Stroncato da infarto Marcellino Gavio, il re delle autostrade piemontesi

 

di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 17/11/09 – pag.3

 

Il re delle autostrade piemontesi, il re delle costruzioni stradali, il re dei trasporti, Marcellino Gavio, è morto ieri mattina all'età di 77 anni, colpito da infarto in casa sua, a letto, dopo avere preso un caffè.

 

Il gruppo Gavio, attraverso la "Holding Piemonte e valle d'Aosta Spa" è il maggiore azionista della Sitaf con il 36,5 per cento. E' anche il maggiore azionista privato di Ativa. E nei Cda delle due società siedono gli uomini dì Gavio, Bruno Binasco e Riccardo Formica. Amministratore delegato della Sitaf è un altro uomo di Gavio: Gianni Luciani.

 

Gavio era il padrone della società della Torino-Milano e della Torino-Piacenza, società che ha usato per le sue scalate autostradali. Inoltre, pro­tagonista delle costruzioni degli anni '90, quando si costruiva l'Autofrejus, era la sua Itinera oppure la Grassetto, rilevata da Ligresti.

 

Gavio è stato sempre uno dei nomi più chiacchierati nell'intreccio tra politica e affari legati alle costruzioni. Non ha mai fatto mistero di sostenere i partiti che in qualche modo non lo avrebbero (perlomeno) ostacolato. Gavio ha sostenuto indifferentemente Pds, correnti Dc, il Psi, il Psdi e poi centrodestra come centrosinistra.

 

Si è sempre detto che Gavio, come la Fiat, era "governativo": teneva rapporti con chi vinceva o poteva vincere, al governo, in Regione, nei Comuni e nei territori. E del resto la politica in Piemonte non si è mai fatta scrupolo di cercare il rapporto con il re delle autostrade.

 

II gruppo Gavio finì come tanti altri gruppi del settore al centro delle indagini di Tangentopoli per le tangenti versate ai partiti. Davanti ai giudice c'è finito lui e sempre il suo fido braccio destro, Bruno Binasco, che ha sempre pagato direttamente anche con il carcere la sua fedeltà, sempre e prontamente ricambiata. Dopo la latitanza a Montecarlo molti di quei procedimenti sono finiti in prescrizione. Ma ancora nel 2005 Gavio è stato, tra l'altro, al centro delle indagini sulla scalata della Milano-Serravalle e poi della Sitaf.

 

Con la morte di Marcellino Gavio non si dissolve il suo impero. Il gruppo passa nelle mani dei figli dei due fratelli Gavio, Marcellino e Pietro (scom­parso da poco). I figli di Marcellino, Beniamino e Daniela, e del fratello Pietro, Marcello e Raffaella, sono impegnati da tempo nelle attività del gruppo e nelle holding Aurelia e Argo finanziaria.

 

Gavio ha ricevuto molto dalla politica ma la politica a Gavio deve molto. Non stupisce quindi che ieri si siano affrettati in tanti a manifestare cor­doglio per la sua morte. Per il segretario del Pd del Piemonte Morgando «con lui viene meno un grande protagonista del mondo imprenditoriale piemontese e italiano, una persona che ha svolto un ruolo fondamentale nella realizzazione di quelle grandi infrastrutture che rappresentano un fattore fondamentale per lo sviluppo e la competitività del nostro Paese». Mercedes Bresso esprime cordoglio «personale e della giunta regionale per la morte di Gavio, uno dei principali imprenditori piemontesi e italiani dal dopoguerra a oggi, protagonista dello sviluppo infrastrutturale e logistico del nostro paese».

 

Per il sottosegretario Mino Giachino è scomparso «un pioniere dette infrastrutture nel nostro paese. Senza le infrastrutture da lui realizzate sulla spinta di una classe politica che ha creduto nelle infrastrutture, il Piemonte e il nordovest sarebbero cresciuti molto meno». Roberto Cota presidente dei deputati della Lega Nord, parla di Gavio come di uno dei più grandi imprenditori non solo piemontesi «un uomo che credeva nelle cose che faceva e per questo aveva molte marce in più»,