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VARIANTE TELT 2017: l'intrico delle gallerie nel cuore della montagna.

Le loro varie funzioni. I problemi per amianto ed acqua

La variante prevede una grande mole di opere in sotterranea: oltre all'esistente tunnel geognostico, rinominato "Galleria Maddalena 1", sono progettate altre 6 gallerie che avranno vari ruoli durante le fasi di costruzione ed altri a lavori ultimati.

 

 

 

Al centro dell'intrico di tunnel è posta l'"Area di sicurezza Clarea" che nella futuribile condizione di esercizio della tratta transfrontaliera avrebbe la funzione di consentire l'arrivo dei soccorsi dentro al tunnel di base: un treno che avesse un incidente in una delle due gallerie di base dovrebbe essere trainato da una motrice inviata in soccorso fino a questa postazione, dove sarebbero possibili l'evacuazione dei passeggeri ed il soccorso prestato da mezzi dei vigili del fuoco ed ambulanze.

La posizione di quest'area nella montagna è variata rispetto alla previsione del precedente progetto definitivo, risultando ora spostata di 4 km verso Susa.

 

 

 

 

 

Nello schema indicato qui sopra si riconoscono:

- in grigio le due gallerie parallele del tunnel di base

- in celeste la galleria cenrale di soccorso, percorribile dai mezzi gommati quali ambulanze

- in giallo le vie trasversali di comunicazione tra i tre tunnel, poste ogni 50 m.

 

 

 

Lo schema sottostante rappresenta invece, rispetto all'area di sicurezza, la posizione ed il tracciato delle diverse gallerie previste nel progetto in variante.

 

 

 

 

Descrizione

    • gallerie del tunnel di base: di colore giallo-verde nello schema
    • galleria Maddalena 1: è il tunnel geognostico già esistente ed è disegnato in grigio (quello che parte più in basso e compie poi una curva verso sinistra, raggiunge l'area di sicurezza e ne fuoriesce per un tratto a sinistra)
    • galleria Maddalena 2: in rosso bordato con ampia fascia fuxia, parte parallela al tunnel geognostico per circa 2,2 km e poi vira verso destra dove raggiungerà il tracciato progettuale dei due tunnel di base da scavare verso Susa; queste 3 gallerie hanno il diametro maggiorre, di circa 10 m., e sono le uniche opere realizzate con talpa (TBM), il resto con mezzi tradizionali, ossia escavatori ed esplosivi
    • galleria connessione 1: in colore blu scuro, si diparte dalla Maddalena 1, dopo il suo tratto iniziale, ed ha una funzione iniziale: quella di permettere il raggiungimento dell'area deputata alla sicurezza per poter iniziare a scavare l'enorme camerone che la ospiterà; dopo l'entrata in funzione della linea sarà il tunnel percorribile dai mezzi gommati di soccorso.
    • galleria connessione 2: in colore celeste, si diparte dalla Maddalena 2, dopo il suo tratto iniziale, ed è destinata ad una specifica funzione in fase di esercizio della futuribile linea: quella di canale di ventilazione dei tunnel di base; sostituisce la "finestra di ventilazione" che il precedente progetto definitivo collocava in alta val Clarea
    • galleria Maddalena 1 bis: di colore violetto, è destinata ad ospitare le rocce verdi (potenzialmente portatrici di amianto) che vi verranno intombate a fine lavori

 

 

PROBLEMA AMIANTO

 

Il progetto in variante afferma che tutte le pietre potenzialmente amiantifere che saranno rinvenute durante gli scavi saranno racchiuse in appositi contenitori di speciale plastica e temporaneamente accantonate "in sicurezza"; non è però spiegato dove e come ciò possa avvenire in pratica. A lavori ultimati tutti i contenitori verranno trasferiti nei tratti di galleria che non saranno poi più utilizzati, in quanto necessari solo per le movimentazioni in fase di cantiere.

 

I dati degli elaborati progettuali stimano che nell'intero complesso di smarino movimentato negli anni siano presenti "solo" 130.000 metri cubi di materiale asbestiforme, partendo da quello di cui è accertata la presenza nei primi 400 metri all'imbocco dei tunnel di base a Susa (portale est). Per poter ospitare anche solo questa quantità si rende necessario scavare un'ulteriore galleria di deposito, la Maddalena 1 bis, lunga circa 1 km: si ritiene che, anche in relazione alle probabilità di rinvenimento di maggiori quantità di materiale amiantifero, la lunghezza di quest'ultima sia stata sottostimata.

La figura sottostante riassume le localizzazioni delle intombature finali delle "rocce verdi"

 

 

 

 

PROBLEMA ACQUA

 

I lavori di scavo delle diverse gallerie provocheranno un elevato consumo di acqua ad uso delle lavorazioni; inoltre notevoli quantità (imprecisate) verranno disperse o incanalate nella Dora Riparia,comportando un danno alla vita nel fiume dovuto alla loro elevata temperatura (media stimata 37° in galleria).

 

Il progetto di variante stima poi quale possa essere, a lavori ultimati, il drenaggio permanente che scola dall'imbocco del tunnel di base a Susa: fino a 440 litri al secondo, ossia 14 milioni di metri cubi all'anno. Anche questi saranno persi, incanalati nella Dora, a meno di ritenere attuabili le fantasiose ipotesi adombrate quali l'utilizzo per teleriscaldamento, per allevare storioni o coltivare bananeti in serra...

 

Non viene analizzato e quantificato l'effetto di impoverimento che tali dispersioni avrebbero su falde acquifere e pozzi della zona.