'NDRANGHETA IN PIEMONTE

 

Operazione Minotauro, spuntano i nomi di deputati e amministratori pubblici

Le primarie del Pd con la richiesta di aiuto al boss di Rivoli. L'incontro tra Porchietto (Pdl) e il capocosca

Caselli: «Intrecci inquietanti con la politica»

 

di Antonio Castaldo da Il Corriere della Sera on-line 8-9/6/11

http://www.corriere.it/cronache/11_giugno_08/ndrangheta_torino_politica_5cc6894a-9208-11e0-9b49-77b721022eeb.shtml

 

TORINO - Il procuratore di Torino Caselli parla di un «inquietante intreccio tra criminalità organizzata e politica». Incontri al bar, telefonate. Da una parte deputati, consiglieri regionali, funzionari pubblici, dall'altra pluripregiudicati, boss e capi di locale. L'operazione Minotauro di carabinieri e finanzieri ha portato mercoledì mattina all'arresto di 151 persone, tra i quali Nevio Coral, già sindaco di centrodestra di Leinì (Torino) per 30 anni e suocero dell'assessore regionale alla Sanità (che ha rimesso le deleghe in seguito allo scandalo tangenti scoppiato di recente) Caterina Ferrero, del Pdl. Ma oltre ad infliggere un colpo letale alle organizzazioni mafiose presenti in Piemonte, decimando le «locali»di 'ndrangheta private in un sol colpo di vertici e affiliati, comincia a fare luce anche sul sottobosco di frequentazioni «elettorali» tra le 'ndrine piemontesi e pezzi delle istituzioni. «Pezzi, si noti bene - ha precisato Castelli - non le istituzioni nella loro interezza. Che per fortuna non sono compromesse».

 

I NOMI - Quello di Coral non è l'unico nome eccellente che compare nell'ordinanza firmata dal Gip di Torino Silvia Salvadori. Nelle pieghe delle indagini emergono invece i contatti tra un capo locale, il boss di Rivoli Salvatore Demasi con deputati, amministratori e funzionari pubblici. Naturalmente nessuno di questi è indagato, ma gli inquirenti sono riusciti ad accertare ad esempio gli orientamenti della cosca in occasione delle elezioni a Castellamonte. Oppure i contatti tra Demasi e alcuni deputati nazionali e regionali: «Tra la fine di gennaio e il febbraio 2011 - si legge nell'ordinanza - si è incontrato direttamente o tramite intermediari con l'onorevole Gaetano Porcino dell'Idv, con l'onorevole Domenico Lucà del Pd, con il consigliere regionale del Pd Antonino Boeti, con l'assessore all'Istruzione di Alpignanno Carmelo Tromby, sempre dell'Idv».

 

L'OMBRA SULLE PRIMARIE DI TORINO - Gli inquirenti descrivono i preparativi di un incontro per il giorno 29 gennaio 2011, al Bar Massaua di Torino tra Porcino e Demasi. In un'altra circostanza è il deputato Lucà in persona a farsi vivo con Demasi, per chiedergli aiuto in vista delle Primarie. Il candidato da votare è Piero Fassino:

 

Lucà: «...Ascolta, ti volevo chiedere questo, tu sai che a Torino abbiamo le primarie»..

Demasi:«Certo! Tu dimmi qualcosa che io mi interesso».

Lucà:«Io sto sostenendo Fassino».

Demasi: «Eh beh, anch'io avrei fatto la stessa cosa».

Lucà: «Obbiettivamente mi pare la persona più seria in questo momento (....) volevo chiederti se magari, perché la partita è molto dura con Gariglio».

Demasi: «Sì, una mano».

Lucà: «Se magari hai qualche, amico a Torino».

Demasi: «Certo!... certo che ne ho!».

Lucà: «A cui passare la voce, perché possono votare tutti i residenti a Torino, che abbiano compiuto sedici anni.»

Demasi: «Tutti i residenti a Torino...esatto!».

Lucà: «Quindi insomma, se qualcuno riesce, se hai qualche amico da consigliare».

Demasi: «Come non nè ho... ne ho!... ne ho più di uno... grazie a Dio... ne ho più di uno».

 

IL SOSTEGNO AL SINDACO DI CIRIÈ - Demasi si interessa anche alle elezioni di altri Comuni. Come Ciriè, il centro più grande delle valli di Lanzo. A partire dalla metà dello scorso marzo, comincia a spendersi telefonicamente per Francesco Brizio Falletti, attuale Sindaco della città, a sua volta non indagato.

 

Enzo: ...ascolta un attimo...siccome devo fare una cena a Ciriè con il Sindaco...tu hai qualche conoscente?...su Ciriè?...fai mente locale poi mi dici...

Demasi: ...eeeeh...mah...faccio mente locale.... si...c'è....va beh...va beh... poi te lo dico...

Enzo: ...ecco...c'è...praticamente sto predisponendo questa cena per il Sindaco di Ciriè...che è Francesco Brizio, che è un mio amico... gli ho detto: mah... ti faccio una cena di amici paesani... qualche Calabrese c'è...

Demasi: ...va beh...adesso...adesso...(inc.)...

 

L'APERITIVO CON L'ASSESSORE PORCHIETTO - «Le belle donne si fanno aspettare», commenta Giuseppe Catalano all'arrivo di Claudia Porchietto, assessore al Lavoro (Pdl). Siamo nel Bar Italia, via Veglia, al centro di Torino. È il 23 maggio del 2009, in piena campagna elettorale per le Provinciali. E il futuro esponente della giunta Cota era candidata alla carica di presidente della Provincia. In quel bar, che frequenta spesso, la signora della politica torinese (anche lei non indagata) quel giorno si è fermata a prendere un aperitivo con il «responsabile provinciale della Cosca di Siderno» a Torino. E con Franco D’Onofrio, padrino del “ crimine torinese”. L'incontro è breve, dalle ore 13.54 alle ore 14.01, il tempo di un crodino. Ma è preceduto da una lunga teoria di conversazioni tra Catalano, suo nipote Luca, consigliere comunale di Orbassano, sempre per il Pdl, e lo stesso D'Onofrio. Telefonate, di cui la Porchietto è ovviamente all'oscuro, che il Gip Silvia Salvadori definisce «altamente rappresentativo dell’influenza che la ‘ndrangheta assume nella vita democratica».

 

LA REPLICA DELL'ASSESSORE - In serata l'assessore Porchietto ha emesso un comunicato stampa per ribadire la propria estraneità: «Vorrei chiarire sin da subito che qualsiasi incontro elettorale, durante la citata campagna elettorale peraltro ne ho fatti a centinaia, è stato organizzato da amministratori locali, simpatizzanti o semplici elettori. È impossibile per qualsiasi candidato quindi conoscere chi incontrerà e soprattutto sapere se taluna di queste persone è soggetta ad indagine. Resto a disposizione della magistratura per tutti i chiarimenti del caso».