Il ministro Di Pietro in Regione fa chiarezza sulla Torino-Lione

Luna Nuova, 25/8/06

 

«Che la Torino Lione debba essere realizzata è una questione da non mettere neppure in discussione». Con quali tempi? «Quelli consentiti dalla procedura ordinaria. Perché è impensabile, come è accaduto, armare un territorio, andare contro i diritti dei cittadini: con questi presupposti si era giunti alla consapevolezza che l'alta velocità non si sarebbe potuta realizzare. E così, preso atto delle enormi difficoltà di dialogo tra enti promotori del progetto e cittadini del territorio interessato dal passaggio della linea, si è deciso per quest'altra strada, con i lavori dell'Osservatorio e del tavolo politico, lavori che ci auguriamo possano portare al più presto ad un accordo condiviso. Siamo altresì convinti che l'area del dissenso si è creata fine a se stessa e su questo intendiamo dire forte e chiaro che non si può essere soggetti al ricatto, perché il pericolo è che qualcuno usi il dissenso per dare contro alle istituzioni».

Questo quanto affermato dal ministro Antonio Di Pietro lo scorso 31 luglio nel corso della conferenza stampa che è seguita alla lunga giornata che si è tenuta presso la sede della Regione, nel corso della quale al neo ministro è stato presentato l'elenco delle priorità sulle opere previste dalla Regione Piemonte, opere riguardanti i progetti ferroviari nazionali: (alta capacità/alta velocità Torino-Milano, alta capacità Torino-Lione, alta capacità Milano-Genova, potenziamento accesso sud al valico del Sempione - terzo valico dei Giovi, raddoppio Vignale, Oleggio, Arona, potenziamento Domodossola-Varzo-Iselle, nodi ferroviari di Alessandria, Novara e Mortasa, ed adeguamento e messa insicurezza delle rete nazionale). E che ha guardato anche ai progetti ferroviari di interesse regionale e a quelli riguardanti la viabilità, compresi i nodi di Torino, Novara ed Alessandria. E se è con toni determinati ma pronti al dialogo che si è espresso Di Pietro sulla questione dell'alta velocità Torino-Lione, è certo con tono più deciso che la presidente della Regione Mercedes Bresso ha concluso la questione sottolineando come «se poi non si giungerà ad una positiva soluzione con l'Osservatorio ed il tavolo politico, dovremo comunque prendere una decisa soluzione per realizzare questo progetto».

Anche sulla questione della doppia canna del traforo autostradale del Frejus il ministro ha quindi preso la parola: «Non bisogna scambiare la necessità della messa in sicurezza con il raddoppio: sul raddoppio non daremo mai parere favorevole».

E ha anche ricordato che sulle opere in progetto (discorso a parte è quello della tratta internazionale Torino-Lione) «non metterò mai una firma sopra un atto se non so dove si prendono i soldi». A termine conferenza due domande su altrettanti problemi del territorio valsusino, quello dell'inquinamento da diossina e Pcb e quello della richiesta di contingentamento del traffico, ma su questi temi Di Pietro non ha espresso giudizi di sorta, spiegando di non conoscere ancora i termini della questione.

Ad accompagnare idealmente il ministro in questa lunga e calda giornata torinese sulle grandi opere non è mancato neppure il popolo No Tav, che già dal mattino ha sostato davanti alla Regione sperando di poter incontrare l'ex Pm di "Mani pulite", ma del ministro neppure l'ombra, perché a termine della conferenza stampa è uscito velocemente da un'uscita di servizio per poter raggiungere il più velocemente possibile l'aeroporto.

 

Gabriella Tittonel