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Venerdì 22 luglio è stato convocato a Torino il “nuovo” osservatorio per la Torino Lione.

 

Cos’è l’osservatorio? E’ quel luogo dove le società pubbliche e private RFI-TELT incontrano i loro “capi”, ministri, commissari, prefetti e fanno il punto sulla progettazione- devastazione della nuova linea Torino-Lione alta velocità – capacità.

 

Qual è l’obiettivo di questi tavoli? Sono dei luoghi “finti” che servono a far credere ai cittadini europei che chi progetta queste opere lo sta facendo con il consenso delle comunità locali interessate. Sono dei luoghi dove non si progetta un bel niente ma si coordinano le attività speculative e di spreco del denaro pubblico.

 

Quali saranno gli argomenti trattati venerdì? Si parlerà della tratta nazionale e internazionale della futura linea. Si parlerà delle opere di accompagnamento-compensazione ovvero del prezzo di vendita dei territori attraversati dalla linea.

 

Sulla passerella di gala il Prefetto di Torino, il Presidente Regione Piemonte Cirio e il Sindaco di Torino Lo Russo. Occorre dunque ricordare agli amministratori pubblici dei territori coinvolti, da questo devastante progetto, alcune banali e semplici nozioni.

Partecipare a questi tavoli è utile solo a chi vuole devastare la Valle di Susa. Serve come successo negli ultimi incontri europei sui corridoi di mobilità a portare a casa altre risorse per devastare e sprecare denaro pubblico. Serve, come dicevamo sopra, a far credere all’opinione pubblica e alle vere vittime delle grandi opere (i cittadini europei che le finanziano) che queste ultime sono “condivise” da chi le subisce.

 

Sentiamo da tanti anni il ripetersi di alcune assurde giustificazioni propedeutiche alla “partecipazione per recuperare materiale e informazioni”. Falso, come ci dimostrano le commissioni tecniche indipendenti, i materiali e le informazioni si recuperano con un metodico lavoro di accesso agli atti pubblici nei vari depositi dei progetti presso i protocolli degli enti coinvolti.

 

“Partecipiamo per dovere istituzionale”. Sbagliato, l’unico dovere che deve muovere un amministratore pubblico è difendere l’interesse dei cittadini. Fare gli interessi della Valle di Susa non vuol dire dunque sedersi con chi la vuole devastare o comprare.

 

E ancora, “Partecipiamo per dare battaglia”. Magari, da anni invece non vediamo nulla di tutto questo se non parole al vento, fuori tempo e in perenne ritardo.

 

Per queste e per molte altre buone motivazioni ancora l’invito rimane lo stesso: un chiaro no alla distruzione della valle di Susa e alla complicità istituzionale con chi la vuole devastare