Tunnel geognostico di Chiomonte: 110 posti le ricadute del Tav in valle

Una trentina di operai valsusini e il resto saranno camerieri, cuochi, addetti alle pulizie e vigilantes

 

di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 23/4/10 – pag. 3

 

Martedì, mentre a Chiomonte si svolgeva la seconda riunione del gruppo di lavoro con il Comune sull'impatto ambientale del tunnel geognostico, l’Osser­vatorio diffondeva un documento sulle ricadute che il primo pezzo di Tav in valle di Susa potrà avere sull'economia locale. Sulla base dell'esperienza vissuta per le tre discenderie della Maurienne rispettivamente a La Praz, St. Martin la Porte e a Villarodin, vicino a Modane, Ltf ha stimato che 110 persone potranno lavorare diretta­mente e indirettamente per questo cantiere che dovrebbe durare almeno quattro anni.

 

La stima prevede l'impiego di operai specializzati come esperti in esplosivi, locomoristi, meccanici, elettricisti; e operai comuni, come manovali, autisti, operatori mo­vimento terra. Si pensa che delle 85 persone addette al cantiere il 70 per cento saranno operai. Il 15 per cento capisquadra, impiegati e tecnici e il restante 15 per cento direttori.

 

Tra le «opportunità di impiego di personale locale» l'Osservatorio segnala in particolare l'assunzione di una segretaria di ufficio, di un topografo e di un aiuto topogra­fo, di un addetto all'impianto di depurazione, di una squadra per manutenzione delle opere ester­ne, personale per la vigilanza del cantiere esterno, di personale per le pulizie degli uffici, di personale per i trasporti, di una squadra per il prosciugamento delle acque e personale per servizio di autogru esterno. In tutto una ventina di persone per tutta la durata del cantiere.

 

A queste si aggiungono: perso­nale per i lavori esterni (strade di cantiere, berlinese cioè il mura­glione di consolidamento dell'im­bocco, lo sbancamento dell'area di cantiere, l'installazione del cantiere, il servizio di noleggio gru, lo smantellamento del cantiere, le sistemazioni esterne dopo il can­tiere); e quelli interni, come il consolidamento della galleria e il servizio di autogru. In tutto altre 60 persone per «durata parziale» del cantiere.

 

Visto che non ci sarà un "campo base" per le mae­stranze sono pre­viste convenzioni con ristoranti e al­berghi locali per un totale di 150 pasti al giorno per 26 giorni al mese e 80-85 pernottamenti al giorno, sempre per 26 giorni al mese. C'è lavoro per 3-4 ristoranti e per 2-3 alberghi.

 

Lo stesso Osservatorio segnala anche che, in realtà, i posti di lavoro a disposizione dei "locali" da impiegare direttamente nel cantiere si riducono a 33 persone, di cui solo 7-8 assunti direttamente. I servizi esterni passeranno naturalmente per l’ingaggio di ditte che probabilmente hanno già il loro personale da impiegare nei servizi richiesti. Mentre il 70 per cento del "lavoro", ovviamente se lo fanno le imprese raggruppate in Ati, che hanno vinto la gara d'appalto.

 

In Maurienne, per effetto della "Demarche grand chantier", le imprese locali che lavorano o hanno lavorato per le discenderie sono 64, cioè il 48 per cento. Nel personale dei cantieri, su 398 ad­detti il 25-30 per cento arrivano da tutta la Savoia (che è come dire la "Provincia di Torino"). Perdi più, anche per la natura temporanea del lavoro di cantiere, per assumere il personale sono stati utilizzati per la maggior parte contratti di tipo precario ("a progetto", interinali, stagisti). Per l'alloggiamento sono state coinvolte solo strutture della valle (alberghi, appartamenti in residence, appartamenti di privati.

 

Al Dipartimento, alla Regione e ai quattro comuni interessati dai tre cantieri sono arrivati anche sgravi fiscali: nel periodo 2002-2006 si parla di 0,9 milioni di euro di sgravi per Dipartimento e Regione e di un milione e 600mila euro per i comuni.

 

Ma mentre a Torino si analizza­vano già le ricadute occupazionali a Chiomonte la riunione del gruppo di lavoro non filava affatto liscia. Ltf e il Comune hanno litigato sullo svincolo autostradale. «Sia chiaro che il comune di Chiomonte non ha deciso proprio nulla - sottolinea il sindaco Renzo Pinard - Abbia­mo semplicemente accettato il confronto che altri in valle hanno sempre rifiutato. Ma se continua così non so come andrà a finire. Sia chiaro che un tema caldo come la viabilità deve essere risolto subito e non con il senno di poi. E se su questo che è il primo argomento ci sono già divergenze non so come faremo a stabilire altri incontri».