NOTA DEL COMITATO NO-TAV TORINO

Torino, 8 Novembre 2009

 

In un momento avaro di buone notizie sarebbe un vero peccato non dare il giusto risalto a quelle che a volte segnano il cammino dei tanti luoghi resistenti sparsi per il paese. Eccone due, ottime.

 

La prima, la più importante: una settimana fa, il 31 Ottobre, al corteo-fiaccolata NOTAV in Val di Susa hanno partecipato non meno di 10.000 persone per dire NO all'inizio dei carotaggi in vista della definizione del nuovo progetto TAV Torino-Lione e dell'avvio dei cantieri. E' stato un grande successo che neanche i grandi media hanno potuto ignorare, nonostante l'abitudine a nascondere le verità scomode. La val di Susa insomma è tutt'altro che rassegnata e nella notte delle streghe lo ha di nuovo dimostrato: la manifestazione era intitolata "Hallo Win NO TAV" e che sia stata una piccola-grande vittoria non c'è dubbio. Non che la partita ora sia chiusa, tutt'altro: ma si continua con il morale alto e segnando un buon vantaggio.

 

Seconda buona notizia: ieri è stato eletto presidente della comunità montana Val di Susa e Val Sangone un amministratore della valle targato PD. Detta così non sembrerebbe proprio una buona notizia, visto l'impegno di quel partito sul fronte "il TAV s'ha da fare, costi quel che costi". Il fatto è che quella elezione è frutto di un accordo tra liste civiche esplicitamente NOTAV e sindaci PD della valle; nell'accordo si ribadisce la contrarietà al TAV e si decreta la fine del cosiddetto "Osservatorio" (nato nel 2006, formalmente per mettere a confronto le diverse posizioni, si era ben presto rivelato uno strumento per seminare confusione e per simulare un accordo con le comunità locali che non c'è mai stato). Che l'accordo per la nuova Comunità Montana non fosse un cedimento degli amministratori NOTAV lo avevano ben capito i vertici del PD, da Chiamparino a Bersani passando per Castagnetti & C, tanto che avevano chiesto per la comunità montana un accordo politico PD-PDL, pena l'espulsione dal partito dei sindaci disobbedienti: la valle in fondo è sempre stata un laboratorio, no? In risposta la maggior parte dei consigli comunali nei giorni scorsi ha votato una delibera in cui si dice NO al TAV e no all'Osservatorio e gli amministratori hanno eletto un presidente che dovrà tener conto di questo.

 

Conclusione? Il popolo notav in piazza mostra la sua determinazione e la sua forza, nei consigli comunali e nella comunità montana fa sentire la sua voce. Con i tempi che corrono non è poco.

 

Nelle prossime settimane poi vedremo di bloccare le trivelle: anche se i buchi programmati sono solo un pretesto per non perdere un finanziamento dell'Unione Europea hanno comunque un forte valore simbolico e politico e noi non possiamo lasciarli lavorare in pace. Ci scusiamo per il disagio.