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Riflessione di Eric Gobetti* in merito alla manifestazione del 1°Maggio 2022 di Torino

https://www.facebook.com/erik.gobetti/posts/10158953964257644

 

Bentornata oppressione.


A tre anni dall'ultimo Primo Maggio celebrato in piazza, a Torino il copione non cambia. Ieri in città ha sfilato un corteo enorme, ma diviso in maniera più netta del solito fra chi (istituzioni e partiti di governo) è intenzionato a combattere una guerra mondiale contro la Russia e chi invece invoca il dialogo e la trattativa. Questa seconda parte del corteo era decisamente più corposa e variegata, fatta di bandiere, colori, simboli diversi fra loro ma tutti uniti nella richiesta urgente di un'alternativa. Non solo alla guerra, ma anche al sistema di potere economico, politico e sociale dominante. Non bisogna per forza condividere queste visioni alternative, ma credo che una moderna democrazia dovrebbe prenderne atto, accettare il dialogo, consentirgli libertà di parola. Invece, tanto per cambiare, questa parte di corteo è stata fermata dalla polizia e più volte caricata, manganellata, decine di ragazzi e ragazze sono stati mandat* all'ospedale. Vi diranno che ci sono stati “8 poliziotti contusi”, che “gli antagonisti hanno cercato lo scontro”, che i “no-tav” o forse i “putiniani” o chissà quale altro nuovo “cattivo” ha cercato di impedire il normale svolgimento del corteo. È falso, semplicemente falso. La polizia ha aggredito per impedire ai manifestanti di arrivare in piazza e – eventualmente - contestare il sindaco e le altre autorità. Per puro caso, o per scelta politica, la polizia ha evitato di proseguire le cariche e coinvolgere nella violenza anche i tanti anziani e bambini che sfilavano poco dietro.


In questo modo, con questi metodi, i nostri potenti intendono difendere la democrazia. Una democrazia molto limitata, a quanto pare, dove chi governa ignora la Costituzione e opera in direzione diametralmente opposta. Dove si fa la guerra chiamandola pace, si invoca la sicurezza provocando insicurezza, si parla di lavoro incentivando il precariato, si combatte la criminalità favorendo la mafia, si difendono i diritti negandoli ai migranti condannati all'illegalità. È la stessa democrazia che celebra i fascisti e condanna la Resistenza. E condanna anche chi lo fa notare, chi mette in discussione quelle “verità ufficiali” con prove, fonti e analisi storiche condivise da centinaia di studiosi.


Se la nostra democrazia è quella che ho visto all'opera ieri a Torino, direi che non possiamo dare lezioni a nessuno. Dobbiamo solo rimboccarci le maniche, restare solidali con tutti i popoli, combattere ogni oppressione e lottare per difendere quel poco di libertà che ci rimane.--

Eric Gobetti

* Storico del Fascismo e della Resistenza