Sindaci a porte chiuse, poi si vedrà

 

Le discussioni (di ampio interesse) avranno due momenti distinti

 

Di Marco Giavelli da Luna Nuova del 7/3/08 – pag. 4

 

Bussoleno - La conferenza dei sindaci ha trovato l'escamotage per dare l'impressione di aprire le porte pur continuando a tenerle ben chiuse. Il punto di mediazio­ne raggiunto martedì sera, e alla fine condiviso sostanzialmente da tutti nonostante le sfumature d'opinione, prevede che d'ora in poi le riunioni, per lo meno quelle che trattano di argomenti conside­rati di "ampio interesse generale", abbiano una doppia convocazione: prima ci sarà una pre-conferenza a porte chiuse in cui verranno approfonditi i temi oggetto della discussione; poi il giorno dopo, nella sala consiliare di Bussoleno, sarà convocata una seconda seduta aperta a tutti, giornalisti, movi­menti e chi come privato cittadino vorrà partecipare.

 

In questa sede i sindaci discu­teranno l'argomento in questione davanti al pubblico, che potrà partecipare soltanto come uditore. Una formula che permette ai primi cittadini di uscire dall'empasse de­gli ultimi tempi, in cui la chiusura dell’assemblea era stata contestata non solo dal movimento No Tav, ma anche da alcuni consiglieri comunali della valle.

 

«E’ un mo­mento particolare - sottolinea il presidente Antonio Ferrentino - in cui è emerso ad ampia maggio­ranza come da parte dei sindaci ci sia la necessità di approfondire i problemi all’interno, prima di vei­colarli verso l'esterno». Durante la riunione è comunque riaffiorato il disagio degli amministratori anti-Osservatorio rispetto al ruolo dell'assemblea dei sindaci, di cui si è fatto portavoce il primo cittadino di Bussoleno Beppe Joannas.

 

Per quanto riguarda invece il suo funzionamento interno, ora la conferenza dei sindaci diventa a tutti gli effetti un gruppo di lavoro ristretto a 24 persone: il sindaco o suo delegato in rappresentanza di ciascuno dei 23 comuni, più il presidente o suo delegato a nome della Comunità montana. Non potranno più partecipare né gli assessori di Comunità montana, né gli altri amministratori della bassa valle che finora prendevano libe­ramente parte alle riunioni come uditori insieme ai loro sindaci.

«La conferenza dei sindaci è un organismo che non vota e non fa verbali, ma propone un percorso decisionale che dev'essere poi ri­messo alle volontà dei consigli co­munali e del consìglio di Comunità montana - puntualizza Ferrentino - Abbiamo inoltre chiarito che il rappresentante di ciascun comune dovrà farsi carico di portare in assemblea le varie posizioni che caratterizzano il dibattito interno al proprio comune, facendo però sintesi sulla linea che prevale».