Ma 20 Comuni rimangono fermi sul No

Un documento condiviso chiede di non procedere con i carotaggi

In valle permane un clima di tensione che potrebbe portare forti proteste

 

di Marco Giavelli da Luna Nuova del 4/12/09 – pag. 3

 

Venti comuni che hanno deliberato in consiglio comunale il loro "no" ai sondaggi sono tanti. Un dissenso che comunque la si pensi non può essere consideralo marginale. Anche perché la stragrande maggioranza di questi comuni, ben 15 sui 23 totali della bassa valle, si trova nell'area che più di tutte è toccata daI passaggio della Torino-Lione: degli 11 interessati dal piano sondaggi, in 8 hanno già deliberato la loro contrarietà. E se guardiamo l'ampio spettro di territorio su cui insistono i carotaggi, che tira in ballo 27 comuni Torino compreso, finora hanno detto "no" in 11.

 

In alta valle si sono espressi contro Oulx, Gravere e Giaglione, l'unico ad avere un sondaggio sul suo territorio. In bassa valle troviamo Venaus, Mattie, Bussoleno (che si è detto contrario «in questo momento»), Villarfocchiardo, Vaie, Chiusa S.Michele, Sant'Ambrogio e Avigliana tra quelli inseriti nel piano sondaggi; Mompantero, Bruzolo, San Didero, Caprie, Villardora (che però ha parlato di «perplessità»), Almese e Caselette tra quelli non direttamente coinvolti. E poi i due della collina morenica: Rivalta e Villarbasse, che hanno adottato anche loro una delibera "no sondaggi". Sono tutte amministrazioni rette dal Pd, dal centrosinistra o da liste civiche vicine al movimento No Tav.

 

Ma martedì mattina il presidente in pectore della neonata Comunità montana valle Susa e val Sangone, che non si è ancora formalmente insediato, non è stato invitato al vertice in prefettura. Così a farsi portavoce di questo dissenso è stata Carla Mattioli, sindaco di Avigliana, che ha pre­sentato un documento condiviso da buona parte delle 24 maggioranze comunali che in Comunità montana appoggiano Sandro Plano, fatta eccezione per tre o quattro. Il documento snocciola in quattro punti le ragioni che hanno portato questo gruppo di amministratori a richiedere «una sospensione delle operazioni di sondaggio e delle determinazioni sul Piano strategico al fine di permettere alle amministrazio­ni di sviluppare le necessarie forme di consultazione nei consigli comunali e in riunioni istituzionali tra gli amministratori comunali».

 

Nel testo si fa riferimento al fatto che il piano strategico non è ancora stato esaminato e dibattuto nei nuovi consigli comunali eletti a giugno, ribadendo che «lo sviluppo di un territorio alpino va pianificato e sostenuto economicamente comunque», a prescindere dalla realizzazione della Torino-Lione. Poi si dice che la maggioranza delle amministrazioni della bassa valle «ritiene che Ltf e Rfi debbano presentare le alternative di tracciato, compresa l'op­zione zero, le relative analisi dei costi e dei benefici e le valutazioni dei danni, prima di procedere con le indagini geognostiche». Il terzo punto ricorda che «in valle permane nella popolazione un clima di tensione che potrebbe portare a forti manifestazioni di protesta all'avvio dei sondaggi delle qual i sindaci non potranno essere ritenuti responsabili». Infine si pone l'accento sul periodo di transizione della Comunità montana, che non ha potuto svolgere «il consueto ruolo di coordinamento tra i comuni» tanto che «il presidente eletto il 7 novembre e procla­mato il 16 novembre non è stato invitato a questa riunione».

 

Il documento è stato redatto sabato scorso proprio sotto la regia di Plano, che rimarca: «Non sono certo soddisfatto. Non mi sembra che abbiamo chiesto cose fuori dal mondo. Mi pare evidente che in una larga fetta della popolazione la campagna di sondaggi non è condivisa e questo su­scita in noi forti preoccupazioni a livello di ordine pubblico. I tanto invocati consigli comunali hanno diritto di esprimersi sui sondaggi e sul Piano strategico. Per capire il livello di contrarietà, bisogna ragionare sui comuni interessati dai sondaggi e quindi dalle ipotesi di tracciato. E mi pare che l'indice sia piuttosto alto, specie in bassa valle». Per Giorgio Vair, vicesindaco di San Didero, «non c'è tutta quella condivisione che vogliono far credere. Nessun comune, se non verbalmente, ha dato il suo ok ai sondaggi con una delibera di consiglio. Sondaggi che sono stati approvati da due tecnici che per noi non hanno più alcun mandato e che hanno deciso sulla base di risvolti politici che a loro non competono».

 

E Lionello Gioberto, sindaco di Vaie, rincara la dose: «Prima ci dicono che il progetto preliminare dell'opera dovrà essere pronto per marzo, poi scopriamo che il son­daggio in località Bennale dovrà andare in profondità per 600 metri e durerà 16 settimane, cioè quattro mesi. Mi pare evidente che in primavera non potranno mai avere tutti i dati di questi son­daggi. O ci dicono che il progetto sarà pronto nel 2012, o chi dice che serviranno per il preli­minare dice una bugia». Resta da capire come si muoveranno i comuni che hanno dei sondaggi che insistono su terreni di proprietà comunale. Villarfocchiardo è uno di questi: «La legge ci permette di non consentire l'accesso, ma a quel punto su­bentra la procedura di esproprio - fa notare iI sindaco Emilio Chiaberto - Ci opporremo fino a quando le legge ce lo permetterà. Capiamo anche noi che un sondaggio non è di per sé invasivo. Il problema è che una volta che saranno iniziati, tutti diranno che sono partiti i lavori del Tav: è questa strumentalizzazione politica che non pos­siamo accettare». Anche a Sant'Antonino c'è un sito di proprietà comunale. Il sindaco Antonio Ferrentino non si sbilancia, ma fa chiaramente capire che per lui i sondaggi si devono fare: «Per ora non abbiamo ricevu­to richieste. Quando sarà ora, le valutere­mo con la maggioranza e la conferenza dei capogruppo. Visto che lo stesso ministero ha condiviso il principio che verranno prese in considerazione più ipotesi di tracciato compresa l'opzione zero, ritengo che una maggiore conoscenza del territorio possa essere utile a tutti».

 

Non molto diverse le dichiarazioni che arrivano dal centrodestra. Daniela Ruffino, sindaco di Giaveno: «Un sito di sondaggio è previsto a Giaveno in località Villanova, su un terreno privato e per 10 settimane di attività, un altro a Trana. Sono sondaggi geologici che consentiranno di acquisire dati tecnico-scientifici sui terreni e sulla presenza eventuale di falde acquifere. Un ulteriore elemento positivo di conoscenza del territorio, quindi, per le amministra­zioni locali. Appena avremo indicazioni, daremo tutte le informazioni possibili ai cit­tadini su modalità e tempistica dei lavori». Soddisfatto anche Osvaldo Napoli, sindaco di Valgioie, che non perde l'occasione per attaccare il fronte No Tav: «Se di fronte a tanta chiarezza rimangono in piedi alcune perplessità dei sindaci No Tav, vuoi dire che una fetta, neanche tanto piccola, dei no contro la Tav è figlia di un pregiudizio ideologico e nient'altro».