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Su quei sentieri c’eravamo tutti!” In carovana verso Clavière,
per solidarietà non solo a Emilio Scalzo

da Pressenza - International press agency - del 25-01-2022

https://www.pressenza.com/it/2022/01/su-quei-sentieri-ceravamo-tutti-in-carovana-verso-claviere-per-solidarieta-non-solo-a-emilio-scalzo/

 

Il paesaggio è bellissimo e il contrasto non potrebbe essere più stridente. Da una parte la pista perfettamente innevata sotto il blu che splende del sole di gennaio, turisti che scendono beati zigzagando o anche a piedi. Dall’altra fitta schiera di agenti anti-sommossa che bloccano la strada.

 

Due cartoline che coesistono nello stesso spazio-tempo, che descrivono come meglio non si potrebbe lo scontro di mondi che da tempo si consuma in questo tratto di arco alpino: il nostro contro il loro. Siamo poco fuori Clavière, cittadina al confine con la Francia e destinazione della lunga carovana di macchine, una sessantina, che domenica 23 gennaio si sono date appuntamento a San Didero in bassa Val di Susa, per raggiungere quest’area di frontiera teatro nel luglio scorso della manifestazione che ha visto incriminato e ormai estradato in Francia il NoBorder (oltre che NoTav) Emilio Scalzo.

 

Carovana variopinta, rumorosa, sventolante di bandiere. Da San Didero passando per Bussoleno, Susa, Chiomonte, Oulx, ovunque lasciando volantini, striscioni appesi, rievocando anche in francese dentro il megafono la storia di Emilio. L’accusa è di violenza contro pubblico ufficiale e il Mandato di Arresto Europeo è risultato inappellabile.

 

Qualche giorno fa è stata negata anche la richiesta di misure alternative alla detenzione nel carcere di Aix Luynes, alla periferia di Aix en Provence, oltre 300 km lontano dai familiari. “Pericolo di fuga”: questa la motivazione. Si è fatto appello, si spera in un diverso giudizio fra qualche giorno. Nel frattempo si cerca di far sapere.

 

Un turista che per caso si trovava a scendere a piedi lungo la statale, a un certo punto si avvicina al veicolo fermo ormai da un po’, quello dove ci sono gli altoparlanti che amplificano gli interventi al microfono: “Mais dites moi, qui est-il, cet homme, Emiliò… cosa ha fatto… pourquoi est-il en prison…”

 

Una compagna francese riassume nel controluce di questa vicenda l’altra faccia di queste montagne che non sono solo piste da sci, o per il golf quando viene l’estate – ma violenza della polizia che giorno e notte cerca di ostacolare il passaggio dei “sans papiers”, con le conseguenze a volte tragiche di cui però nessuno parla.

 

Ed ecco spiegato il senso di questa spedizione a Clavière, se non ci fosse stata la gendarmerie a sbarrare la statale: del caso Emilio Scalzo, in prigione per un reato a tutti gli effetti presunto ma ancora da giudicare, soggetto a un’estradizione “cautelare” che non ha precedenti, si sa pochissimo in Italia e ancor meno in Francia. Ed è urgente far sapere. Non solo del suo caso, ma di ciò che rappresenta.

 

“Sotto accusa è l’intera lotta alla frontiera. Emilio è sempre stato accanto agli ultimi e agli sfruttati, e quindi in prima linea ad aiutare chi, senza il ‘buon documento’ si ritrovava costretto ad attraversare questa frontiera di nascosto, braccato dalle polizie. (…) Attendiamo la risposta del secondo giudice, che si esprimerà nel giro di pochi giorni. Rilanceremo iniziative di solidarietà nel caso la risposta negativa venga confermata. Contro la violenza della polizia! Emilio libero! Nessun* è illegale!” conclude un post dal sito www.passamontagna.info che ringraziamo anche per il testo che segue, per registrare l’ennesimo cadavere rinvenuto i primi di gennaio nei pressi di Modane, l’ultimo della serie: “…Nessun giornale italiano ha riportato la notizia…”.

 

Lo facciamo qui su Pressenza e continueremo a seguirle anche in seguito, queste storie di bella e difficilissima solidarietà, di generosità che invece di essere premiata viene punita con la forza, di comunità che si mobilitano e si affratellano lungo le varie rotte della migranza in Italia: da Trieste a Lampedusa, da Riace a Clavière.