Sindaci, la strategia sbagliata

“Potreste proseguire il lavoro dei No-Tav”

 

Lettera aperta alla rubrica Opinioni di Luna Nuova del 16/12/08 - pag 6

 

Gli ultimi eventi nel panorama Tav hanno sancito due aspetti fondamentali: 1) la dimostrazione dell'autorevolezza della parte cosiddetta "non istituzionale" del movimento No Tav con la conseguenza che questa è diventata ormai parte interlocutrice autorevole, autonoma ed imprescindibile per chiunque; 2) il palese fallimento della strategia adottata dalla cosiddetta "parte istituzionale", strategia che ha portato a risultati che gli stessi sindaci contestano ormai apertamente.

 

Partendo da questi due presupposti, con questa lettera aperta vorremmo rivolgere un sincero e non strumentale invito ai nostri sindaci affinché diano un segnale concreto di ciò che hanno ripetutamente affermato in questi ultimi giorni ovvero che, nonostante l'ormai palese fallimento della loro strategia riguardo al Tav, siano ancora sinceramente intenzionati ad opporsi alla realizzazione di questa opera in quanto continuano a ritenerla devastante non solo per la Valsusa ma per il sistema Italia.

 

Tutti i sindaci, nessuno escluso, hanno affermato che le informazioni date dal governo alla Ue sono non vere e nessun amministratore ha mai condiviso nessun progetto, nessun accordo sul progetto, nessun accordo di alcun tipo, etc.

 

Alcune settimane fa la Commissione petizioni della Ue ha ritenuto accettabile, ovvero motivata e degna di approfondimen­to, una petizione da noi presentata insieme ad altre 150 persone nella primavera scorsa, petizione che confutava (con il supporto di una corposa documentazione) il fatto che vi fosse stata condivisione al progetto da parte delle amministrazioni e della popolazione, petizione che dimostrava che non esisteva uno che fosse uno documento ufficiale che sancisse le tesi su cui si basava il Dossier Di Pietro, ovvero la fondamentale condivisio­ne, attraverso il lavoro dell'Osservatorio, da parte delle amministrazioni e delle popolazioni locali.

 

Quale potrebbe essere l'atto formale che i sindaci potrebbero intraprendere per riaffermare, forti del loro ruolo istituzionale nelle sedi europee il fatto che loro non hanno mai sottoscritto nulla? Potrebbe essere il proseguire il lavoro sinora svolto dalla parte "non istituzionale" in sede Ue utilizzando tutte le possibilità e l'autorevolezza che un gruppo di amministratori può avere se veramente intenzionato a farsi sentire, chiedere audizione alla Ue per rafforzare quanto da noi affermato. Potrebbe essere denunciare formalmente le falsità presenti nei due dossier e nel cosiddetto accordo di Pra Catinat, dove (e credeteci non lo diciamo per vanità) potrebbero utilizzare la sentenza del Tar Piemonte a noi favorevole che smen­tisce, in modo autorevole, la premessa su cui si basa l'intero documento ovvero "tutto questo lavoro tecnico è stato accompagnato da un grande processo democratico di con­fronto continuo che ha coinvolto sindaci, consigli comunali ed opinione pubblica", premessa che come ben sanno i sindaci, è continuamente citata come dimostrazione della condivisione da loro data all'intero impianto del Tav.

 

Uno degli aspetti peggiori e più dannosi di noi essere umani è il perseverare in un'azione, in un progetto o in una strategia anche quando siamo consapevoli che è sba­gliata e non può portare che al fallimento; tutti conosciamo casi di aziende che hanno proseguito testardamente in operazioni economico/finanziarie nonostante vi fos­sero evidenti segni contrari e sono uscite con le ossa rotte da queste avventure o sono addirittura fallite, noi stessi a volte o per orgoglio o per altro abbiamo proseguito in un qualcosa pur essendo consapevoli che andavamo incontro ad un insuccesso.

