Depardieu contro la Tav “Rischiosa per la natura”

L’attore: «sto con gli Asterix della Valsusa»

Il Francese che ama l’Italia attacca l’Alta velocità «Mettersi contro l’ambiente è sempre sbagliato»

 

di Guido Andruetto da Repubblica del 6/11/09 – pag. IX Cronaca di Torino

 

La valle di Susa che nei giorni scorsi è tornata ad essere di nuovo teatro di confronto serrato e di conte­stazioni sul progetto di realiz­za/ione della Tav e sull'avvio dei sondaggi, da oggi assomi­glia ancora di più alla Gallia dove Astérix oppose resistenza all'assalto dei romani. In soc­corso ai valligiani schierati sul fronte «No Tav», arriva un Obelix in carne ed ossa: il generoso e possente Gerard Depardieu, icona mondiale del cinema e personificazione della “grandeur” francese, ma anche uo­mo dotato di grande sensibi­lità alle tematiche ambientali, che ha lanciato proprio dall'Italia il suo atto di accusa contro il progetto dell'Alta Velocità che collegherà Torino a Lione. Dalle campagne di Petroio, nel cuore verde della Toscana, do­ve l'attore è giunto qualche giorno fa per partecipare alla raccolta delle olive nella casci­na di Franco Bardi e per segui­re di persona la produzione di un suo olio, Depardieu espri­me la sua solidarietà ai «tanti Astérix che resistono», come un giornalista di Le Monde de­finì qualche anno fa il popolo dei «No Tav», e una sincera preoccupazione di fronte alla prospettiva che il territorio del Valle di Susa, con le sue terre oggi coltivate e i suoi bei vigne­ti, venga stravolto dal passag­gio del treno ad alta velocità.

 

«Ho la sensazione che que­sto progetto della Tav continui ad essere troppo rischioso per l'ambiente - dice Depardieu - non sono d'accordo sul fat­to che si opti per certe scelte so­lo per fare passare il progresso. Mettersi contro la natura è sempre sbagliato. Le terre dei contadini in Valle di Susa, a mio giudizio, devono restare a loro e devono continuare a essere coltivate con amore, non le si può espropriare. Vanno difese, ed è inammissibile che si pensi di eliminarne anche solo una parte dal paesaggio». Ma è sul destino delle vigne di Chiomonte che si scatena l'ira del generoso Obelix: «Quelle non le devono toccare, una vi­gna è sempre un tesoro dell'u­manità, anche quando ci offre vini semplici ma genuini». Co­me l'”Avanà”, che viene ricavato dalle uve coltivate nel viti­gno autoctono dai viticoltori della Comunità Montana Alta Valle di Susa: «Sono pronto an­che a scendere in piazza e a mobilitarmi personalmente per evitare che queste vigne vengano devastate o anche so­lo inquinate dall'Alta Velo­cità». Parla con foga e voce to­nante, l'Obelix che critica la Tav, e ad ascoltarlo sembra di stare nella foresta di Rambouillet, nel fortino dei Galli che si opponevano a Cesare: «La politica a volte è pericolo­sa, può trasformarsi in una ta­rantola che morde il territorio e lo avvelena. Purtroppo que­sto è un discorso amaro, e mi fa male dire certe cose. In linea di principio, però, non sono con­trario al progresso, anzi sono fortemente convinto che si debba progredire anche nei trasporti, nella mobilità, ma solo se questo sviluppo proce­de di pari passo con il rispetto della terra e del paesaggio. Ar­rivare da Torino a Lione più ve­locemente è una cosa positiva, ma non bisogna dimenticarsi che la terra, le vigne e i terreni agricoli sono una risorsa pre­ziosa, che appartiene a tutti».