SUSA E SANGONE. DUE VALLI CONTRO UN’UNICA DEVASTAZIONE.

 

Sabato 31 marzo manifestazione

No Tav da Trana ad Avigliana

 

Appuntamento ore 14 – partenza ore 15

Al ritorno sono previste navette da Avigliana a Trana

 

Al termine della manifestazione concerto dei Lou Dalfin

 

Fermarli è possibile

L’opposizione alla linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione ha oltre 15 anni. In questi 15 anni istituzioni locali, comitati e moltissimi cittadini si sono battuti contro un progetto inutile, costosissimo, devastante per l’ambiente e la salute.

Nell’ultimo anno la lotta No Tav si è saldata con quella contro i Tir e il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus e con quella contro il grave inquinamento dell’acciaieria Beltrame.

Lotte concrete, le cui ragioni sono semplici.

Sono semplici perché le ragioni della vita, della libertà della dignità non possono che essere semplici.

Rifiutiamo il ruolo di corridoio per Tir e treni superveloci, perché nei corridoi non si può vivere.

 

Perché fare una linea nuova se quella che c’è basta e avanza?

Perché voler arrivare più in fretta da Torino a Lione se ormai da anni le corse dirette sulla linea internazionale sono state soppresse per mancanza di passeggeri?

Forse 10 minuti in meno valgono anni di disagio, inquinamento, devastazione dei luoghi dove viviamo tutti i giorni?

Far correre le merci è più importante che far vivere le persone?

Forse che questo scempio vale miliardi e miliardi di soldi pubblici che vengono sottratti alla sanità, alla scuola, alle pensioni, ai servizi utili alla vita di tutti? E tra questi un buon servizio ferroviario per i bisogni di ciascuno di noi, un servizio sicuro, efficiente, che pensi a chi viaggia ogni giorno per 40/50 km per lavoro o per studio. In questi anni i binari ferroviari si sono macchiati del sangue dei lavoratori e dei passeggeri morti in una serie impressionante di incidenti ferroviari dovuti all’abbandono delle linee, al taglio drastico del personale, al risparmio sulla manutenzione.

Lo scorso anno nella sola Val di Susa sono morte due persone: una donna ammazzata a Susa ad un passaggio a livello perennemente difettoso e un operaio sfracellatosi nella caduta da un treno senza controllo tra Bardonecchia e Chiomonte. Una strage infinita, una strage evitabile. Evitabile se ci fosse la volontà politica di considerare le persone più importanti delle merci o, peggio, merci di scarso valore.

 

I No Tav in queste settimane sono stati oggetto di un violentissimo attacco da parte di politici e media asserviti. Un attacco che non possiamo che definire “terroristico”, poiché la criminalizzazione dei No Tav e, con noi, di tutti i movimenti che si oppongono alla devastazione ambientale e alla militarizzazione dei territori, aveva lo scopo sin troppo evidente di spaventare, terrorizzare ed allontanare da noi e dalle nostre ragioni la gente. Non ci sono riusciti e non ci riusciranno nemmeno in futuro. La nostra lotta alla luce del sole, la nostra pratica di piazza comunicativa e diretta, i nostri valori sono sotto gli occhi di chi osa guardare oltre le veline dei mezzi di informazione.

 

Il 31 marzo faremo una grande marcia da Trana – Val Sangone – ad Avigliana – Valle Susa, una marcia che sottolinei il grande abbraccio solidale tra le due valli e tra queste e Torino e la Gronda Ovest, tra tutti i territori minacciati di devastazione e saccheggio dai vari progetti di alta velocità ferroviaria, tra tutti i territori che già oggi pagano un duro prezzo in salute e spreco di risorse pubbliche per il mero interesse di speculatori e mafiosi sostenuti e difesi dal governo di turno.

 

I nostri perché sono semplici ma non banali. La nostra è una battaglia di civiltà.

Da un lato c’è chi vuole sempre più scambi, sempre più merci, dall’altro chi ritiene che questa concezione dello “sviluppo” sia foriera di infiniti danni sociali, ambientali, sanitari. La smania di velocità assorbe risorse non rinnovabili mettendo a repentaglio la salute e la vita di ciascuno di noi.

