PER IL GEMELLAGGIO

NO TAV – NO PONTE

 

Per la sovranità degli abitanti nei luoghi della nostra vita dal Nord al Sud una sola lotta: moratoria sulle grandi opere, cancellazione del la legge obiettivo, progettazione partecipata dei piani per le infrastrutture ed i trasporti.

 

 

Abbiamo affermato e ribadiamo che la rivolta pacifica degli abitanti e dei sindaci della Val Susa riguarda tutti coloro che amano il proprio territorio ed in particolare quanti in questi anni si oppongono alla realizzazione di inutili quanto dannose grandi opere, dalla Tav al Mose, al Ponte sullo Stretto di Messina.

 

Il coordinamento e le reti “No Ponte” che si battono contro la realizzazione del progetto del ponte sullo Stretto di Messina e la Rete Meridionale del Nuovo Municipio propongono un gemellaggio con i Comitati “No Tav” ed il coordinamento dei sindaci della Val Susa.

 

Il 16 gennaio a Condove si terrà un FORUM PUBBLICO dal titolo:  “Federalismo Municipale Solidale, Per la Val Susa, Per uno Sviluppo Autosostenibile, Per la Difesa e la Vita della Valle.”

Il Forum è promosso dalla Comunità Montana Bassa Valle, dal Comune di Condove, dalla Re.Co.Sol., da Legambiente e Arci – Val Susa, dalla Rete del Nuovo Municipio e da Carta – Cantieri Sociali.

In questa occasione il Coordinamento delle associazioni “No ponte” e la Rete Meridionale del Nuovo Municipio saranno presenti con una delegazione per affermare una solidarietà che unisce attraverso l’intero paese le mobilitazioni e le lotte contro la devastazione del territorio, per l’affermazione della sovranità degli abitanti nei loro luoghi di vita in una prospettiva di benessere sociale equamente condiviso, solidale e sostenibile.

 

La rivolta pacifica degli abitanti e dei sindaci della Val Susa ha posto al centro del dibattito politico la questione della democrazia e della giustizia nel nostro paese.

 

Quello che si definisce un interesse particolare – sia esso delle comunità della Val Susa o di quelle dell’area dello Stretto - è invece  espressione della sovranità delle popolazioni che vivono il  loro territorio, reclamano la legittimità di decidere il proprio futuro e quello dei propri figli. Non è certo casuale che su questo terreno numerose realtà, non solo di lotta ma anche istituzionali, del Nord e del Sud d’Italia si trovino concordi, esprimendo concretamente un federalismo solidale, che è l’opposto della devolution leghista e del centralismo statalista. Nella lotta dei valsusini è l’affermazione di un interesse generale che si coniuga con un principio di giustizia sociale.

 

Il metodo nonviolento degli abitanti della Valsusa prefigura già il fine della decrescita in una prospettiva locale autosostenibile  e di  rispetto del patrimonio naturale ed in questo si riconoscono le realtà che in Calabria ed in Sicilia si oppongono alla devastazione dell’area dello Stretto di Messina.

 

Dire no alle grandi opere devastatrici e progettare un futuro di sostenibilità ambientale e di giustizia sociale significa oggi  resistere alle aggressioni che l’attuale governo perpetra con violenza nei confronti del territorio e chiedere all’Unione, che prepara il futuro governo, non soltanto di annullare la legge “obiettivo”, ma di ridiscutere con le popolazioni interessate l’intera programmazione infrastrutturale, il piano dei trasporti, il piano energetico, l’assetto complessivo del territorio.

 

Questo comporta che, a partire dalle Regioni dove governa il centro-sinistra, si ponga fine subito ad atti e politiche che, invece, avallano e assecondano l'iter autorizzativo dei progetti preliminari e le procedure accelerate e semplificate approvate in questa legislatura, per realizzare opere su cui si registrano ampie aree di dissenso sul territorio. Sono i casi delle varie tratte ad Av in Piemonte, Liguria e Friuli Venezia Giulia, dei corridoi autostradali tirrenici in Toscana e nel Lazio e del passante autostradale Nord di Bologna.

 

Non accettiamo che avvengano scambi e contrattazioni del tipo “se non facciamo il ponte, facciamo però la TAV ed il Mose; se non facciamo il nucleare, facciamo però le centrali a carbone…”

L'ampio consenso che si registra attorno alle contestazioni del progetto dell'Alta Velocità, in Val Susa, e dei cittadini dell'area dello Stretto di Messina contro il ponte impone che venga subito inserita nell'agenda politico-istituzionale del Paese la questione di una moratoria nazionale.

 

Il programma delle infrastrutture strategiche va subito bloccato perché presenta un elenco infinito di opere (235 opere e 531 progetti), che non risponde ad alcuna logica pianificatoria ed eco-territoriale e perché inoltre è insostenibile e inattuabile dal punto di vista economico-finanziario, con i suoi 264 miliardi di euro di costi stimati.

 

All’indomani dell’insediamento del nuovo governo dovranno partire i nuovi piani territoriali, energetici e dei trasporti sostenibili discussi con gli abitanti coinvolti secondo un principio di democrazia partecipativa. Sin quando decisioni condivise non siano prese la scelta più saggia dovrà essere la moratoria di lavori, interventi e progetti.

 

Ciò che oggi avviene in Val di Susa è un fatto che riguarda tutta la nazione, perché è in gioco il modello di sviluppo che si vuole perseguire. La lotta della Val di Susa è la stessa lotta contro il Ponte di Messina, contro gli inceneritori, contro le centrali nucleari; è lo stesso impegno di chi vuole rallentare, di chi ha iniziato a dare retta ai segnali di crisi del pianeta, di chi propone un futuro sobrio, di chi fa i conti con le risorse limitate e pensa che tutti gli uomini abbiano diritto a godere di ciò che la terra offre.

 

La nostra solidarietà agli abitanti ed ai sindaci della Val Susa si concretizza nell’impegno ad estendere e rafforzare le nostre lotte, a collegarle ai molteplici conflitti territoriali che attraversano il nostro paese, senza per questo perdere i caratteri, le specificità e l’autonomia di ogni esperienza locale, in una reciprocità di presenze che la nostra delegazione a Condove vuole significare e nell’invito rivolto agli amici valsusini  a partecipare alla grande manifestazione per la salvaguardia dello Stretto che avrà luogo a Messina il 22 gennaio.

 

 

NO PONTE – NO TAV

 da Condove 16 gennaio a  Messina 22 gennaio 2006.

 

 

COORDINAMENTO NO PONTE

RETE MERIDIONALE DEL NUOVO MUNICIPIO.

 

Reggio Calabria, 29 dicembre 2005