Lettera aperta al commissario Jacques Barrot, al coordinatore del Progetto Prioritario TEN-T Laurens Jan Brinkhorst, ai ministri dei trasporti europei e a alle Commissioni Ambiente, Petizioni e Trasporti dell'Unione Europea.Consiglio informale dei Ministri dei Trasporti dell’Unione Europea - Brdo (Slovenia) 5-6 maggio 2008


COMITATI NO TAV*

 

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Valle Susa - Val Sangone – Gronda – Torino


Lettera Aperta a:

Signor Jacques Barrot, Commissario ai Trasporti e al Turismo dell’Unione Europea

Signori Ministri dei Trasporti dei 27 Stati Membri dell’Unione Europea

Signor Laurens Jan Brinkhorst, Coordinatore del Progetto Prioritario TEN-T n. 6

Signor Paolo Costa, Presidente della Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo

Signori Membri della Commissione Trasporti del Parlamento Europeo

Signor Miroslav Ouzky, Presidente della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo

Signori Membri della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo

Signor Marcin Libicki, Presidente della Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo

Signori Membri della Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo

Ai media italiani ed europei

 

2 Maggio 2008


Oggetto:  Consiglio informale dei Ministri dei Trasporti dell’Unione Europea - Brdo (Slovenia) 5-6 maggio 2008


Vi scriviamo in relazione alla riunione informale del 5-6 maggio a Brdo (Slovenia) del Consiglio dei Ministri dei Trasporti dei 27 Stati Membri, che sarà chiamato a valutare a livello di Unione europea lo stato di avanzamento dei lavori per le tratte nazionali dei grandi progetti infrastrutturali europei (TEN-T), tra i quali rientra anche il collegamento Torino-Lione.


I cittadini e le cittadine della Val Susa, della Val Sangone e di Torino, i Comitati spontanei NO TAV e numerose associazioni ambientaliste si sono attivati da oltre 18 anni per contrastare in modo democratico e argomentato la realizzazione di un’opera inutile e devastatrice per la salute delle persone, per l’ambiente e per le risorse economiche dell’Europa e degli Stati che saranno attraversati dall’opera.


Abbiamo letto con attenzione il documento del Parlamento europeo pubblicato nello scorso mese di marzo 2008 e intitolato “Aggiornamento dei costi dei progetti prioritari dei trasporti della rete transeuropea”: riteniamo che questo rapporto, per quanto riguarda il progetto n. 6, non possa essere la base affidabile per assumere decisioni relative ad investimenti dell’ordine di centinaia di miliardi di euro.


Pur tuttavia esso conferma la lievitazione in poco più di 2 anni dei costi del Progetto Prioritario n. 6 Lyon - Budapest, che nel 2004 era stato stimato in 38.102 milioni di euro: è aumentato nel 2007 a 52.655 milioni di euro. L’incremento per ora registrato è di 14.553 milioni di euro pari al 38,2% e rappresenta da solo il 37,1% dell’incremento di tutti i progetti prioritari (mentre il suo peso relativo è del 13,9%).


Desideriamo informarvi che la nostra opposizione ragionata alla Torino Lione si è arricchita con l’elaborazione da parte nostra di un esclusivo dossier che sarà presentato ai Membri del Parlamento Europeo a Bruxelles mercoledì 7 maggio 2008 nel corso di una Conferenza Stampa  (cfr. www.notav-valsangone.eu).


Tale nostro studio dimostra, sulla base di dati inoppugnabili, come la realizzazione delle infrastrutture per l’alta velocità ha raggiunto, in Italia, costi sino a 9 (nove !) volte quelli della media di analoghi progetti realizzati in Stati Membri dell’UE. E dimostra, altresì, che i dati di costo forniti dal Governo italiano per le tratte italiane (da Bussoleno a Trieste) del progetto prioritario n. 6 sono assolutamente “falsi”.


Tale esplosione di costi è solo in minima parte imputabile alla orografia più complessa e penalizzante della nostra penisola, mentre alti magistrati e inchieste indipendenti hanno dimostrato come questo inquietante e onerosissimo fenomeno sia da imputare soprattutto alla commistione di interessi tra imprese di costruzione nazionali, politici, grandi organizzazioni di malavita ! Ricordiamo che tale commistione ha addirittura conflitto, nel recente passato, col diritto di partecipazione delle più titolate imprese europee alle gare d’appalto indette in Italia con inaccettabili e anti-economiche procedure protezionistiche.


La Commissione Europea ha assegnato - nell'ambito della rete trans-europea di trasporto - con l'assenso del Parlamento europeo e del Consiglio il Programma Multiannuale 2007-2013, l’importo di 671,8 milioni di euro per studi lavori nella tratta italo/francese del Progetto Prioritario n. 6, con l'impegno, sancito dallo stesso bando di gara, che la presentazione dettagliata del progetto avrebbe comportato la verifica della sua congruità ai criteri per l'eligibilità al finanziamento comunitario.


