n° 8: NOTIZIE NO-TAV TORINO (Maggio 2005)

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PRIMO: SALVARE VENAUS

Tutti alla manifestazione, Sabato 4 Giugno a Susa

La concreta possibilità di attivare i cantieri di prospezione per il tunnel internazionale della Torino-Lyon è da tutti considerata un passaggio cruciale per i futuri destini dell’opera dall’immane impatto ambientale, sociale ed economico.
Le forze dell’opposizione istituzionale e popolare al TAV si accingono ad affrontare questo momento decisivo predisponendo, su diversi piani, tutti gli atti ostativi e le iniziative di resistenza possibili in un regime di legalità democratica.

·          Uno strano “cunicolo esplorativo”

A quasi un anno dall’analoga sentenza del TAR Lazio (Giugno 2004) anche il Consiglio di Stato il 26 Aprile scorso ha definitivamente respinto, in seconda istanza, il ricorso della Comunità Montana Bassa Valle Susa contro il progetto del tunnel esplorativo (geognostico) a Venaus. Il ricorso venne presentato perché si presumeva fosse illegittimo scavare una vera e propria galleria (diametro di 6 metri e profondità dai 7 ai 10 Km) come se si trattasse di un piccolo cunicolo finalizzato ad accertare le caratteristiche geo-meccaniche della montagna: la differenza in termini di invadenza e durata del cantiere, di quantità di materiale di scavo da movimentare e depositare è infatti notevole ed incide pesantemente sul territorio, specie sul piccolo comune montano; l’esempio dei danni alle falde acquifere nel Mugello è preoccupante, così come lo è la presenza di amianto, uranio e radon nella roccia.
All’atto della presentazione del progetto specifico di Lyon-Turin Ferroviaire (LTF), anche alla Regione Piemonte il macroscopico cambiamento di natura e dimensioni dell’opera rispetto agli iniziali intenti di sondaggio era parso eclatante; l’autorità regionale però non ritenne di dover sottoporre il progetto alla procedura di valutazione di impatto ambientale, nonostante segnalasse che un simile scavo “determina un impatto sull’ambiente sotterraneo e superficiale notevole, paragonabile a quello che potrebbe essere prodotto con la realizzazione della galleria di base”.
Oggi dunque la giustizia amministrativa ha praticamente dato il suo benestare definitivo allo svolgimento dei lavori. Intanto l’11 Aprile scorso, a valle di una gara assai travagliata e complessa, l’appalto è stato assegnato all’associazione temporanea d’impresa formata dalla Cooperativa Muratori e Cementieri (CMC) di Ravenna (la stessa che opera sulla tratta TAV del Mugello), l’austriaca Strabag, la Bentini di Faenza, la Cogeis di Torino  e la Geotecna di Milano.

·          Si attiva da subito la magistratura: indagati i vertici LTF ed il vice di Lunardi, Ugo Martinat

Come in un’ideale staffetta tra diversi settori della Magistratura, la Procura di Torino si è dovuta attivare fin dal momento della gara d’appalto: i reati ipotizzati sono turbativa d’asta ed abuso in atti d’ufficio; gli indagati sono talmente potenti che c’è da temere finiscano in ogni caso per cavarsela: il viceministro delle infrastrutture Martinat, insieme con il direttore generale di LTF ed il responsabile della direzione costruzioni della medesima società italo-francese, ma il fatto è che sullo sfondo dell’inchiesta si delinea la presenza di un più ampio cartello politico-affaristico, che in questi mesi avrebbe messo le mani anche su alcune opere stradali connesse alle olimpiadi del 2006 [1] ; tutto accade, esattamente, come nella storia precedente del TAV, narrata nel libro del giudice Ferdinando Imposimato, significativamente intitolato Corruzione ad Alta Velocità (KOINè edizioni).
Se l’inchiesta dei giudici torinesi non costituisce di per sè un impedimento formale all’avvio dei lavori, sul territorio è più viva che mai l’opposizione della popolazione e delle amministrazioni locali.

·          Il nodo dell’apertura del cantiere

E’ chiaro che tentare di aprire il cantiere di Venaus con una prova di forza comporterebbe problemi di ordine pubblico.
Non a caso già sulla questione dei carotaggi preliminari la Regione Piemonte e la Provincia di Torino avevano proposto, fin dall’autunno 2004, un accordo “procedimentale” ai sindaci dei comuni interessati (Venaus, Novalesa, Mompantero, Bussoleno, Bruzolo), ma questi non lo avevano firmato; in coerenza con questa posizione gli amministratori comunali avevano pure rifiutato di entrare a far parte sia del Comitato tecnico sui sondaggi (con Regione, Provincia, LTF), sia dell’analogo organismo politico (c.d. Cabina di Regia, con Regione e Provincia ed avente Prefettura e Ministero delle infrastrutture in veste di osservatori).
Si è dunque determinata una situazione di formale contrapposizione tra l’insieme degli enti locali della valle e le varie istituzioni di livello superiore, che giustamente preoccupa chi è preposto alla tutela della pace sociale.
All’indomani della storica giornata del 19 Marzo 2005 in piazza Castello a Torino (dove 33 consigli comunali e 2 di comunità montana si sono pubblicamente riuniti per approvare la stessa delibera che si oppone alla linea TAV e rivendica la partecipazione democratica alle scelte riguardanti il territorio) [2] una delegazione dei sindaci della Valle ha notificato al Prefetto il documento approvato dalla totalità degli enti locali: è stata un’occasione di confronto molto duro sul piano verbale, che tuttavia sul tema della galleria di Venaus ha convinto la Prefettura ad esigere da LTF la stesura di un chiaro progetto esecutivo, la cui ultimazione è prevista intorno alla metà di questo mese di Maggio.
L’ulteriore rinvio dei lavori dà altro tempo alle forze che si oppongono all’opera per organizzare iniziative di resistenza.

