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Cirio ritratto come Moro, volantini choc. Il governatore: il Piemonte non si ferma

Le minacce sulle pareti del centro sociale Askatasuna a Torino. E i No Tav attaccano giudici e istituzioni

 

di Irene Famà e Massimiliano Peggio da La Stampa del 01-10-2020 (ED. Torino)

https://www.lastampa.it/cronaca/2020/10/01/news/cirio-ritratto-come-moro-volantini-choc-il-governatore-il-piemonte-non-si-ferma-1.39368041

 

«Qualcuno forse pensa di fermare il Piemonte e i piemontesi con le intimidazioni. Ma, ci ha insegnato Aldo Moro, “la vera libertà si vive faticosamente tra continue insidie”. E la nostra terra va avanti». Il presidente del Piemonte Alberto Cirio cita lo statista della Democrazia Cristiana per commentare i volantini trovati ieri incollati sulle pareti esterne del centro sociale torinese Askatasuna, luogo simbolo dell’antagonismo. Fotomontaggi – cinque in tutto – che sostituiscono il volto del presidente Cirio a quello dell’onorevole Moro nella fotografia diffusa dalle Brigate Rosse dopo il rapimento. Sotto la frase: «I cosplayer che vogliamo». Dove il riferimento è al cosplay, la pratica dei fan di indossare i costumi dei personaggi dei fumetti giapponesi. Come dire che Cirio dovrebbe indossare i panni di Moro. «Minacce – aggiunge Cirio – che si aggiungono a quelle rivolte in queste ore a rappresentanti della Giustizia e di altre Istituzioni dello Stato».

 

A Torino si respira un clima teso. L’altro giorno una busta con due proiettili è stata recapitata ad Elena Bonu, magistrato del Tribunale di Sorveglianza che nei giorni scorsi aveva ha firmato l’ordinanza di carcerazione per Dana Lauriola, portavoce del movimento No Tav ed esponente di Askatasuna, negandole misure alternative. Un segnale allarmante. Per questo è stata affidata la scorta al magistrato. Ieri notte, intorno al Palagiustizia, sono stati fermati due attivisti No Tav, dopo aver incollato una ventina di volantini, firmati da un sedicente Nuovo Pci, contro esponenti delle istituzioni, accusati di far parte della «mafia del Tav». Poco dopo, è stato ritrovato il fotomontaggio choc contro Cirio. Episodi su cui indaga la Digos, coordinati dal dirigente Carlo Ambra.

 

Secondo gli investigatori sarebbero azioni slegate tra loro. Da un lato le minacce a Cirio. Dall’altro il fermento No Tav, legato al centro sociale Askatasuna. Episodi da distinguere, ma che ruotano intorno alla casa occupata di corso Regina Margherita, tempio nazionale dell’autonomia. Per celebrare i vent’anni di quel luogo, nel novembre 2016, era stato ospitato il fondatore delle Brigate Rosse Renato Curcio, per la presentazione di un suo libro.

 

Ieri, mentre erano in corso perquisizioni legate alla vicenda dei proiettili, la politica reagiva ed esprimeva solidarietà. «Nessuna critica politica può trovare spazio dove c’è violenza» scrive la sindaca di Torino Chiara Appendino. La vicepresidente della Camera Anna Rossomando (Pd), invita a «non sottovalutare il grave atto». Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, il partito di Cirio, si dice «vicino all’amico fraterno». Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, aggiunge: «Questo dimostra come ancora oggi il clima di odio degli anni di piombo si annidi in alcuni ambienti».