“Martinat va processato per turbativa d’asta”

La Procura: “Era al vertice di un sistema illecito per dare gli appalti”

 

di Alberto Caino da La stampa del 29/11/08 – pag. 51

 

Di “sistema” hanno parlato i pm Cesare Parodi e Paolo Toso nel chiedere che siano processati il viceministro alle infrastrutture dell’epoca (2004-2005), Ugo Martinat, e gli altri 18 coimputati di turba­tiva d'asta e di abusi. Un «si­stema» per pilotare appalti di strade, gallerie, della primissima opera della Tav, oltre che studi di fattibilità e progetta­zioni.

 

Stava per scendere (da Roma) su Torino e sul Piemon­te una fitta pioggia di milioni di euro in vista delle Olimpiadi 2006 e c'era un gran fermento di politici e imprenditori per dirottare, spostare, assegna­re, ottenere.

 

Con le indagini, testimo­nianze e intercettazioni la pro­cura si è convinta che l'attua­le senatore del Pdl, allora plenipotenziario di An per il Pie­monte e viceministro, fosse di­ventato il principale referente di quel crocevia di interessi. Sconfinati, secondo i pm, nel­la violazione del codice pena­le. Nove i capi di imputazione. Per ciascuno un appalto per decine di milioni, in alcuni casi di più ancora. Martinat ri­sponde dei primi quattro: la realizzazione della discende­ria di Venaus da parte di Ltf (Lyon Turin Ferroviaire), la bretella di Avigliana, la va­riante di Cossato-Valle Mosso, i) rifacimento della statale 589 nel territorio di Pinerolo.

 

Negli anni scorsi sono state depositate (e pubblicate) valan­ghe di intercettazioni in cui il viceministro compariva come colui che veniva chiamato al tele­fono. C'è stato un gran duello sull'utilizzabilità delle registra­zioni fra il procuratore aggiun­to Francesco Saluzzo e i pm, da una parte, e gli avvocati Andrea e Michele Galasso, lo stu­dio Giardini-Mazza, dall'altro. Il caso è approdato alla Corte Costituzionale.

 

Quei colloqui, a volte espliciti, altre solo pissi-pissi bao-bao, possono essere ri­versati nel processo.

E ieri Pa­rodi e Toso ne hanno proposto in aula un assaggio facendo ascoltare una conversazione fra Giovanni Desiderio (uomo d'area An nell'Agenzia Torino 2006) ed Elio Perotto (direttore tecnico dello stesso ente e allo­ra iscritto ai Ds). Martinat non viene mai nominato dai due, ma per i pm è di lui che i due parla­no: come chi avrebbe dovuto “tirare le orecchie” a Perotto per un appalto vinto da un Im­prenditore “non amico”. Perot­to risponderebbe svelando un secondo scenario, favorevole in­vece a un secondo imprendito­re, questa volta “amico degli amici”.

Compensazione, si chia­ma nella lingua italiana. Anche se per briciole rispetto al conte­sto: 2,5 milioni di variante.

 

Anche il coté dei coimputati è eccellente: c'è Marcellino Gavio, cioè uno dei maggiori im­prenditori italiani (per un solo capo di imputazione); ci sono Massimo Fantini e Giampiero Mattioda, solidi imprenditori to­rinesi (pure loro accusati di un unico reato). Ci sono Giuseppe Cerutti e Gianni Luciani, allora e ancora oggi ai vertici di Sitaf, concessionaria dell'Autofréjus. Soprattutto vi compare un plo­tone d'elite di dirigenti pubblici: Michele Colistro, direttore gene­rale del ministero delle Infra­strutture e componente della se­greteria di Martinat; Paolo Comastri, direttore generale di Ltf; Walter Benedetto, respon­sabile della Direzione Costruzio­ni Ltf; Mauro Coletta, direttore centrale Anas. E poi Desiderio e Vincenzo Procopio, uno che ha fatto man bassa di lavori di pro­gettazioni e direzioni di lavori. Il gup Sandra Recchione ha am­messo la costituzione di parte ci­vile della Regione Piemonte.