L’assemblea popolare del movimento NO TAV riunitasi a Bussoleno la sera del 12 settembre 2006:

 

Dopo ampio e articolato dibattito si riconosce nel seguente documento approvato per acclamazione.

Visto che già oggi il 35% delle merci dirette al di là delle Alpi passa dalla Val Susa su gomma o su rotaia. Ne consegue che già oggi il territorio della Val Susa e della Gronda Ovest di Torino supporta e sopporta un traffico il cui impatto sulla vita e sulla salute degli abitanti è troppo pesante.

Pertanto anche in vista della prossima conferenza dei servizi del 29 settembre ribadisce la ferma opposizione alla linea ferroviaria ad Alta Velocità tra Torino e Lione perché inutile, economicamente insostenibile e ambientalmente devastante, pertanto rigetta qualsiasi tentativo di discutere il “come” di un’opera inutile, dannosa, distruttiva, rifiutando di entrare nel dettaglio dei progetti presentati.

 

Per gli stessi motivi si oppone al raddoppio del tunnel autostradale del Frejus, oggi maldestramente celato dietro al progetto di galleria di sicurezza, e chiede che il numero dei passaggi giornalieri dei TIR in valle venga fissato in MASSIMO 1.500, entro il 31/12/2006, perché la salute e la qualità della vita dei valsusini valgono quanto la salute e la qualità della vita degli abitanti delle altre vallate alpine.

 

A chi propone la nuova linea AV-AC Torino/Lyon, a chi propone il potenziamento e il raddoppio della linea storica rispondiamo che la Valle di Susa e la Cintura Ovest di Torino rifiutano il ruolo di corridoio multimodale di traffico, perché nei corridoi non si può vivere, rivendicano il diritto ad un modo di vivere sano, che valorizzi le specificità ambientali, storiche, naturalistiche, architettoniche e turistiche, a modello d’uomo nel rispetto della natura e dell’ambiente. L’assemblea popolare NO TAV pretende una ridistribuzione del traffico merci sull’intero arco alpino che non penalizzi alcune vallate ma rispetti l’ambiente e la vivibilità di tutte nella prospettiva di una graduale riduzione del traffico pesante.

 

Quella che ci troviamo oggi ad affrontare è una battaglia di civiltà. Da un lato c’è chi vuole sempre più scambi, sempre più merci dall’altro chi ritiene che questa concezione dello sviluppo sia foriera di infiniti danni sociali, ambientali, sanitari. La smania di velocità assorbe risorse non rinnovabili mettendo a repentaglio la salute ed il futuro di tutti.

Su questo terreno non sono possibili mediazioni: non ci sono soluzioni “tecniche” perché il problema non è tecnico ma politico. Da un lato chi sostiene il bene di tutti e dall’altra l’interesse della lobby del cemento e del tondino. Una lobby, che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, ha potenti supporter sia al governo che all’opposizione: oggi come un anno fa.

Ribadiamo pertanto che ogni tentativo di avviare sondaggi, installare cantieri, dare il via a nuovi progetti ritroverà l’opposizione ferma, decisa, fortissima di tutto il popolo NO TAV.

 

Ma salvaguardia della salute, la qualità della vita, la vivibilità dell’ambiente non possono limitarsi all’opposizione a opere infrastrutturali quali il Tav e la seconda canna del Frejus.

Il grave inquinamento prodotto dalle acciaierie Beltrame richiede risposte rapide e radicali che non sono quelle indicate dall’A.I.A. (autorizzazione integrata ambientale) concessa dai funzionari della Provincia: aumentare la potenza e le dimensioni del camino per disperdere i veleni su una superficie più ampia minacciando la salute di un maggior numero di persone non è una soluzione accettabile. Servono progetti di riconversione produttiva che salvaguardino l’occupazione e mettano fine ad un rischio grave per un territorio densamente popolato.

 

Quella che è in gioco è la definizione stessa di “bene comune”, una definizione che non può coincidere con quella di profitto, ma si articola intorno ai nodi della decisionalità, della partecipazione, della libertà di progettare un futuro in cui la “crescita” si misuri su parametri condivisi.

 

Sosteniamo e ci faremo tutti parte attiva per la mobilitazione continua contro qualunque azione di aggressione al territorio, a partire dalla tre giorni contro il Tav organizzata a S. Gillio (Lago Borgarino) il 15 16 17 settembre ritenendo di fondamentale importanza la riuscita del corteo No Tav di domenica 17 alle ore 15.