Bresso: “Il Tav è la strada giusta”

La presidente della Regione spiega l’iniziativa del Pd in valle di Susa

 

di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 21/3/08 - pag. 3

 

Il dibattito del Pd sullo sviluppo della valle di Susa e sul Tav si terrà a Cascina Roland, a Villarfocchiardo e non ad Avigliana. Mercedes Bresso ci sarà, e su cosa dire ha le idee chia­re. La presidente della Regione tor­nerà così a parlare a favore del Tav in valle, quando nel 1994, da assessora e vicepre­sidente regionale, tra i primi lanciò il sostegno alla proposta per la nuova linea ferroviaria. Sono passati 14 anni. Allora finì tra le prime forti contestazioni e quello fu uno degli ultimi dibattiti politici a favore del Tav organizzati in valle.

 

«La nostra iniziativa in valle ha l'obiettivo di dire con chiarezza che siamo a favore del Tav - spiega la presidente della Regione - Ma anche per dire con altrettanta chia­rezza che il percorso di dialogo che è stato individuato e che deve finire entro giugno con l'individuazione di un tracciato, è la strada che va percorsa».

 

Per la Bresso è possibile sceglie­re un tracciato lungo la linea storica purché resti il tunnel di base. «Il tunnel di base rimane una inva­riante, altrimenti non,c’è la possi­bilità tecnica di un trasporto merci. Sarebbe interessante fare il tunnel di base; poi si individua un'uscita che consenta di fare una fermata in bassa valle, che avrebbe anche una funzione turistica; ma per i flussi sciistici verso l'alta valle si potreb­be scendere a Saint Jean de Maurienne e poi proseguire con la linea storica fino in alta valle. La fer­mata in bassa valle nei weekend prima­verili ed estivi invece potrebbe favorire un turismo verso i siti romani e medievali: una fermata che per me dovrebbe essere a Susa, che è il centro della valle, ma se non si potrà fare lì si vedrà dove realizzarla.

 

Vista l'uscita del tunnel di base e la fermata in bassa valle, penso che si debba ragionare sull'interra­mento della nuova linea. Una volta interrata la nuova, si interra anche la vecchia Torino-Modane-Parigi. Quindi le due linee affiancate sotto terra, almeno nei centri abitati: la linea storica potrebbe anche andare su e giù. Per non avere tempi e co­sti enormi si potrebbe prevedere la realizzazione in galleria artificiale della nuova linea e fare lo stesso con la linea storica ma interrata almeno nei centri abitati. Poi dopo Avigliana, verso Orbassano, c'è l'ipotesi di passare sotto la Collina morenica, che è ancora tutto da vagliare. Quindi, un tracciato che liberi la valle dalla linea nuova e in parte da quella vecchia».

 

Come il Partito democratico può accompagnare la valle di Susa a uscire dalla questione Tav?

«Secondo me avendo le, idee chiare. E la posizione chiara è che siamo favorevoli alla linea, realizzata secondo il lavoro che sta facendo l'Osservatorio in modo non solo da danneggiare il meno possibile la valle ma anche di valorizzarla all'interno di un progetto di sviluppo. Le compensazioni non sono: "Mi lastrichi il marciapiede ". La com­pensazione deve essere un progetto che migliori la qualità complessiva della valle e non la peggiori. Perché se fosse interrata la linea, come si è fatto a Torino, ci sarebbero spazi da utilizzare per riqualificare i centri urbani».

 

Oltre ai centri urbani ha un'idea per il resto della valle?

«Proprio con la valle stiamo iniziando a ragionare di sviluppo del turismo culturale: da Susa alla Sacra. Per esempio c'era il vecchio progetto di Virano che voleva una risalita alla Sacra partendo da un'uscita dell'autostrada. Naturalmente non penso che si debba trattare solo di un progetto turistico, il turismo da solo non basta. Si tratta di parlare di sviluppo economico in senso più vasto: dai progetti energetici a quelli di reindustrializzazione.

 

La Provincia sta approntando un piano di sviluppo da cui dovrebbero emergere le esigenze della valle in modo coordinato e strategico. Progetti che siano in grado di potenziare al massimo le ricadute della nuova infrastruttura, che, così come la vecchia ferrovia ha rappresentato uno dei motori dello sviluppo della valle di Susa nei de­cenni passati, così dovrà essere per la nuova che viene fatta per durare anche questa oltre un secolo. Certo, se da un No a tutti i costi si passa a un "Sì Tav ma se fatto bene " si potranno cogliere le opportunità rappresentate da questa nuova infrastruttura. Il "come " coglierle lo dirà lo studio che stiamo facendo con la Provincia».

 

Però il partito di valle è ancora lontano da accettare il Tav, come dice lei: "Sì ma bene"...

«Secondo me non è più così. Certo tutto deve partire da una riflessione che la valle deve fare su se stessa. Ma prima deve cessare questo clima. Anche nel partito di valle ci sono molti che sarebbero pronti a discutere in base al principio "Sì ma se fatto bene", in base al principio che si può fare se porta benefici alla valle, però sono condizionati dalla paura di chi dice No e basta e in qualche modo li minaccia. Allora è questo il tema. Non ci possono essere minacce, gomme tagliate, intimidazioni. Noi andiamo in valle di Susa per dire che non accettiamo più intimidazioni e che in realtà ci sono tante persone dagli amministratori ai cittadini della valle che su un 'ipotesi di Sì-bene sono disposti a discutere. Questa è la nostra sfida. Non siamo per dire: "mandiamo i carabinieri". Certo siamo per la legalità che è un valore per tutti; e pensiamo che tutti debbano sapere che c'è il potere dì decidere e che non c'è una repub­blica autonoma della valle di Susa. Molti lo pensano ma vogliono capire come da questo possono costruire un lungo periodo di sviluppo per la valle. Si deve sapere che il Pd che ha una posizione chiara, cosa che sanno anche gli amministratori, che non possono essere sottoposti a ricatti continui».