De Magistris dice No al Tav

L’eurodeputato: “Attenti a pezzi deviati dello Stato”

 

di Paolo Procaccini da Luna Nuova del 25/2/11 – pag. 6

 

Avigliana - «C'è il rischio che pezzi deviati delle istituzioni, che già altre volte hanno operato in questo senso, possano utilizzare mezzi violenti per mutare gli equilibri politici fragili nel paese o per distogliere l'attenzio­ne». Sono le parole del parlamentare europeo dell'Italia dei Valori, Luigi De Magistris. Di fronte a lui c'è una sala consiliare piena di anti-treno attenti e ammutoliti. Quel che dice l'ex magi­strato è grave e fa parte di un unico e incondizionato appoggio al movimento pacifico "No Tav". «Dopo aver letto documenti e sviscerato l'argomento - continua De Magistris - sono giunto ad una conclusione: quest'opera non si deve fare», e parte lo scroscio di applausi della sala.

 

Le parole del presidente della commissione "Controllo bilancio" dell'Unione Europea fanno eco alle affermazioni di Luigi Casel, coordinatore delle liste civiche val Susa. È lui a dire: «Impressioni prima e qualche informazione più dettagliata dopo, ci hanno fatto capire che in Italia potreb­bero esserci forti rischi di ritorno alla strategia della tensione». E continua: «Parrebbe esserci la necessità di di­stogliere l'attenzione dai problemi reali del paese, attraverso metodologie poco ortodosse: è una preoccupazione reale, e dalle informazioni che abbiamo, la valle di Susa potrebbe essere uno dei territori interessati». Secondo Casel, chi mettesse in pratica quel che ora è solo una terribile ipotesi: «Unirebbe l'utile al dilettevole, perché mentre si distoglie l'attenzione, si criminalizza il movimento».

 

Lanciato il sasso nello stagno, dalla sala non si levano né brusii, né domande a raffica e De Magistris precisa: «Non bisogna creare allarmismi inutili, ma porsi il problema che il rischio c'è; non bisogna avere paura e neanche recedere dalle lotte. L'unica soluzione è alzare la vigilanza democratica ed essere uniti, perché nei prossimi mesi assisteremo sempre di più a forme di criminalizzazione del dissenso». Al suo fianco il sindaco della città, Carla Mattioli scandisce: «L'Osservatorio è utilizzato molto bene dal punto di vista mediatico, perché tutta Europa e tutta Italia sono convinte che il problema sia risolto e che i Comuni siano tutti d'accordo, ma noi abbiamo 25 delibere di contrarietà all'opera votate da 25 amministrazioni».

 

A sostenere le ragioni del movimen­to dal punto di vista tecnico ci pensa Mario Cavargna, che illustra: «Se non c'è saturazione dei valichi, non c'è impegno di rispetto del Trattato tra Italia e Francia». E parte coi numeri: «II traffico autostradale è ai livelli del 1993 per il traforo del Frejus, che se unito al Monte Bianco giunge fino al 1988. Per la ferrovia non è neanche da parlarne, perché siamo ai livelli degli anni 50». Su queste basi, continua Cavargna: «Quando un amministratore utilizza dati falsi per promuovere un'opera dovrebbe essere colpevole di reato». Quali vie percorrere per ostacolare la realizzazione dell'opera? La risposta ancora a De Magistris, che invita tutti i comitati a tenere alta l'attenzione sul piano sociale: «Facendo comprendere a sempre più persone la battaglia "No Tav "», a cui deve aggiungersi un inter­vento dell'Unione Europea, passando da lui. «Inviatemi un report analitico, che possa far tradurre, coinvolgendo la commissione bilancio e che possa trasmettere al commissario europeo ai trasporti, Siim Kallas, e al nuovo direttore generale dell'Olaf (l'Ufficio europeo per la lotta antifrode, ndr), il magistrato italiano Giovanni Kessler». Sancita l'unione tra il movimento e l'europarlamentare, De Magistris non si trattiene e diffonde speranze: «Ci sono delle buone ragioni per poter vincere».