Quei sei numeri che interessano ai tecnici

 

di Paola Meinardi da Luna Nuova del 16/2/07 – pag.5

 

Angelo Tartaglia e Andrea De Bernardi, i tecnici incaricati dalla conferenza dei sindaci di seguire le prime riunioni dell'Osservatorio, vogliono riuscire a chiudere il “primo set” portando a casa sei numeri: numero di treni e tonnellaggio in alta valle, in bassa valle e nel tratto Avigliana -Torino. Nella bozza esistente del primo "quaderno" dell'Osservatorio, la linea storica è in grado di portare 200 treni al giorno con uno scarto in positivo e in negativo del 10 per cento. Meno dei 226 sostenuti dai tecnici di parte valsusina ma più di quelli che RFI avrebbe voluto registrare.

In ogni caso, circa tre volte il numero odierno di treni.

 

Ora, il problema sta nel trasformare il numero in tonnellate perché con lo stesso numero di treni, usando diversi parametri, si può arrivare a fissare le 26 milioni di tonnellate auspicate dai valsusini (ovvero quattro volte la capacità odierna) così come un numero molto infe­riore, cosa che darebbe ragione almeno in parte alle preoccupazioni di saturazione della linea di RFI.

Il traffico merci, strada e ferrovia, da Ventimiglia al Monte Bian­co è stagnante o in calo da cinque anni - dichiara Tartaglia - solo il traffico attraverso le frontiere svizzera e austriaca è in crescita. Il traffico ferroviario in Francia cala da 40 anni e il nostro rapporto tonnellaggio/PIL è in calo da cinque anni. Questo fa pensare che le direttrici nord-sud siano in crescita e quelle est-ovest, se va bene, stagnanti. Per questo anche l'Europa ha dato priorità alle linee nord-sud. Per quanto riguarda le ipotetiche merci in arrivo dall 'est, si presume che la maggior parte del traffico arrivi via nave, che è il modo più semplice”.

 

Tartaglia ha anche sfatato un mito, spesso usato come ricatto politico con la valle di Susa: se la Torino-Lione non passa di lì finisce che il corridoio tagliere fuori l'Italia. “Il corridoio 5 non ha alternative tecnologiche al di sopra delle Alpi perché le uniche linee esistenti sono passeggeri - ha detto Tartaglia - se poi si vuole che, il corridoio 5, che già esiste, funzioni davvero è necessario eliminare due strozzature: tra la Francia e la Spagna per via del diverso scartamento e in Slovenia dove si stanno facendo grossi investimenti esclusivamente autostradali”.

 

A scenari si contrappongono scenari diversi. RFI parla dell'Afa (l'autostrada ferroviaria) sotto il tunnel. “Sipuò dire subito che se si pensa a un 'iniziativa non sovvenzionata il conteggio per essere economico dovrebbe portare su ferro tutto il traffico su TIR che oggi passa sotto il traforo autostradale - prosegue Tartaglia -fingendo di crederci vorrebbe dire che lo scenario funziona se il traffico attraverso la valle raddoppia e che tutto l'aumento viene assorbito dalla ferrovia. Impossibile con le condizioni odierne”.

 

Da una parte l'ottimismo di Tartaglia e dall'altra il pessimismo di De Bernardi: “Tutte queste considerazioni sono ragionevoli e sono note da 15 anni, ma se siamo a questo punto vuole dire che questa ragionevolezza è contrastata da tali interessi da dare origine a comportamenti chiaramente collusivi. Il primo problema politico della valle di Susa storicamente è stato quello di esserci. La gente ha cominciato a esserci quando è stata picchiata. Ora è un pò che non venite picchiati e si ripropone il problema di essere ascoltati. Serve una sponda che rafforzi alcune posizioni politiche, per evitare che si faccia finta che i problemi non esistano. La valle deve seguire i lavori dell 'Osservatorio e quando il livello di decenza scende sotto una certa soglia deve uscire con un segnale politico. Credo sia anche opportuno che il tavolo istituzionale si riunisca un pò  più spesso e non con un rapporto uno a dieci”.

 

Dei sei numeri che si citava in apertura, RFI ha chiesto tre mesi per valutare la capacità della bassa valle, per cui non esiste un progetto. I tecnici di parte valsusina hanno chiesto il dato per iscritto. “Se lo otterremo entro aprile va bene, altrimenti faremo richiesta scritta di affidare a un soggetto terzo questa valutazione - conclude De Bernardi - Si può, per questo, ragionevolmente pensare di chiudere la partita del primo quaderno entro maggio”.