Temiamo che il contributo europeo al Progetto Prioritario n. 6 sia stato deliberato sulla base della redazione del dossier di candidatura italiano per la linea Torino-Lione volutamente ambiguo e lacunoso, palesemente insufficiente a consentire una valutazione degli ulteriori e ingentissimi aumenti di costo legati alla bizzarria del nuovo tracciato ipotizzato con lo scopo (peraltro non raggiungibile) di ottenere l’assenso di Sindaci e Cittadini all’attraversamento di un territorio alpino già gravemente compromesso da servitù alle infrastrutture di trasporto e di energia presenti.


Ci riserviamo in proposito di produrre dati e dichiarazioni autorevoli a conforto di tale tesi e ci chiediamo – con pieno e motivato diritto di critica alle decisioni politiche – se una simile decisione possa rivelarsi opportuna per un migliore e più redditizio uso delle risorse di tutti i cittadini dell’Unione.


Siamo persuasi che la decisione di finanziare la tratta Lione–Torino come sopra riportato - sia stata assunta sulla base della convinzione che un “lavoro di concertazione per la ricerca di una soluzione condivisa tra i proponenti l’opera ed i residenti sia stato condotto per circa dieci mesi dall’Osservatorio tecnico della Val Susa.


La verità incontestabile è che l’Osservatorio Val Susa non ha tra i suoi compiti alcun “lavoro di concertazione” ma solo quello di un approfondimento tecnico sulla necessità o meno di realizzazione della nuova linea, non ha mai esaminato il dossier di candidatura presentato dal Governo Italiano per i finanziamenti 2007-2013 e non ha mai espresso valutazioni sull’ipotesi di tracciato AV del collegamento Torino-Lione né a luglio 2007 né recentemente, contrariamente a quanto scritto dal quotidiano Il Sole24 Ore del 26 marzo scorso.


L’Osservatorio della Val Susa è giunto sinora a conclusioni diametralmente opposte a quelle indicate nel dossier di candidatura italo/francese, che indica come priorità la realizzazione del nuovo collegamento AV, come si evince dall'esame dettagliato di due diversi quaderni già pubblicati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.


A questo proposito desideriamo rammentare che il 28 marzo scorso i MEP Vittorio Agnoletto e Monica Frassoni hanno depositato un’interrogazione parlamentare scritta nella quale si legge: “Se la Commissione sia cosciente che l’Osservatorio Val Susa non svolge alcun “lavoro di concertazione”, ma di valutazione delle priorità di intervento; che nel lavoro svolto sia arrivato a conclusioni differenti dalle priorità del progetto EU 06010 cui è stato accordato un co-finanziamento comunitario; come intenda quindi tenere conto di tali valutazioni differenti nel prosieguo della verifica dell'eligibilità del progetto in questione.”


Siamo inoltre convinti che nessuno sforzo serio sia stato fatto per stimare i benefici di questi progetti o per valutare i danni ambientali e alla salute dei cittadini.


E’ stato infine annunciato che le autorità politiche europee avrebbero ottenuto dalla BEI un impegno su questi progetti che per la maggioranza sono linee ferroviarie che – ne siamo convinti - non incasseranno mai a sufficienza e quindi non saranno in grado di rimborsare i capitali investiti.


A tale riguardo possiamo affermare come sia pericoloso che la BEI - che si finanzia sul mercato e che non deve finanziare, a norma del suo statuto, che progetti socio-economici redditizi - divenga il braccio “armato” dei politici.


Riteniamo che attrarre la partecipazione dei privati con lo strumento del LGGT (Loan Guarantee Instrument for trans-European transport network projects) possa configurarsi come una distrazione di risorse pubbliche non ammissibile a livello UE. Questo strumento fornisce un aiuto alle imprese per far fronte ai rischi di inadeguati ricavi del traffico nei primi 5-7 anni della fase operativa di un progetto, aiuto deciso sulla base della fattibilità finanziaria a lungo termine del progetto che, per la linea ferroviaria Lyon – Torino, è lungi dall’essere dimostrata. Una decisione che se fosse assunta a livello di Stato Membro sarebbe considerata un aiuto di stato e perciò censurata.


E’ di tutta evidenza che i privati si avventureranno in questi progetti, che presentano un elevato rischio finanziario nella fase operativa iniziale, alla sola condizione che di fatto un parte dell’investimento sia finanziata dai governi a fondo perso.


Ci auguriamo che questo nostro messaggio, inviatoVi in prossimità della Vostra Conferenza del 5-6 maggio, Vi possa fare riflettere sulle decisioni che state per assumere.


Vi preghiamo di considerare questa lettera anche come un addendum alle Petizioni n. 949/2003, 523/2004, 198/2005 e 786/2007.


Vogliate gradire i nostri migliori saluti.


 

I Comitati NO TAV
della Valle Susa, della Val Sangone, della Gronda e di Torino


* NO TAV significa “No al Treno ad Alta Velocità” ed è il nome dei Comitati popolari di cittadini che si formarono in Val di Susa a partire dal 1992 quando fu ipotizzato il progetto di una linea ferroviaria ad Alta Velocità per passeggeri; questo progetto fu abbandonato dai proponenti l’opera perché da essi stessi ritenuto non economicamente valido.