La Presidente Bresso:

Alta velocità, giorni contati

 

Bresso: sondaggi entro fine mese o perdiamo i finanziamenti

 

di Paolo Griseri da Repubblica del 3/11/05 – Pag. III Cronaca di Torino

 

La presidente lancia l´allarme in Consiglio regionale: "È impensabile ridiscutere il progetto della linea" "Alta velocità, giorni contati" Bresso: sondaggi entro fine mese o perdiamo i finanziamenti

No alla moratoria fino ai Giochi avanzata da quattro consiglieri della maggioranza "Non considero scandaloso discutere di eventuali compensazioni" "Non si risponde con il rinvio alle preoccupazioni degli abitanti"-  I tempi stringono «e senza i sondaggi di questi giorni rischiamo di perdere i finanziamenti europei. Se non si parte alla fine di novembre, la Torino-Lione uscirà dalle priorità di Bruxelles». Una prospettiva che potrà forse far piacere a chi si oppone da sempre alla Tav ma che preoccupa molto la giunta regionale perché, sottolinea Bresso, «la realizzazione della Torino-Lione fa parte del programma elettorale del centrosinistra piemontese».

 

Le comunicazioni della Presidente servono a chiarire la posizione dell´esecutivo regionale. Bresso dice in sostanza che va fatto ogni sforzo per discutere con le popolazioni della valle il «come» ma non è in discussione il «se». Si può trattare sulle modalità di realizzazione del cantiere, sui suoi impatti ambientali, anche «sulle eventuali compensazioni, che non devono essere considerate con scandalo». Quel che invece per Bresso non si può fare è rimettere in discussione l´opportunità di realizzare l´opera: «Una decisione che è stata presa a livello di parlamenti nazionali ed europei perché riguarda il futuro di milioni di persone».

Nell´intervento Bresso ripercorre le tappe più recenti. Difende la nascita della Commissione Rivalta e la proposta, bocciata dal governo prima dell´estate, di una moratoria di tre mesi. Ricorda che «il metodo del dialogo con le popolazioni interessate è una scelta politica della nostra giunta». Poi spiega perché «non è possibile accogliere la richiesta di chi vorrebbe una nuova moratoria che sospenda i lavori fino alle Olimpiadi». Il riferimento è alla lettera di quattro consiglieri regionali della maggioranza: Deambrogio (Prc), Turigliatto (Lista Bresso), Moriconi (Verdi) e Robotti (Comunisti italiani) che criticano «la militarizzazione in atto nella valle» e propongono una «tregua olimpica» in grado di «distendere gli animi». «Richiesta non accoglibile - dicono Bresso e l´assessore ai trasporti Daniele Borioli» perché farebbe saltare l´intero progetto.

È qui che Bresso elenca le prossime scadenze. «L´Unione Europea - dice la Presidente - deve decidere se mantenere la Torino-Lione tra le sei opere prioritarie nel programma 2007-2013». Per farlo è necessario «giungere a fine 2006 con la conclusione dei lavori di sondaggio e la realizzazione della galleria di prospezione di Venaus». Lavori che devono iniziare entro la fine dell´autunno per essere completati in tempo utile. «Loyola De Palacio, la responsabile europea del progetto - dice Bresso - deve essere in grado di dire, entro il 31 dicembre di quest´anno, se i lavori di sondaggio sono partiti in tempo utile». Ecco perché «i lavori a Venaus devono iniziare entro fine novembre».

 

A chi si oppone Bresso dice: «Non si risponde con le richieste di rinvio alle preoccupazioni della popolazione. Solo facendo i sondaggi si fugano i timori e si può decidere». Concetto espresso anche in una dichiarazione congiunta di Ds e Margherita che chiedono alla Bresso di «riconvocare sindaci e amministratori locali per riprendere il filo del dialogo». La minoranza con Ghigo mette in evidenza «le divisioni della maggioranza tra la posizione di Ds e Margherita e la posizione dei consiglieri della sinistra radicale». A conferma delle difficoltà, il centrosinistra decide di intervenire nel dibattito con il solo capogruppo dei Ds, Rocco Muliere che sintetizza: «Le istituzioni hanno il dovere di decidere, le popolazioni il diritto di manifestare pacificamente». Un ordine del giorno del centrodestra viene bocciato con l´astensione della maggioranza.