(da: www.monicafrassoni.it)

17.03.2004 - Infrastrutture: Sindaci, comitati e ambientalisti a Bruxelles

Un appello italiano alla Commissione, al Parlamento e al Consiglio della UE

Il 16 e 17 Marzo 2004 si è svolta a Bruxelles una riunione presso la sede del Parlamento Europeo: 50 tra ambientalisti (WWF e Legambiente), comitati dei cittadini (che contrastano la realizzazione delle varie tratte ad Alta velocità ferroviaria e i progetti autostradali) e sindaci (dei coordinamenti del Nord Ovest e del Nord Est contro l’AV e sulla Bre-Be-Mi), si sono incontrati con i funzionari della Commissione europea delle Direzioni Generali Trasporti, Ambiente e Mercato Interno e con esponenti del Parlamento europeo, su invito di Monica Frassoni, Presidente del gruppo dei Verdi /ALE al Parlamento europeo
Alla tavola rotonda che ha chiuso i due giorni di seminario a Bruxelles oltre a Monica Frassoni hanno partecipato anche gli europarlamentari membri della commissione trasporti del Parlamento europeo Claudio Fava (DS) e Giorgio Lisi (Forza Italia)

Il seminario si proponeva di portare a conoscenza delle istituzioni comunitarie l’impatto socioeconomico ed ambientale di alcune infrastrutture di trasporto previste o in costruzione nelle regioni del Nord Italia (Torino-Lione, Milano-Genova, Verona-Monaco, autostrade subalpine, assi padani, ecc.)

Tra i molti partecipanti figurano: Anna Donati (Senatrice Verdi-Ulivo), Damiano Di Simine (Ufficio Alpi Legambiente), Stefano Lenzi (Responsabile Ufficio Legislativo WWF Italia), Domenico Finiguerra (Sindaco di Cassinetta di Lugagnano MI), Patrizio Dolcini (Direttivo Legambiente Lombardia), Francesco Pastorelli (CIPRA-Italia), Michele Luccisano (Sindaco Arcene BG), Angelo Albasio (Comitati Genova), Erasmo Venosi (Coordinamento comitati veneti alta velocità), Mirco Bolis (Sindaco Grisignano VI), Sepp Kusstatscher (Transitinitiative, Verdi Alto Adige/Südtirol), Dario Balotta (FIT-CISL Lombardia), Luigi Tarantola (Sindaco Albairate MI), Luigi Durè (Sindaco Cisliano MI), Massimo Marotta (Comitato NoTangenziale), Massimo Infunti (Legambiente Piemonte), Enrico Tavoni (Comitato anti autostrade Calvatone CR), Georg Willi (Verdi Tirolo), Werner Herger (Associazione Traffico Ambiente, Canton Ticino), e altri rilevanti responsabili istituzionali e non.
Al termine dei lavori è stato emesso un comunicato stampa.

Comunicato stampa - Bruxelles, 17 marzo 2004
Esiste un Caso Italia sulle infrastrutture strategiche. Rivolgiamo un appello perché venga confermato nella decisione finale l’orientamento del Parlamento e perché venga dedicata particolare attenzione alle politiche e alle scelte del Governo italiano

"Esiste un Caso Italia sulle infrastrutture strategiche e il Parlamento europeo, con il voto dell’11 marzo che ha cancellato, sulla base di un emendamento dei Verdi, il ponte sullo Stretto di Messina sulle opere strategiche e chiesto il rispetto della normativa sulla valutazione di impatto ambientale (VIA), ha fatto bene a evidenziarlo. Rivolgiamo un appello alla Commissione europea e al Consiglio dei Ministri UE perché venga confermato nella decisione finale l’orientamento del Parlamento e perché venga dedicata particolare attenzione alle politiche e alle scelte del Governo italiano, in violazione delle normative comunitarie sulla VIA e sugli appalti, per il mancato rispetto dei vincoli economici del Patto di stabilità e delle regole della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi."