·          Coordinamento ed efficacia dell’opposizione in Valle Susa

I Comitati spontanei di cittadini si incontrano spesso per concordare attività e proposte, mentre parallelamente si susseguono le convocazioni della Conferenza dei Sindaci; il Comitato Istituzionale sull’alta velocità ferroviaria si ritrova frequentemente ed in questa fase svolge, di fatto, un ruolo di coordinamento generale: alle sue riunioni presenziano oggi normalmente più di cento persone tra sindaci e consiglieri di comunità montana della bassa ed alta valle, dei comuni della cintura nord-ovest di Torino, sindacalisti, avvocati, medici, tecnici ed esperti di trasporti e di ambiente, rappresentanti delle associazioni e dei tanti comitati.
Assume un significato politico rilevante, in questi ultimi mesi, la partecipazione ormai costante degli enti locali dell’alta valle e dei nuovi comitati costituitisi in quella zona: prelude alla possibilità di lottare più efficacemente insieme per la difesa del territorio: contro il TAV, contro il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus, per un turismo responsabile, per un’agricoltura di qualità, per una valle meno inquinata dai TIR e dalle diossine, per la tutela dell’ambiente, della vita e della salute degli abitanti.
La prima riunione del Comitato Istituzionale successiva alle recenti elezioni regionali ha visto anche la presenza di 5 consiglieri neo-eletti: Enrico Moriconi (Verdi), Juri Bossuto (PRC), Luca Robotti (PdCI), Nino Boeti (DS) e Mariano Turigliatto (insieme per Bresso); i primi 3 hanno partecipato anche alla successiva seduta del 5/5. Tutti si sono detti personalmente convinti da tempo delle ragioni di opposizione all’alta velocità in Valle Susa e si sono impegnati a portare nel nuovo governo regionale (che ha un programma favorevole al TAV) le giuste istanze di confronto democratico rivendicate da cittadini ed istituzioni di questo territorio; i 3 consiglieri più assidui hanno inoltre garantito la propria presenza alle future manifestazioni ed iniziative di lotta.

·          Il programma dell’attività di resistenza

Si sta valutando un intreccio di iniziative, alcune di carattere istituzionale, altre di mobilitazione popolare.

·          Intanto la Giunta Regionale convoca un incontro con gli enti locali interessati dal tracciato della linea

A differenza del Consiglio, la nuova Giunta del Piemonte è già insediata ed ha convocato per martedì 10 Maggio un incontro sul tema della Torino-Lione fra la Presidente Bresso, gli assessori all’ambiente ed ai trasporti e gli amministratori valsusini, con la probabile partecipazione anche della Provincia di Torino.
Stando ad alcune interpretazioni la convocazione potrebbe rappresentare il tentativo di avviare il coinvolgimento dei Sindaci nel “Progetto di sviluppo per la Valle Susa attraversata dal TAV”, con l’intenzione di aprire la fase di offerta delle compensazioni all’impatto dell’opera sul territorio [3] , ma i primi cittadini in questione non sono sprovveduti e non potranno che attenersi al mandato insito nella delibera approvata all’unanimità in piazza Castello il 19 Marzo scorso [4] .

·          La lotta contro il Corridoio 5 continua

Una buona notizia arriva dall’estremo est della tratta italiana del Corridoio 5: il progetto del segmento TAV Ronchi-Trieste ha avuto parere negativo dalla Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente. E’ un piccolo successo degli oppositori friulani, ma qui alla porta ovest conforta torinesi e valsusini che in questo momento hanno scritto nella loro agenda: “Primo: salvare Venaus”.
Salvarla dall’inutile scempio dell’ambiente alpino, dai loschi traffici degli Agenti del Grande Partito Trasversale degli Affaristi, dalla sindrome da infrastrutturazione compulsiva che ha esteso il suo contagio a destra ed a sinistra, offuscando intelligenza, lungimiranza, responsabilità nell’uso del denaro pubblico.

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[1] Per approfondimenti: www.notavtorino.org/documenti/avviso-martin2.htm  e www.notavtorino.org/documenti/dia-su-to-ly.htm

[2] Vedere www.notavtorino.org/documenti/cronaca-cons-pza-castello.htm

[3] Vedere www.notavtorino.org/documenti/ds-prog-svil-valsusa.htm

[4] Il testo della delibera in: www.notavtorino.org/documenti/delib-pza-castello.htm