Tav, parte la ricognizione sui possibili tracciati

 

Il prefetto salirà in Valsusa

Tutti i sindaci valuteranno i tre scenari del percorso

Non si parla ancora della galleria lunga 52 chilometri

 

di Maurizio Tropeano da La Stampa del 30/4/08, Cronaca di Torino – pag 69

 

Non si parla del mega-tunnel  di base, ma da qui al 30 maggio i sindaci di tutti i territori interessati dal pas­saggio  della  Torino-Lione inizieranno e completeran­no la ricognizione critica e senza pregiudiziali delle tre diverse ipotesi di tracciato finora emerse.

 

Dunque si parlerà del vec­chio progetto di Ltf che ri­guarda la sponda sinistra del­la Dora, del dossier presenta­to dall'allora ministro alle In­frastrutture, Antonio Di Pie­tro a Bruxelles che punta sul­la riva destra della Dora e degli studi della Provincia di Torino che prevedono una stazione internazionale a Susa. I sindaci dall'Alta alla Bas­sa Val Susa, dalla Val Sangone alla Gronda Sud e dei Comuni della pianura torinese fi­no a Settimo e Chivasso sa­ranno coinvolti per discutere delle criticità e/o dei punti di forza relativo al loro specifico scenario territoriale.

 

E' il primo dei risultati del­la riunione dell'Osservatorio guidato dal commissario stra­ordinario Mario Virano che si è svolta ieri mattina in Prefet­tura. Nel corso dell'incontro è stato anche deciso che en­tro il 30 maggio l'Osservato­rio completerà l'analisi del no­do di Torino con lo studio dei flussi di traffico fino al 2012/2013. Poi ci sarà uno stop; tutto il lavoro dell'Osser­vatorio dovrà essere confer­mato dal governo Berlusconi. Solo dopo questo incontro il lavoro dell'Osservatorio ri­prenderà per «arrivare a definire un pacchetto che contenga i cardini della proposta praticabile, le cui linee guida sa­ranno definite entro il 30 di giu­gno», spiega Virano con accan­to il prefetto di Torino, Paolo Padoin, e il presidente delle Provincia, Antonio Saitta.

 

Virano è soddisfatto per­ché è «stato trovato un per­corso condiviso che permette­rà all'Osservatorio - se il nuo­vo governo, deciderà in tal senso - di andare avan­ti e di completa­re il suo lavoro. In  tutti  questi mesi l'Osservatorio non ha mai discusso di scenari e tracciati. Adesso, su proposta degli esperti indica­ti dalla Comunità Montana della Bassa Val di Susa, si po­trà iniziare a discutere i pregi e difetti delle proposte in cam­po, quelle vere con tanto di paternità e non limitarsi a commentare i tracciati dise­gnati sui giornali. L'esame cri­tico è la fucina migliore per arrivare a una buona idea».

 

Antonio Ferrentino, presi­dente della Comunità Monta­na, spiega che la ricognizione critica non riguarda il tunnel di base - «noi siamo contrari» - ma parte dal lavoro fin qui svol­to dall'Osservatorio «e dunque si parte dal nodo di Torino e dal rapporto tra traffico merci, trasporto passeggeri e sistema ferroviario metropolitano. So­prattutto non si potrà andare avanti senza aver capito qua­li sono le indica­zioni del nuovo governo».

 

Nella ricognizione saranno coinvolti tutti i sindaci dei territori interessati dai vari scenari di tracciato. Una scelta a cui si è arrivati dopo un duro scam­bio di opinioni tra Ferrentino e il sindaco di Settimo, Aldo Corgiat, che rivendica insieme ai primi cittadini di Venaria, Col­legno e Pianezza pari dignità nella discussione dei problemi.

 

Il nuovo prefetto conta di giocare un ruolo attivo in que­sta difficile partita a scacchi. Lo scopo della riunione di ieri con i sindaci - vi ha preso parte anche l'assessore regionale ai Trasporti, Daniele Borioli - è stato quello di prendere contat­to con gli amministratori e di instaurare un metodo di con­fronto per rendere partecipi i sindaci e, con loro, i cittadini. Spiega Padoin: «Sono convinto che il compito di un prefetto sia quello di far di tutto per evitare che una situazione difficile di­venti oggetto di interventi di ordine pubblico». Nelle prossi­me settimane Padoin inizierà un viaggio in questi Comuni.

Contemporaneamente la Re­gione «vigilerà perché l'opera non venga reinserita nella leg­ge Obiettivo ma che tutte le procedure di valutazione siano quelle ordinarie fissate dalle legge Merloni. In ogni caso -conclude Borioli -, ci opporre­mo a una soluzione che escluda Orbassano e privilegi Chivasso. La scelta di Orbassano non è più reversibile».