Grandi opere. Mancano trenta miliardi

Gli industriali: la recessione non giustifica l'immobilismo

 

di Maurizio Tropeano da La Stampa del 28/9/10

 

«Ci sono tanti progetti ma mancano i piani operativi. Il tempo è scaduto». E ancora: «La situazione critica non giustifica, però, l'inattività».


L'Unione industriale di Torino (il presidente Carbonato) e Confindustria Piemonte (il vicepresidente Provvisiero) lanciano un segnale d’allarme, l'ennesimo, sulla paralisi degli investimenti nelle infrastrutture.


Lo fanno commentando i dati degli osservatori territoriali del Piemonte, Liguria e Lombardia. Numeri preoccupanti. Il monitoraggio sullo stato di avanzamento dei progetti prioritari europei sul corridoio 6 (Lione-Torino-Trieste) e 24 (terzo valico) mette in evidenza come dei 32,687 miliardi necessari alla realizzazione dei cantieri ne siano disponibili solo 1,851. E non va meglio per i cantieri previsti nella provincia di Torino: corso Marche, tangenziale Est, nodo ferroviario di Torino. Soldi in pratica a quota zero, a parte i venti milioni per il nodo di Torino, inseriti nell’allegato Infrastrutture del Dpef.


«Nella dotazione di infrastrutture il Piemonte è attardato da un gap del 10% rispetto alla media italiana, del 30% rispetto alle regioni del Nord Ovest», denuncia Giuseppe Provvisiero, presidente dei costruttori del Piemonte. Certo ci sono i problemi legati ai ritardi nella realizzazione della Torino-Lione, ma basta superare Milano e ci si accorge che per quanto riguarda l'alta velocità ferroviaria siamo in uno stato buono di avanzamento solo per la Treviglio Brescia: ci sono a disposizione 1131 milioni a fronte dei 2050 necessari. La partenza del primo lotto di lavori è legata alla firma dell’atto integrativo tra Rfi e il general contractor.


Per la Brescia-Verona non ci sono i finanziamenti della progettazione definitiva. Per il Terzo valico ci sono a disposizione 720 milioni ma verranno tutti spesi nella realizzazione della viabilità stradale accessoria all'apertura dei cantieri. Oliviero Baccelli, professore della Bocconi e autore del monitoraggio spiega che «i trenta miliardi si possono trovare, ma è chiaro che ci deve essere la volontà politica di applicare le possibilità di finanziamento concesse dall'Ue come l'Eurovignette».


Gli industriali sono preoccupati anche per il nodo di Torino. Per quanto riguarda corso Marche «manca un promotore finanziario che si occuperà della costruzione e gestione dell’opera, in concessione». Non mancano «ritardi negli iter autorizzativi e decisionali». Anche sulla tangenziale Est ci sono dei problemi.


Che fare? «L'Europa ha definito prioritarie le reti Ten-T e allora – dice Paolo Ballistreri, segretario di Confindustria Piemonte – queste priorità devono diventare il riferimento per l'Italia per individuare sia le opere che di più contribuiscono a realizzare tale architettura che gli interventi su nodi e interconnessioni».

 
Il problema restano le risorse. Barbara Bonino, assessore regionale alle Infrastrutture, annuncia che la Regione ha chiesto al Governo di sbloccare i 300 milioni di fondi Fas europei «che ci permetterebbero di avviare i cantieri e di programmare investimenti per 900 milioni complessivi».

 
Il presidente della Provincia, Antonio Saitta, si dice convinto che «per accelerare i tempi di realizzazione delle infrastrutture serve un patto tra imprenditori e classe politica. Finora ci ha fermato una grandissima debolezza nel batterci per una competitività dei nostri territori».