INFRASTRUTTURE

Opere strategiche, arriva il commissario

In caso di ricorso al Tar niente blocco dei lavori, ma solo il risarcimento del danno

Potrà sostituirsi alle amministrazioni. Pieni poteri per far rispettare i tempi di esecuzione

 

di L. Ci. da Il Messaggero del 1/12/08 – pag. 5

 

Roma — Un iter velocissimo, al riparo anche dagli intoppi giudiziari, per le opere pubbliche «prioritarie per lo svi­luppo economico del territorio nonché per le implicazioni occupazionali», È questo l'obiettivo dichiarato dell'articolo 2 del decreto anticrisi in vigore da sabato dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

La nuova procedura, che dovrebbe anche permettere di evitare, insieme alla sospensione dei lavori la perdita dei relativi fondi europei, prevede essenzialmente due novità: la nomina per queste opere di un commissario che potrà sostituirsi alle amministrazioni interessate e l'im­possibilità per il Tar di fermare i lavori in caso di ricorso contro gli atti del commissario stesso.

 

In realtà la presenza di un commissa­rio che vigili sulla realizzazione di infra­strutture non è una novità assoluta. Solo che finora era possibile di fatto solo come extrema ratio per riavviare opere bloccate. Ora invece nelle intenzioni del governo dovrebbe diventare uno stru­mento quasi normale.

 

Dunque con lo stesso decreto la presi­denza del Consiglio dei ministri indivi­duerà le opere strategiche e i relativi commissari, indicando i tempi di realiz­zazione e il relativo quadro finanziario.

Al commissario toccherà vigilare su tut­to ciò, in particolare sulle autorizzazioni e sulla stipula dei contratti, con l'obietti­vo di garantire il rispetto dei tempi. Ma non si tratta di semplice vigilanza: avrà anche poteri sostitutivi e quindi potrà adottare gli atti che toccherebbero alle amministrazioni interessate, qualora queste non lo abbiano fatto. Se poi si renderà conto che le opere non possono essere realizzate, il commissario propor­rà al ministro competente o al presidente della Regione la revoca dei finanziamenti.

 

L'operato del commissario godrà poi di una corsia assolutamente preferenzia­le in sede giudiziaria, I tempi per presen­tare ricorso al Tar contro i suoi atti (che erano già brevi in base alle preesistenti norme in materia) vengono drasticamen­te accorciati. Le relative sentenze potran­no essere redatte in forma semplificata (quindi senza bisogno di troppe motivazioni). Ma soprattutto, le misure cautela­ri adottate dal tribunale e l'eventuale annullamento dei provvedimenti non potranno sospendere i contratti già fir­mati e quindi l'esecuzione delle opere. Il caso principale a cui il governo si è ispirato o quello dell'impresa che esclusa dall'appalto fa ricorso: non potrà più ottenere il blocco dell'opera, per poter rientrare in caso di sentenza favorevole: se il tribunale gli darà poi ragione avrà diritto solo ad un risarcimento del dan­no, non superiore all'utile effettivo che avrebbe conseguito, in base all'offerta presentata, se fosse risultato aggiudicata­rio.