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Processo Grattacielo della Regione, così la prescrizione ha salvato i manager

Maria Ferreri e Paolo Rosa accusati di corruzione escono di scena

 

di Irene Famà da La Stampa del 15/11/2021 - ed. Torino

https://www.lastampa.it/torino/2021/11/15/news/processo_grattacielo_della_regione_cosi_la_prescrizione_ha_salvato_i_manager-412869/

 

Si sapeva che le componenti in acciaio avrebbero comportato minori risparmi rispetto alle lavorazioni in cemento, le saldature in quota avrebbero richiesto l’impiego di manodopera più specializzata». Un progetto, quello dell’archistar Massimiliano Fuksas, dal costo di poco più di 200 milioni di euro, da realizzare in tre anni e con pochissimi margini di arricchimenti fuori controllo.

 

Ecco il «peccato originale» che avrebbe reso il grattacielo della Regione Piemonte, che oggi si staglia sul cielo di Torino senza aver mai aperto i battenti, un orgoglio architettonico incompiuto. L’espiazione fu trovata in una variante migliorativa che non migliorava nulla, ma permetteva solo di sborsare altro denaro e stravolgere il progetto. Il risultato sono dieci anni di ritardi, spreco di denaro pubblico, processi con esiti contraddittori e una giustizia incompiuta. Perché gli imputati di questa storia o sono morti o sono stati salvati dalla prescrizione. Pagano due comparse che per il loro ruolo hanno dovuto assecondare i reati commessi da altri e pagano i contribuenti.

 

È la sintesi di un «pasticcio di opere pubbliche» che si coglie leggendo le motivazioni del processo d’appello scaturito dall’inchiesta coordinata dal pm Francesco Pelosi sugli affari e le corruzioni legati alla costruzione del grattacielo.

 

Da una parte il colosso Coopsette, un gigante d’argilla finito in liquidazione nel 2015. Dall’altra gli allora funzionari apicali della Regione come l’influentissima Maria Grazia Ferreri, oggi in pensione, il suo collaboratore Luigi Robino, e il defunto Ezio Enrietti, marito della Ferreri, ex esponente politico negli anni’80, titolare della Les, società edile che ha partecipato ai lavori complementari del cantiere.

 

Tutti assolti in primo grado. In appello per Ferreri e Paolo Rosa, manager di Coopsette, il reato di corruzione è stato prescritto. Condannati invece a 1 anno e 6 mesi per favoreggiamento alla corruzione Luigi Robino, dirigente regionale, e Carlo Savasta, nominato amministratore della Les per «mascherare» il conflitto d’interesse tra la funzionaria e il marito imprenditore.

 

In sintesi. I lavori di scavo sono stati il prezzo della corruzione. Coopsette aveva bisogno della variante e la funzionaria della Regione ha agevolato la Les. L’aspetto centrale di questa vicenda sono i tempi: la variante migliorativa, che è costata alla Regione 56 milioni di euro a fronte della giustificazione di un risparmio di appena 13mila euro, la CoopSette la stava pianificando prima ancora di aggiudicarsi la gara. Dal 30 novembre 2011, i lavori del grattacielo si sarebbero dovuti completare nell’arco di 3 anni. In quel palazzo non è ancora entrato nessuno.