Su questo terreno non sono possibili mediazioni: non ci sono soluzioni “tecniche” perché il problema non è tecnico ma politico. Da un lato chi sostiene il bene di tutti e dall’altra l’interesse della lobby del cemento e del tondino. Una lobby che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, ha potenti supporter sia al governo che all’opposizione: chiunque sia al governo, chiunque sia all’opposizione.

 

La decisione del Governo Prodi di porre tra i 12 punti qualificanti del programma con cui si è ripresentato alla Camera dopo le dimissioni, la costruzione della linea ad alta velocità tra Torino e Lione è un fatto estremamente grave. Questa scelta tuttavia non fa che rendere più salda la nostra volontà di impedire lo scempio del Tav. Il popolo No Tav non rifugge la politica ma la pratica ogni giorno, in maniera diretta, tra le persone e con le persone, nel rispetto dei differenti percorsi ed orizzonti ideali, nella consapevolezza che il presente e il futuro sono nelle nostre mani. Lo abbiamo imparato sui prati di Venaus e non lo dimenticheremo.

 

Non ci sono governi amici. Oggi come ieri.

 

Ribadiamo pertanto che ogni tentativo di avviare sondaggi, installare cantieri, dare il via a nuovi progetti ritroverà l’opposizione ferma, decisa, fortissima di tutto il popolo No Tav.

 

Quella che è in gioco è la definizione stessa di “bene comune”, una definizione che non può coincidere con quella di profitto, ma si articola intorno ai nodi della decisionalità, della partecipazione, della libertà di progettare un futuro in cui l’idea stessa di “crescita” si misuri su parametri condivisi.

 

Cosa non vogliamo

 

Non vogliamo la linea ferroviaria ad Alta Velocità tra Torino e Lione perché non serve, spreca enormi quantità di denaro pubblico per fini privati e devasta l’ambiente. Rigettiamo qualsiasi tentativo di discutere il “come” di un’opera inutile, dannosa, distruttiva, rifiutando di entrare nel dettaglio dei progetti presentati. Siamo contro il Tav in Val Susa, in Val Sangone, nella gronda ovest e a Torino.

 

Non vogliamo il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus (proposto in modo ambiguo come progetto di galleria di sicurezza), non vogliamo l'ulteriore inutile ed insostenibile progetto di collegamento Oulx-Briançon (tunnel di 25 KM).

 

Non vogliamo che l’Acciaieria Beltrame, con tanto di autorizzazione provinciale, continui ad inquinare con pesanti effetti sulla salute, sull’allevamento e sull’agricoltura.

 

Cosa vogliamo

 

Vogliamo una politica dei trasporti che tenga conto dell’intero arco alpino, che abbia tra le priorità il servizio pubblico destinato ai pendolari, con treni puliti e sicuri, con la tutela dei lavoratori e dei viaggiatori.

 

Vogliamo il contingentamento dei tir e ci opponiamo al raddoppio del tunnel del Frejus, poiché eventuali problemi di sicurezza possono essere risolti con misure analoghe a quelle adottate al traforo del Monte Bianco.

 

Vogliamo una maggiore attenzione alla qualità dell’acqua, un bene comune che gli sconvolgimenti climatici stanno rendendo più raro, e che le grandi opere non possono che mettere ulteriormente a repentaglio. Sotto gli occhi di tutti i drammatici esempi del Mugello e del Gran Sasso. Vogliamo aria pulita, senza scarichi dei tir e inquinamento industriale. Vogliamo che si mettano in atto strategie di riconversione delle produzioni nocive (Beltrame & C.) che salvaguardino l’occupazione e la salute. Servizi utili alla vita e alla sicurezza di tutti aumentano i posti di lavoro, soprattutto quelli stabili.

 

Facciamo appello a tutti e a tutte perché quello del 31 marzo sia un grande appuntamento popolare, un appuntamento che metta in piazza le ragioni del popolo No Tav da Torino alla Val Susa, dalla Val Sangone alla Gronda ovest.

Saremo in piazza per dare forza ai nostri NO e per dare ancor più forza ai nostri SÌ

Saremo in piazza perché il futuro dei nostri figli è nelle nostre mani e non permetteremo a nessuno di rubarcelo.

Saremo in piazza perché salute libertà dignità non sono parole vuote ma pratica concreta di solidarietà tra persone che si sono levate in piedi per difenderle.

 

NO TAV – NO TIR – NO INQUINAMENTO

 

Coordinamento dei Comitati Val Susa, Val Sangone, Val Ceronda, Gronda e Torino