“Eurostar puntuali? Un grande inganno”

Tollerati ritardi di 15 minuti, in Europa solo di 5. Dossier interno: uno su tre non rispetta l’orario

 

Un libro svela i dati “segreti” delle Ferrovie

L’atto di accusa è contenuto nel libro “fuori orario” di Claudio Gatti.

Centinaia di pagine corredate di documenti interni delle Ferrovie

 

di Ferruccio Sansa da La Stampa del 31/10/09 – pag. 21

 

I treni italiani sono sempre in ritardo, dicono i viaggiatori. «I nostri Eurostar viaggiano con una puntualità equivalente a quella francese e tedesca», ribatte Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato. Chi ha ragione?

 

Secondo i dati “segreti” delle stesse Ferrovie, gli Eurostar che ar­rivano entro cinque minuti dall'ora­rio previsto sono il 64% del totale, contro l'83% dei Tgv francesi, il i 90% dei treni tedeschi e il 96% degli svizzeri. Il pesante atto d'accusa nei confronti delle Ferrovie è conte­nuto nel libro “Fuori orario” (edizio­ni Chiarelettere) del giornalista Claudio Gatti. Centinaia di pagine corredate di testimonianze ma so­prattutto di documenti interni delle Ferrovie.

 

Molti i temi toccati da Gatti: ma­nutenzione, pulizia, consulenze, ap­palti. Il capitolo più pesante ha un titolo inequivocabile: “La grande truffa della puntualità”. Come dire: non è vero quel che sostiene Fs, che i treni italiani sono puntuali. I ritar­di ci sono, ma vengono taciuti o ca­muffati «perché dalla puntualità di­pendono le carriere dei dirigenti, i bonus di fine anno e le penali alle Regioni», nonché i rimborsi ai viag­giatori.

 

Ma che significa ritardo? La pa­rola sembra avere un significato diverso secondo il Paese. In Francia e in Germania è in ritardo un treno a lunga percorrenza che arriva oltre cinque minuti dopo l'orario. In Italia invece ci si concede il quarto d'ora accademico: se un treno arriva entro 15 minuti va bene. Ma non basta: mentre all'estero il ritardo viene calcolato anche nelle stazioni intermedie, in Italia è riferito solo alla destinazione finale. Se il Milano-Roma arriva a Firenze con 30 minu­ti di ritardo ma poi recupera, è con­siderato in orario. E non importa se i viaggiatori scesi in Toscana sono arrivati mezz'ora dopo il previsto.

 

I dati veri, quelli relativi ai treni con oltre 5 minuti di ritardo, le Ferro­vie li hanno. Ma vengono taciuti (così come risulta difficile avere notizie su appalti e contratti di Fs e controllate, per esempio in ambito assicurativo). Gatti, però, li ha recuperati e a legger­li si scopre che nel 2008 ben 18.258 Eurostar su 50.717 sono arrivati in ri­tardo. Nei mesi estivi si scende al 57 per cento di treni in orario. Il record spetta agli Eurostar 9304 Roma-Milano (18% in orario nel luglio 2008).

 

Dall'analisi dei dati sembrano emergere altre anomalie. Per esempio i treni registrati nel Lazio (anno 2005) con cinque minuti di ritardo so­no 3857, quelli con sei minuti appena 39. I maligni potrebbero pensare a un aggiustamento della registrazione per rientrare nei parametri virtuosi.

 

Le Ferrovie primeggiano anche nei ritardi attribuiti a cause esterne (dai fattori ambientali agli scioperi). Quelle che  permettono di non pagare il bonus ai viaggiatori: in Svizzera 10 ritardi su cento sono attribuiti a cau­se esterne. In Italia si arriva al 33%. Nel 2006 gli Eurostar hanno accumulato 85.873 minuti di ritardo per cause esterne (1754 treni), i regionali addirittura un milione e 165.388 minuti.

 

Non solo: emerge una nota inter­na di Giancarlo Laguzzi, capo delle Direzioni regionali delle Ferrovie. Ai suoi uomini suggerisce come elimina­re i ritardi: «Un semplice provvedi­mento è quello di inserire dopo la pe­nultima stazione un allungamento di tre-cinque minuti, ritardando quindi solo formalmente l'orario di arrivo al­la stazione di destinazione». In prati­ca s'incorpora il ritardo nell'orario.

 

Accuse pesanti, circostanziate, quelle di Gatti. Le Ferrovie, contat­tate dalla Stampa, hanno scelto di non replicare.