue mani, ha pensato bene di ritirare la delibera che sospendeva il conferimento di smarino da parte del Cociv all’interno della cava Clara e Buona. Giova ricordare come a circa un chilometro da dove sono stati fatti i campionamenti di Arpa sorgono i pozzi della Aulara che riforniscono l’acquedotto di Alessandria. Stiamo parlando dell’acqua che esce dai rubinetti degli alessandrini e pertanto, per tutelare la loro salute, il minimo sarebbe stato di chiedere nuovi controlli più approfonditi e confermare la delibera di sospensione del conferimento dello smarino. Probabilmente non lo sapremo mai ma come escludere che acqua contenente fino a 305.144 fibre/litro di amianto non sia stata bevuta da chissà quanti cittadini?

 

L’altro elemento che non fa altro che accrescere la nostra rabbia è che Rita Rossa si è ben vista dal rendere pubblici questi dati, troppo impegnata a sostenere le ragioni di chi in combutta col suo partito devasta la nostra terra per costruire un’opera inutile e pericolosa per la salute di tutti.

 

Il Consigliere Comunale Andrea Cammalleri ha presentato al Sindaco un’interpellanza per far luce sulla vicenda. Noi, in attesa che il Sindaco risponda, non possiamo comunque esimerci dal dare sulla vicenda un giudizio politico di merito. E’ molto semplice: con la salute dei cittadini non si può giocare e Rita Rossa dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa a tutti per il suo ignobile comportamento. Altro che avere la faccia tosta di ricandidarsi a Sindaco, il minimo sarebbe ritirarsi a vita privata e qui fermiamo la nostra rabbia per non incorrere in una querela.

 

Bisogna continuare senza esclusione di colpi e con tutta la passione di cui sappiamo essere capaci la battaglia per fermare il Terzo Valico. Per la salute di tutte e tutti noi, per difendere la vita delle nostre figlie e dei nostri figli.