Dalla Torino-Lione non si passa, il corridoio 5 scende a Genova

Grillo (Pdl): «Matteoli ha già fatto capire che lì è tutto bloccato, passare per il litorale è l'alternativa. Aveva ragione Burlando»

 

di SA. C. da Il Secolo XIX del 27/10/09 – pag. 8

 

Genova. L'alternativa al corri­doio 5, alla Torino-Lione che non parte ancora, passa a sud, sulla Genova-Ventimiglia. «Quando inizialmente ne parlava Burlando tutti ne ridevamo, ma ora il progetto sta prendendo piede...» sostiene il senatore Pdl Luigi Grillo, presidente della commissione Lavori pubblici. La proposta, insomma, fa breccia nella maggioranza.

 

Come mai, senatore, prende in considerazione il plano B?

«Il ministro Altero Matteoli l'ha già fatto capire, tra le righe, nell'intervista che ha concesso al Sole 24 Ore. La partita della Torino-Lione ancora non si sblocca E allora la Lisbona-Kiev, se non passa da lì, può essere deviata a sud sulla Marsiglia-Ventimiglia-Genova-Milano. Anche perché all'asse est-ovest l'Europa non può rinunciare».

 

Ma invece il Terzo valico parte davvero? Come facciamo ad essere sicuri che non sia solo l'ultimo an­nuncio?

«Ci sono tre notizie: una è che i 500 milioni stanziati dal governo sono ancora lì, disponibili per essere usati. La seconda è che nella tabella B della legge Finanziaria di Tremonti si parla di un miliardo di euro per le reti Ten-T, di cui fa parte il corridoio 24 e quindi il Terzo valico. Si potrà quindi attingere anche a quei soldi. E la terza notizia è che è stata raggiunta un'intesa formale con la Corte dei Conti che aveva perplessità nel dare il via libera a un'opera per cui non erano disponibili tutti i soldi. Ma hanno capito che non aveva senso per un'infrastruttura di questo peso "congelare" 3 miliardi».

 

E le perplessità delle Ferrovie?

«Superate. Questa volta si parte davvero. Anche perché, nell'ottica del Corridoio 5, quest'opera potrebbe appunto assumere tutta un'altra importanza. Con questi 500 milioni possiamo avviare le opere propedeutiche. II resto dei soldi, arriverà col proseguire delle opere, è evidente che non potevamo stanziare una cifra del genere tutta assieme, soprattutto in questo momento di difficoltà finanziaria».