A sostenerlo sono una delegazione di 50 tra ambientalisti (WWF e Legambiente), comitati dei cittadini (che contrastano la realizzazione delle varie tratte ad Alta velocità ferroviaria e i progetti autostradali) e sindaci (dei coordinamenti del Nord Ovest e del Nord Est contro l’AV e sulla Bre-Be-Mi), che si sono incontrati con i funzionari della Commissione europea delle Direzioni Generali Trasporti, Ambiente e Mercato Interno e con esponenti del Parlamento europeo, su invito di Monica Frassoni, Presidente del gruppo dei Verdi /ALE al Parlamento europeo.

Monica Frassoni ha aggiunto:
"Questo incontro dimostra ancora una volta che il dialogo tra i vari livelli istituzionali è fondamentale: non possiamo permettere che si diffonda in Europa l’approccio del Governo Berlusconi per la costruzione di opere infrastrutturali faraoniche utili solo a chi le costruisce, disprezzando la normativa ambientale e i diritti delle comunità locali coinvolte. Le ragioni, tecniche e politiche portate a Bruxelles dai sindaci, amministratori, rappresentanti di comitati cittadini e ambientalisti, dimostrano che i pochi strumenti a disposizione dell’Unione europea per sostenere politiche di mobilità sostenibile, al di là dei discorsi di facciata, devono essere utilizzati in questo senso invece di promuovere progetti e politiche economicamente, socialmente e ambientalmente disastrose. Spero che il Parlamento, la Commissione e il Consiglio UE ascoltino questo appello nelle decisioni che dovranno prendere in materia di Reti transeuropee"

La delegazione ha sottolineato l’importanza del voto del Parlamento europeo anche per gli aspetti che riguardano l’introduzione nelle linee generali del programma TEN (Reti transeuropee) del ruolo di coordinamento e supervisione della Commissione sull’applicazione della VIA e della Valutazione Ambientale Strategica negli Stati membri e sulla regola che porta alla cancellazione di quei progetti individuati nel programma che producano "effetti indesiderati sul piano sociale, economico e ambientale".
In particolare:
Applicazione dalla VIA e della VAS - Sono oltre 80 i progetti che sono stati presentati all’approvazione dei ministeri competenti, una ventina dei quali hanno già superato il giudizio di compatibilità ambientale. Questo senza che il Primo programma delle opere strategiche (Delibera CIPE n. 121/2001) sia stato sottoposto alla VAS (Direttiva 42/2001/CE) e senza che vengano rispettati gli standard tecnici e le regole sulla partecipazione e sull’informazione dei cittadini (Direttiva 97/11/CE) e senza che venga tenuto in alcuna considerazione i principi di integrazione e sussidiarietà per gli enti locali (in particolare per i Comuni), stabiliti dal Trattato CE.
Finanziamenti e Patto di stabilità - I finanziamenti pubblici realmente disponibili per la progettazione e realizzazione delle opere strategiche nel periodo 2004-2006 sono 9.5 miliardi di euro, quando il Governo italiano avrebbe già dovuto reperire 50 miliardi di euro tra contributi pubblici e privati. Questa divaricazione fra i risultati attesi e quelli reali induce il Governo italiano a ricorrere alla costituzione di SpA interamente pubbliche che gli consentano di portare la spesa sulle infrastrutture fuori dai conti dello Stato, violando i vincoli di bilancio richiesti su scala comunitaria dal Patto di stabilità.
Tutela delle Alpi - Il documento del gruppo di lavoro Van Miert, incaricato dalla Commissione della redazione del programma TEN, fa esplicito riferimento alla Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi, che prevede il trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia e inibisce la costruzione di nuovi assi autostradali transalpini. Il Governo italiano ha deciso di non ratificare il Protocollo Trasporti della Convenzione, che contempla questi obiettivi, e pur di realizzare nuove autostrade (Cuneo-Nizza, Asse Tirreno-Brennero e Alemagna - continuazione dell’A 27) rischia di essere penalizzato dalla CE per il contrasto con la Convenzione e con il Libro bianco UE sui trasporti.