 

Con i sindaci della Cmbvs (Comunità Montana Bassa Val di Susa – ndr) sta succedendo esattamente questo, perseverano pur essen­do consapevoli che stanno andando verso il baratro, non si spiegherebbe altrimenti la loro difesa del Fare, proposta portata avanti in segreto dal presidente della Cmbvs e dai tecnici e presentata ai sindaci stessi la sera prima che fosse presentata alla stampa, proposta in cui la maggior parte dei sindaci non ha avuto alcun ruolo attivo, proposta che, a parte l'assurdità dei suoi contenuti, non è stata considerata da nessun interlocu­tore; aspetto che ricorda quando, eravamo bambini ed i grandi ci dicevano: si si, gioca pure, ma non rompere le scatole, e noi ci creavamo i nostri scenari fantastici ma pur sempre circoscritti a noi stessi e facendo ben attenzione a non rompere le scatole ai grandi! Siamo consapevoli che la situazione in cui si sono trovati molti sindaci era nuova e complicata e per questo hanno lasciato carta bianca (omnia munda mundi) al presidente della Cmbvs ed ad un ristrettissimo gruppo di altri colleghi che erano (a torto, visti i ri­sultati) ritenuti più esperti ed affidabili nella gestione della complicata vicenda; ma siamo altresì consapevoli che la serietà e la dignità imporrebbero, visto il totale fallimento e diremmo l'umiliazione subita dai sindaci, un affrancarsi da questa sudditanza e prendere una decisione che, pur non mutando i rappor­ti con la parte "non istituzionale" in quanto ormai i ruoli sono stati definiti, ridarebbe quel minimo di autorevolezza e credibilità al ruolo che essi occupano.

 

E' logico che sino a quando i sindaci lasceranno che vi siano loro colleghi o amministratori autorevoli che facciano affermazioni pubbliche sconcertanti come è successo per esempio in un consiglio comunale a Condove alcuni mesi fa dove la vicepresidente della Cmbvs ha ripetutamente affermato che il cosiddetto accordo di Pra Catinat "era solo un verbale di quanto affermato da Virano e solo da lui sottoscritto e quindi non era argomento da dibattere", che si diano interpretazioni fantasiose della realtà come ormai d'abitudine fa il presidente della Cmbvs, e sino a quando continueranno loro stessi a rilasciare sterili e contraddittorie dichiarazioni ai giornali e non prenderanno posizioni concrete, con­tribuiranno ad aumentare la distanza con i cittadini della Valsusa e non solo.

 

In ultimo vorremmo fare una preci­sazione: è noto a tutti come in questo periodo vi siano forti tensioni dovute alle solite manovre di potere delle segreterie dei partiti probabilmente in funzione delle prossime elezioni, manovre a quanto ci risulta tendenti a far ricadere sulle spalle del presidente della Cmbvs le maggiori respon­sabilità della situazione in cui siamo con la conseguente sua possibile esautorazione. Anche se forse non ne è il caso sottolineia­mo che questa nostra lettera aperta è al di fuori di queste dinamiche, prova ne è che la totale mancanza di stima che abbiamo nei confronti del presidente della Cmbvs e del ristrettissimo gruppo di coloro che hanno gestito la questione Tav l'abbiamo dimostrata nel passato più volte non solo a parole ma anche con atti formali.

 

Concludendo ribadiamo con sincerità l'invito ai sindaci di utilizzare a suffragio delle loro affermazioni sulla mancanza di condivisione al progetto Tav la petizione da noi presentata ed attualmente in fase di approfondimento presso la Commissione petizioni della Ue, chiediamo loro di muo­vere tutte le conoscenze politiche che in questi anni avranno sicuramente consoli­dato, di alzarsi dalle loro scrivanie prendere un aereo o un treno ed andare a Strasburgo o a Bruxelles e chiedere audizione alla Commissione petizioni per portare avanti l'unico atto ufficiale che sinora ha messo nero su bianco le falsità contenute nei dos­sier presentati alla Ue.

Ci conoscete e sapete come contattarci, siamo a disposizione per fornirvi tutti i dettagli.

 

REMO CASTAGNERI

ALBERTO VEGGIO